sabato, dicembre 24, 2005

Babbo Natale esiste.

Mario Monti ha rifiutato la nomina a governatore della Banca d'Italia. Considerato che Mario Monti è quello là che, diventato commissarrio europeo, per non essere linciato a suon di "spaghetti!" dai suoi illustri colleghi anglofoni, ha subito fatto penare all'Italia l'applicazione più rigida mai vista delle più acefale direttive europee (mentre i suoi anglofoni colleghi si guardavano e si guardano bene dal farlo...), direi che l'abbiamo scampata bella. Un regalo a tutti gli Italiani.

Al posto dell'alberello, noi metterem Mario Monti!

lunedì, dicembre 19, 2005

Ti trovo bene.

Sharon ieri si è sentito male, gli è venuto un mezzo collasso. Poi stamattina ha brutalizzato un'infermiera, segno che stava meglio.

domenica, dicembre 18, 2005

Rinevica.

Ah, meno male. La natura si prende la sua ciclica rivincita sull'architettura umana, ed ogni cosa ridiventa inesorabilmente bianca e morbida. Poi, per evitare che noi ci si stenda su, quel manto è stato fatto terribilmente freddo.
Quando nevica l'umanità si divide; io per esempio oggi vado per boschi.

sabato, dicembre 10, 2005

TAVevo detto di non crederci.

Questo del TAV è un affare serio. Intanto mi vengono due riflessioni: che adesso tutti lassù pensano a Scanzano, e credono di spuntarla così.
Poi pensavo che nelle interviste i valligiani sono praticamente di granito: belli e bravi, "scordatevi le olimpiadi", e a me quelli così sono simpatici a pelle.

sabato, dicembre 03, 2005

Non faccia quella faccia.

Hanno trapiantato la faccia ad una francese. Nei TG non fanno altro che parlare di "questioni morali" conesse a quest'operazione.
Eccoli lì, ho pensato, come dice Jean Cau dove manca una morale vera, mentre la gente dice che "non c'è più morale", la realtà è che non c'è che quello. Un pullulare di morale.


Dico questo perchè io, che pure sono un moralista di quelli pesanti, il problema morale in questa normale e stupefacente operazione proprio non lo riesco a vedere.
Siamo in pessime mani.

martedì, novembre 29, 2005

God save your sister.

Gli Inglesi hanno scritto un'altro libro contro l'Italia. l'Economist ha detto che la nostra nazione fa acqua, che l'Italia va a rotoli, che finiamo male ecc. Il libro si chiama "Dolce Vita addio".

Porca miseria c'hanno ragione. Non tanto sui contenuti (dicono sempre le stesse cose e intanto l'Italia rimane un giardino e l'Inghilterra rimane una chiavica), quanto sul fatto di essere incazzati: noi è dal Vallo di Adriano che gli fottiamo le donne; loro una volta sono entrati qui e si sono dovuti spartire i bordelli coi Marocchini.

Abbasso l'Italia!

domenica, novembre 27, 2005

Sono capaci di farlo vincere n'altra volta.

Che cazzoni quelli del centrosinistra. Hanno iniziato l'offensiva elettorale 6 mesi prima delle elezioni.
Che poi sarebbe una buona tecnica, se quell'offensiva fosse fatta di programmi. 6 mesi, infatti, è giusto il tempo necessario per fare entrare in testa alla gente i contenuti, per spiegare i punti controversi, per battibeccare con i fatti e il futuro e tutto il resto.

E invece hanno già speso tutta quella roba che punta all'emozione dei dieci minuti prima del voto: comici, cantanti e scioperi generali.
Di questo passo, verso Marzo finiranno a fare manifesti: "vinca il migliore".

Virtualmente ricchissimi.

Turismo di massa o turismo culturale?
Questo problemino da niente viene risolto di norma nella fase programmatica di una politica regionale. Agli albori dell'economia.
In Lucania si discute ancora, e dicon tutti quelli come me che sono cresciuti al liceo: "Serve un turismo culturale; poche persone selezionate, di buon livello culturale, interessate alla vacanza intelligente e formativa, all'ambiente intatto, alle testimonianze del passato".
In questo ci si sente incoraggiati dai nostri omologhi liceali di altre città. "Caspita! La lucania è bellissima, ma scherzi? Quello è un posto di una bellezza rara".
Insomma, quelli che hanno studiato sono tutti concordi: qui è una pacchia di studio e sapere.

E per questo in vacanza se ne vanno a Cuba.

venerdì, novembre 25, 2005

Articolo quinto.

MOSCA - Tempi duri per le Ong straniere operanti in Russia: su imbeccata del presidente Vladimir Putin i deputati della Duma hanno votato oggi in prima lettura una legge che impone pesanti controlli sulle Organizzazioni non governative (Ong) e ne proibisce il finanziamento dall'estero.

Questa sì che è una bella idea. Dite che è liberticida? Eh no!
Per governare ci vogliono i voti; perchè a dettare legge, morale e pene dallo scranno di qualche club sono buoni anche i fessi.

mercoledì, novembre 23, 2005

Exchinsalar.

Si fa presto a dire spada e roccia. La spada nella roccia, d’accordo, ma dopo? Nessuno ci pensa alla roccia, dopo l’estrazione di Excalibur? Dimenticata nel fondo muschioso di un bosco, di essa non si parla che in relazione alla spada. E adesso chissà dov’è.
Giri per il bosco, vedi una roccia e passi avanti, e quella magari è la roccia della famosa saga.
E poi, del danno ne vogliamo parlare? Va bene, estrai la tua spada, ne hai diritto, ma la roccia? Chi la risarcisce, quella roccia che ti ha custodito la spada tanti anni? Prima tutti “la roccia, la roccia!” e poi via, tutti a parlare della spada, come pecoroni.
Niente più turisti, niente pellegrini, niente offerte, un disastro d’ingratitudine.
Se ci pensate il destino di quella famosa roccia è davvero triste.

Quella roccia mi ricorda l’UDC del dopo Follini.

martedì, novembre 22, 2005

Generale Inverno.

Finalmente fa freddo. Bello, secco e tagliente.
Direi che era ora, e adesso viene il bello.

venerdì, novembre 18, 2005

Permesso.

Un particolare dei nostri centri storici: la diffusione capillare di quegli aggeggi di ferro che servono a non far sedere gente davanti alle vetrine.
Li avete presenti? Sono intelaiature di metallo, dalla forma decorativa ma dagli effetti micidiali: ti si infilano nel culo e tu hai voglia a dire che sei stanco morto e che un posto vale l'altro. Tempo trenta secondi ti alzerai con le chiappe deformi e doloranti.

Guardiamo ai simboli. Quegli aggeggi dicono più di quanto non vogliano. Dicono per esempio che c'è gente che cerca un posto dove sedersi, che sono troppi, e che ci sono i proprietari delle "seditoie" che non tollerano che vi ci si sieda.
A pensarci, si tratta di banalissimi gradini, roba che in Europa era quasi un'istituzione sociale. Fare sedere sui propri gradini era una beneficenza a costo zero che forse, in altri tempi, dava addirittura un lustro (magari ipocrita) alle ricche dimore.
Il famoso avaro dell'opera "47 morto che parla" di Ettore Petrolini era talmente tirchio da far pagare l'occupazione dei suoi gradini ai mendicanti. "Zona centrale!" giustificava. Faceva ridere l'idea che qualcuno speculasse sul sedere degli altri.
Tra l'altro ai gradini si appoggiava una persona anziana, un viaggiatore pendolare dai piedi doloranti, un tizio al quale si fosse slacciata una scarpa, un operaio in pausa per un panino...
Oggi non ci si siede più, ed è una brutta cosa, ma ancora più triste è che il fataccio ha i suoi buoni motivi.
Perchè oggi non si siede quasi più chi ha bisogno, come una volta. Guardate i gradini del centro; oggi si siedono sedicenni viziati ma anarcoidi, si siedono migliaia di cialtroni, nazionali e d'importazione. Si siede gente che non ha rispetto di nulla.

E così, sedetevi comodi (se potete) e godetevi il paradosso: a furia di farsi sedurre dal sottile brivido del progressismo fricchettone, la borghesia radical-scic ha riempito le nostre città di nullafacenti cronici, disperati, incivili e senza nessuna possibilità d'integrazione. Poi, in aggiunta, ha pure sguinzagliato i suoi figli trendy per imitare i modi da barbone del suo proletariato immaginario.
Di questo passo i gradini si sono riempiti, sovraffollati di tutti, tranne che di veri bisognosi. Quando poi sono arrivati sul mercato quei famosi aggeggi, cinica ma comprensibile forma di difesa di commercianti e condomini, ecco che zingari, punkabbestia e perdigiorno se ne sono andati (spesso ai tavolini dei bar), e i poveracci veri di cui sopra sono tornati, increduli, a verificare quanto fosse cambiato il mondo.

Con i nuovi aggeggi di ferro, degna bandiera delle nostre città d'arte, chi ha davvero bisogno di sedersi si fotte. Letteralmente.

mercoledì, novembre 16, 2005

Ridi mo.

Devolution/federalismo: Bossi ce l'ha fatta.
Ricordate come lo trattavano i guardiani della signorilità radical-scic, or non è guari? Come si svegliavano tuonavano: "chi quello lì?" e giù risate da orbi. Roba da arrossire, ma lui non si è fermato.
Ricordo di un giornalista di sinistra che raccontava di averlo trovato a casa, per una intervista, con "mocassini sformati, da discount della calzatura". Che finezza.
De Mita diceva che le leghe erano "una minaccia per la democrazia", mentre gli altri si abbandonavano a considerazioni molto meno istituzionali.
Ridevano tutti: "chi, quello lì? Ah-ah".

Oggi invece c'era Scalfaro al Senato che singhiozzava: "Oddio no, no, non ci credo. E il patriottismo dov'è? Vi prego svegliatemi, o uccidetemi".
Lo hanno portato a braccia fuori, in stato catatonico, subito dopo.
Oh capite, Scalfaro, mica uno così.

Tempo galantuomo e democrazia canaglia.

martedì, novembre 15, 2005

Senza religione.

Leggevo da un autore francese: "moderati quanto possono esserlo nei loro interessi".
No, dico, scherziamo? Sicchè sfottere i moderati è diventato uno sport?

"Dove andremo a finire!" disse l'onorevole Colombo alla presenza di sua Eminenza.

Moderiamoci!

I moderati non possono vincere le elezioni. Possono al massimo pareggiarle, e con altri moderati.
Che illogicità, un moderato che si sparte i ministeri con uno che non lo è, non vi pare? E un moderato parziale, ve lo immaginate? E un governo moderato che dura più di sei mesi, non vi pare un controsenso?
E poi "moderato" su qualcosa o da qualcosa? O qualcuno?
Certo è che con questo bel termine che si sono inventati, i moderati passano per gente perbene più degli altri. Viene da votarli così, sulla parola.

Votate Pound moderatamente.

lunedì, novembre 14, 2005

Veleno settimanale.

Giovedì questo esce "Veleno", settimanale satirico dal cuore nero (almeno così si dice).
Cercatelo in edicola. Va da sè che comprarlo è d'obbligo, facesse pure schifo.
Tanto noi non si ride mai.

Il re si è rivestito perchè non lo guardava nessuno.

La destra non esiste. La sensazionale scoperta è di un pool di ricercatori svedesi e, se confermata, potrebbe mettere in discussione una intera epoca della conoscenza.
Il gruppo di scenziati (4 svedesi e un italiano immigrato nel '78) è riuscito a dimostrare, tramite l'analisi di complesse analisi microbiotiche, che quello che denominiamo comunemente "destra", in realtà altro non è che una parte piuttosto centrale della sinistra.

Ma alla rivelazione seguono le polemiche. Un docente dell'università di Osaka, infatti, ha sollevato proprio ieri, sulla prestigiosa rivista Nature, un dubbio che rischia di oscurare il successo scentifico: se la destra è sostanzialmente una sinistra, allora la sinistra è tale rispetto a cosa?

venerdì, novembre 11, 2005

Cin-cin (e allora dillo).

La Cina, questo misterioso polipone giallo. Fa pensare, come sempre e come tutto, più l'immagine che se ne fa in Europa che il fenomeno in sè.
Mi spiego: dunque, si tratta di un feroce capitalismo moderno, inscritto in un sistema dittatoriale e repressivo. Niente diritti sociali, niente libertà di parola, niente di niente. In Cina non puoi essere socialista, non puoi essere liberale, non puoi essere anarchico, non puoi essere monarchico. Puoi essere solo Cinese, "malpagato frustrato".
Quanto di più lontano insomma da quell'immaginario che fino a ieri animava i sogni e le speranze del medio democratico occidentale. Un sistema tanto penosamente becero, tutto dirigenti e sbirri, che dovrebbero odiarlo tutti.

E invece, ci credete? Non solo non la odiano, ma gli piace: ai noglobal, ai giovani DS, ai libertari, agli anarchici, ai giovanotti doppiopettati di FI, AN e UDC. Non a tutti, certo.
Una mente inquieta come Jean Cau avrebbe detto che si tratta di una subdola e naturale ammirazione verso il più forte, il più crudele, il più virile.
E invece io non riesco a togliermi dalla testa una cattiveria: quando gira il potere, anche l'anarco-insurrezionalista ci riflette su.
Questo non esclude, chiaramente, le fantasie masochiste.

lunedì, novembre 07, 2005

Chi la fa non l'aspetti.

E siamo all'undicesimo giorno di "inaudita viulenza" nelle periferie (ma poi mica tanto) francesi.
Ribadisco l'osservazione che secondo me i Francesi, davanti ai figli degli ex-sudditi coloniali che fanno baccano, in fondo pensino: "poverini".
Non fa nulla, il diritto di proprietà si definisce comunemente come diritto di usare, fruire ed abusare. Se i Francesi ritengono di sperperare gli arredi urbani e le automobili (per quello che servono, poi) a titolo di risarcimento morale, sono padroni di farlo. Ma allora perchè gli mandano la polizia?

Così, per non fare la figura dei mezz'uomini, sfilano, ma è tutta una finta: pensate che in undici giorni di scontri (anche a fuoco), molotov contro asili, chiese e negozi, più di 1500 auto bruciate, c'è stato solo un morticino. Un anziano non manifestante.
In altre circostanze, anche in Francia chi scappa a piedi da una bigiotteria col malloppo in tasca rischia di essere freddato a bruciapelo, se gli dice male.

domenica, novembre 06, 2005

Narcisismi diversi.

E' sconfortante come Lucia Annunziata riesca non solo a mettersi in ridicolo nelle sue interviste (la domenica), ma pare che si vada a cercare apposta personaggi molto più in alto di lei per uscirsene sempre con le ossa rotte.
Lei, che pure non è l'ultima della cretine, credo si consideri disperatamente più intelligente di quelli che le stanno antipatici, con la conseguenza che quelli, che pure non sono dei padreterni, ci fanno la figura dei signori. Pera, la Moratti...

Prendete Vespa invece: la gente che invita in studio spesso è talmente mediocre che, quando non c'è Berlusconi, il vero ospite è lui.

sabato, novembre 05, 2005

Servito.

Accidenti al palcoscenico della politica.
Se non ci accorgiamo di loro, temo che un giorno o l'altro i moderati ci sbraneranno vivi.

giovedì, novembre 03, 2005

Babbari, popolo di inaudita viulenza.

Avete visto Parigi? Settimo giorno di guerriglia urbana tra forze dell'ordine e gente di quartiere.
Sempre più simili agli Stati Uniti, e in più proprio quella Francia che degli USA vorrebbe essere il sostituto culturale e forse politico mondiale.

Comunque il problema non è nuovo. Chi va a Parigi sa bene che deve stare attento alle temibilissime bande di Maghrebini, giovanotti scuri, in tuta e cane da guardia a guinzaglio. Ti guardano storto e ti menano, senza che nessuno ti difenda.
La cosa strana non è che ci sia in giro gente poco perbene; la cosa strana è che nessuno ci faccia nulla.
Al di là degli sbirri, che fanno quello che possono e quando possono, sorprende che la gente sia inattiva fino alla tragedia; sorprende che nessuno si ribelli. Ho come l'impressione che i Francesi, davanti alle devastazioni e alle angherie degli ultimi arrivati, in fondo pensino: "Poverini".

mercoledì, novembre 02, 2005

Uno simpatico e uno mediocre.

Cossiga ha detto che le cariche in CSM si comprano, che le assoluzioni in giudizio si barattano e che la Francia sta preparando le manovre per la guerra agli USA.

E pensare che adesso abbiamo Ciampi.

martedì, novembre 01, 2005

Tanto progredito che morì sul nascere.

Non scherziamo, quest'affare di Cofferati è un affare serio.
Ex sindacalista di ferro della CGIL, detto "il cinese" (per via degli occhi a mandorla, si spera), da alcuni mesi sindaco di Bologna, ha fatto una cosa grave.
Anzi, grave no, per un sindaco. Ha sgomberato una baraccopoli, ma per uno come lui, ex super coccolato da questa sinistra senza un capo, pare esserlo.
Ma come, gli hanno chiesto i compagni, fai il cileno? Sgomberi gli immigrati a manganellate, rispondi botte alla piazza, ti afferri alle abiette civetterie legalistiche della corrotta borghesia?

Si, ha risposto lui, perchè si dà il caso che i primi a chiedere la bonifica di quel quartieraccio abusivo fossero stati non i comitati civici della gente borghese, ma gli esasperati residenti del vicino borgo Panigale, quartierone rosso rosso di ex operai.
E allora, perchè le polemiche? Uno di sinistra dovrebbe avere a cuore la qualità della vita dei cittadini, no? Il Cinese ha fatto esattamente questo.
Ma, osservano i radical, lo ha fatto a scapito della povera gente rumena della baraccopoli. E vabbè, una volta anche borgo Panigale erano "povera gente".
Allora ecco spiegato l'arcano ingrediente della politica progressista: se sei un disgraziato hai diritto di farti pagare per questo, ma aspetta solo che si presenti uno più disgraziato di te, ed ecco che senza accorgertene diventerai un capitalista fottuto.

Stiamo freschi per il futuro; alle porte si accalcano miliardi di cinesi.

sabato, ottobre 29, 2005

Per Charitàs/secondo atto.

A proposito, ieri fonti ufficiali dell'istituto hanno chiesto che sia concesso il voto amministrativo agli immigrati.
Così, oltre al dormitorio e alla fabbrica, la provvidenza potrebbe far nascere anche un bel comitato elettorale.

Il prossimo che dice che i comunisti sono disonesti gli divoro i bambini.
Peccato di gola, è veniale.

Per Charitàs!

La Charitas ogni anno presenta un dossier in cui vanta le proprie generosità, invitando, dito puntato e sguardo serafico, tutti a fare come loro.
La Charitas di immigrati ne ha fatti entrare qualche milione, in Italia.
Tempo fa il mio parroco dal pulpito ha detto: "bisogna ospitare chi ha bisogno, come ha fatto il santo che ha diviso il suo pane col lebbroso".
Ecco, appunto ho pensato, il suo pane, mica quello degli altri. Ve lo immaginate un santo che entra a casa di un disgraziato e fa sedere il lebbroso alla sua tavola: "siedi caro, che il signore è una brava persona. Ci vediamo per il caffè"? Questa è la Charitas.
Andrebbe loro spiegato che offrire il pane altrui non è cristiano, tantopiù che gli altri, spesso non ne hanno abbastanza.

Ma è inutile, quando si tratta di importare manodopera, nessuno ragiona più. Sicchè i preti oggi mercanteggiano su tutto, fuorchè sull'immigrazione.
"Non ci vieni a messa? Oh, avrai sicuramente una buona ragione. Non preghi figliolo? Fa nulla. Hai peccato? Beh vabè dio è buono.
Gli immigrati? Ah no! Porca puttana, quelli te li becchi e zitto, lo ha detto la bibbia!".

Generosità blasfema e pelosa. Meno male che li conosciamo, alcuni di questi campioni di generosità.
Prima trasformano le canoniche in stalle, poi le parrocchie in fabbriche e infine, prodigio di giustizia (divina) commutativa, una mattina si ritrovano con la Mercedes.
Miracolo!

giovedì, ottobre 27, 2005

Sadomaso.

A proposito, dicevo: i ministri dell'UE li hanno chiamati "commissari".
Un'interessante perversione, forse di origine sessuale, per cui al politico (che amministra e sceglie) si sostituisce lo sbirro (che controlla ed esegue).
A mare millenni di storia, per un prurito.

Mormorativismo.

Tremonti ha lanciato un'idea niente male. Ha detto: "Dai, siamo sevi, vi piace l'Euvopa? E allova beccatevi questo". E ha proposto la Bolkestein sul sindacato.

La Bolkestein è una direttiva dell'UE varata nel periodo della presidenza Prodi (presidenza della commissione UE, che sarebbe il "governo" europeo, mentre il commissario Bolkestein che la firmò sarebbe l'equivalente del nostro "ministro"). La direttiva incriminata definisce la libertà di circolazione dei servizi (le altre libertà UE sono sulla circolazione di persone, di merci e di capitali).
In parole poverissime: un sindacato rumeno (che si considera offerta di "servizi") può aprire in Italia e fottere i pensionati alla triplice.

Io tifo per i sindacati russi.
Atlantisti e radical-schic, a lavorare!

Tiè.

Daniela Santanchè (parlamentare di AN) ha fatto il dito medio ai noglobal che contestavano davanti a Montecitorio. Dice che quelli le avevano dato della puttana.
Ma una donna che mostra il dito lungo a gente che gli dà della puttana non ci fa mica la figura di quella perbene, no? Voglio dire se gli gridava: "come vi permettete, cafoni ignoranti?" e si metteva a piangere, era una immagine più coerente con la nostra idea (culturale, certo, ma cosa non lo è?) di donna dai costumi ineccepibili.
Invece la signora elegante ha fatto il carnissimo. Mah.

Comunque, vi immaginate se qualcuno lo diceva a Rosy Bindi e quella di tutta risposta gli cacciava una zinna? A quest'ora eravamo tutti persone migliori.

martedì, ottobre 25, 2005

Monsignore favorite?

Avete visto il titolo di Panorama, stasettimana? "Fermatevi!" e di sfondo una ragazza che si fa una striscia di cocco. Ma cacchio, perchè?

Piuttosto "Continuate! così stiamo più larghi".
Ciao Emilio, non temere, ce l'avevo con gli attori.

Un presidente testa di cazzo.

Aspettavamo il ritorno e il ritorno c'è stato. Niente trionfi, niente scandali: Santoro ritorna da professionista, parla poco, qualcuno ribatte di mestiere.
Non si esce fuori dal passato, finchè la differenza tra il prima e il poi non la si colga che in disaccordo: per qualcuno la libertà è incondizionata, per altri le regole vanno rispettate.
Santoro, comunque, è entrato in scena alla maniera antica: viva la libertà, viva la fratellanza. Bon, fa il suo mestiere; attempato, demodè forse, ma lo fa.

Una cosa mi ha inquietato, però. Senza soluzione di continuità, dopo aver inneggiato alla libertà eccetera eccetera ha gridato: "viva la cultura!".
Ecco, questo cerchio logico per cui chi non è dei loro era un asino a scuola gli ha già fatto perdere due competizioni elettorali (forse, potremmo dire tre), ma loro ci rifanno.
Ce li avete presenti quelli che in prima media prendevano otto, diventavano antipatici e facevano comunella? Bene, dopo dieci anni te li ritrovi che sono rimasti antipatici, i voti non ce li hanno più, e sono diventati la caricatura di sè stessi.

Invece mi pare che nel cervello malato degli italiani Berlusconi ricordi ancora quel testa di cazzo dell'ultimo banco che prendeva sempre cinque. Quello te lo ritrovi puntualmente dopo dieci anni che è diventato una sagoma, è pieno di gnocca e magari ha fatto pure fortuna. A chi dedichereste una rimpatriata?

lunedì, ottobre 17, 2005

Mi quoti ti sposo.

Quota rosa, temo che non ne usciremo più.
E' vero che i maschi sono in competizione con le donne, d'altro canto la natura non è uno stato di fatto creato con votazione democratica. E' vero pure che la cultura dominante sta cercando di riposizionare i ruoli, improntandoli ad una minore conflittualità ed una maggiore "empatia".
E' vero d'altronde che questo cambio di rotta potrebbe preludere ad una sovversione della idea stessa di famiglia. Ma potrebbe pure non essere.
Insomma tutti hanno paura: le donne di diventare schiave, gli uomini di diventare finocchi, i politici di perdere la poltrona. Alle volte è "solo la paura che infine uccide i sentimenti" (Battisti). Mah.

Ad ogni buon conto io ho visto alcune donne in un ufficio della polizia ferroviaria durante il pestaggio di un disgraziato (molto probabilmente colpevole, ma si decide in tribunale): ammazza, altro che genio femminile! Posso testimoniare che (moralmente) fanno più schifo dei colleghi, e in più non fanno nemmeno ridere.

Ecco spiegato perchè io per esempio non vedo il problema. Ma per il resto sono un buon partito.

sabato, ottobre 15, 2005

Ruggine.

Lapo Elkann si è sentito male per la coca. Tutti i giornali tranne due, e quasi tutte le firme, si sono profusi in consolazioni ed hanno chiarito: "niente moralismi!".
Per carità, il moralista no.
Ma l'amore di giustizia non si tocca: diciamolo, questa è una classe dirigente che si ossessiona nel culto di sè eppure si dispera; questa gente decide parte del futuro di molti di noi e non riesce a gestire non dico la propria moralità (che sono affaracci loro, e magari io ne faccio di peggio), ma la virtù d'oro della moderazione.
Coca, travestiti, collassi e indigestioni. Che c'entra la morale, in questo caso? Non è il giudizio sull'uomo (un normale inquieto adolescente), ma il giudizio sulla storia della famiglia più imporante d'Italia. Un ristretto circolo dove a nessuno importa più nulla di quello che importa alle famiglie oneste: progettare il futuro, onorare almeno per pietà delle apparenze il proprio passato, vivere con decoro le divisioni, regolare gli affari propri senza buttarli nel fango della maldicenza altrui.

Cocainomani, eccessivi, annoiati e snob, questi qua non hanno più forze, più cervello, più coglioni. E si crede davvero che basti adularli per farne degni uomini di potere?
E poi, guardate bene: anche di tutto questo stuolo di consolatori a loro stessi non importa più nulla.
Al crepuscolo ogni cosa diventa inutile. Punto.

Si accomodi imbecille...

"Tim, messaggio gratuito: siamo spiacenti di comunicarle..."

Perchè spiacenti? Spiacenti vuol dire che ti dispiace, ma un momento. Nessun problema ad ammettere che un sentimento si possa incorporare in un documento. Ci sono infatti le lettere d'amore e i telegrammi di condoglianza. Un messaggio registrato, stante l'evoluzione delle comunicazioni, può considerarsi un documento. Poco romantico magari, ma lo è.

Adesso, un documento che contiene emozioni in realtà le testimonia, giacchè non può contenerle in senso letterale; e le testimonia come un messaggero, ma questo presuppone che le emozioni, in qualche altra persona, vi siano pure state.
Orbene, questo non è, giacchè nessuno ha potuto sapere del mio tentativo di telefonata a credito esaurito, e quindi nessuno ha potuto propriamente "spiacersi". Ecco, questa è una discettazione sul nulla, ma serve a porsi un'altra domanda.
Quale astrusa ragione culturale, o psichica, ha fatto concludere agli amministratori della mia compagnia telefonica che trattare i clienti come cretini fosse un'asigenza di buone maniere?

sabato, ottobre 08, 2005

Addio Fausto.

Stavolta lo ammazzo. Lo cerco, lo trovo e lo ammazzo.
Fausto Bertinotti. Sei comunista, e passi. Con quella signorilità così compiuta che si appaga l'orecchio solo a sentirti, ti si perdonerebbe di peggio. E poi, quale arma migliore per servire irresistibili punti di vista: come si fa a dirti di no? La precarietà danneggia la coesione sociale. Verissimo. La precarietà era l'arma per lanciare la produzione italiana, ma ha fallito, perchè ci sono Cinesi e Indiani, cento volte più precarizzabili di noi. Esattissimo. Hai pure detto che la libertà di scegliere non ce l'hanno tutti. Si può essere più incisivi?

Io a Fausto lo voterei premier a vita, altro che soglia di sbarramento.
Ma ho un sospetto; un tarlo fastidioso che mi impedisce di sceglierlo come vorrei.
Insomma ecco, lo votano i centri sociali, gli estremisti gay, i libertari, gli anarchici, gli insurrezionalisti e gli ex-sindacalisti.
Cosa c'è di peggio di una storia d'amore finita sul nascere?

Vattene via, lasciami solo. Vattene, vattene col tuo Prodi...

martedì, settembre 27, 2005

Sabato trippa.

Oggi Putin ha parlato alla nazione russa.
Il senso delle sue parole è stato:
"E' vero, la Russia oggi è un paese forte e vitale".
Non ha mancato poi di far osservare che la Russia oggi, militarmente parlando, può spiegare una potenza colossale. Missili, truppe, sommergibili, aerei, matrioske.

Ma insomma, è una buona notizia o no?

giovedì, settembre 22, 2005

Meglio tardi...

Eccolo lì. Una volta Fini chiese di buttare fuori Tremonti. Vi ricordate, c'era Follini che lo istigava e gli diceva da dietro: "dai dai, facimmo ammuina, che poi diventi tu il premier", e il cazzone "si è vero, tremonti deve andare via!" Perchè poi? O perlomeno perchè lui no e quell'altro si? Mah, Fini in verità non lo sapeva bene, allora.

Poi ha capito qualcosa, ricordate? Ha capito che i democristiani fanno regali solo il 2 novembre, e generalmente si tratta di garofani.
Così oggi non ha fatto lo stesso errore, e piuttosto che accodarsi alla balena bianca, ha preferito salvare la faccia nella maniera più semplice e (incredibile no?) più efficace che c'è. Fare politica.
Così si è rimangiato tutto, ma è troppo tardi.

lunedì, settembre 19, 2005

E' il sangue di Maradona.

21 colpi di cannone hanno annunciato stamane il miracolo di S. Gennaro: il sangue del martire nell'ampolla si è sciolto.
Bene, ma Margherita Hack ha protestato vivamente. L'esimia astrofisica ha detto: "gli è tutta una burla", poichè anche mischiando certi elementi chimici, ella sostiene, si ottiene qualcosa di simile. Vediamo:

1) Che sia possibile riprodurre qualcosa di simile al sangue non dimostra che quello nell'ampolla sia quel qualcosa di simile.
2) Ai napoletani non gliene frega niente che il sangue sia vero o falso. Se ci fosse gente di spirito, potrebbe osservare che la Hack discetta sul sesso degli angeli.
3) Quando papa Woityla ha "declassato" S. Gennaro nel calendario, ritenendo fondati i dubbi sulla sua esistenza, apparve una scritta nei pressi del Duomo: "san gennà, futtatenne".

Diciamo quello che è: ai radical Napoli fa venire l'orticaria. A Napoli sono devoti come loro non sopportano che si sia, e se la godono come loro vorrebbero tanto che fosse.

giovedì, settembre 15, 2005

Una prece.

Costruire per tutta la vita un muro, impiegando mente e sacrificio per tirare su una barriera.
Progettarne l'immane grandezza, perchè sia definitivo ed eterno, impegnando quanto di più raffinato e sottile l'ingegno e la fortuna a poco a poco apprestano, e poi, al momento di chiudere il tratto fatale con un enorme macigno, morire.

E' quello che è capitato a Gianni Agnelli.
Sicchè i soldi da soli non bastavano, ci voleva giusto un altro pò di tempo.

martedì, settembre 13, 2005

E mo?

Lo ha fatto. Sharon ha sgomberato la striscia di Gaza dai suoi temibilissimi occupanti: i sionisti ultraortodossi.
Bisogna riconoscere che "la jena" per ora ha vinto.
Adesso ha talmente tanta credibilità che, al limite, potrebbe pure malmenare il papa in TV.

PACS tibi

Rieccoli.
Quelli dei PACS, sono tornati, sotto le elezioni (o quasi), per rivendicare il diritto d'amare.
Anzi no, contrordine, i PACS servono solo ai conviventi, anche etero, e servono ancor più agli anziani.
E poi nessuno ha parlato di matrimonio, nè di adozione.

Ma allora, dico io, lascieranno i gay nella discriminazione per sempre? E che progressisti sono? O magari fanno finta...


Va bene, lo ammetto: i comunisti di una volta mi piacevano. Erano dei farabutti, ma avevano una virtù: il coraggio delle proprie azioni.

domenica, settembre 11, 2005

De profundis.

Lo sapevo che sarebbe successo ancora. Perchè nessuno ha fatto niente?
Perchè non glielo avete detto a quelli della "Marcia per la Pace" che la pace con la guerra non c'entra niente?

Andateglielo a chiedere a Bush, o a Putin, se preferiscono la guerra santa o la santa pace. Chiedeteglielo al Berlusconi, a Fini, a Prodi. Ma tutti sono per la pace, porca miseriaccia!
Perchè nessuno discute il problema politico della guerra?
A che serve manifestare sul niente? A preparare la scaletta a Prodi e Kerry? Ma nemmeno loro ritireranno le truppe! O forse si?
E come facciamo ad esserne sicuri, visto che lo hanno sempre negato? E come faranno a consegnare, poniamo, l'Iraq alle tribù Sciite filo-iraniane? L'america rinuncerà al Medioriente? E Israele? Pure loro si ritireranno dalla partita? E i missili, le banche, gli affaristi, i coloni, la Russia...

Niente da fare, la ragione è troppo noiosa per questi qui.
E allora preti in camicia e ragazzetti in stile etnico, uomini di cultura e puttanoni da superattico, politicotti e politiconi, nomi e nomignoli; tutti a manifestare come se servisse a qualcosa.
Il loro motto è "fateci sognare, vi regaliamo voto e cervello".

venerdì, settembre 02, 2005

Buon divertimento!

"L'america è avanti!" dicono da cinquant'anni gli intellettuali di casa nostra.
Adesso, trascuriamo pure il fatto che lo hanno detto sempre, prima della Francia, poi dell'Inghilterra, e trascuriamo pure il dubbio che questa sparata sia o meno corredata di quella malafede che politicizza ogni cosa; il punto è:
Ma ci credono davvero? E bastano due lucine colorate a convincerli?

Intanto basta un terremoto, un black-out o un'alluvione a cancellare ogni traccia di civiltà: la polizia spara sugli sciacalli, gli sciacalli allora si organizzano in bande e sparano sulla polizia, gli onesti aspettano una elemosina davanti alla quale ci sono sempre altre priorità (questa volta è la guerra in Iraq, ma in genere è la cronica mancanza di strutture pubbliche), i presidenti corrono ai ripari (nel senso della poltrona) e ingaggiano truccatori da un milione di dollari per rifarsi.
Siamo tutti liberi di considerarli effetti estremi di situazioni estreme, che non dimostrano nulla tranne qualcosa di trascurabile.
Nondimeno io, che pure libero sono, la penso in tutt'altro modo.

Io penso che la libertà dalla paura sia il presupposto della convivenza civile: non per nulla è la ricchezza più difficile da accumulare. E' talmente difficile che se lo chiedete ad un politico, ad un prete, ad un imprenditore non sa nemmeno da dove partire. A noi ci sono voluti migliaia di anni.
Questo non vuol dire, però, che io neghi una verità lapalissiana: se avete tanti soldi, forze e potere, se avete la macchina sportiva e le scarpe di coccodrillo, se avete l'attico a New York e la cena con de Niro, l'America rimane il migliore posto del mondo.

venerdì, agosto 26, 2005

Le dimissioni della realtà.

Poichè ier sera quel merdaiolo di Cofferati (ve lo ricordate, il compagno da salotto, il sindacalista-chiwaua) ha ricordato la strage di Bologna, insistendo oscenamente su quella verità tutta opinabile (anzi, per molto meno lui e suoi pari la definirebbero vergognosamente falsa, se riguardasse i fattacci loro) che vuole che la stessa sia stata una strage fascista, credo di servire la verità ricopiando sul mio umile blog un articolo di tale signor Renzaglia, coinvolto e prosciolto nella faccenda e poi, credo, risarcito, dagli stessi sbirri che accreditarono per primi la tesi che oggi a quanto pare ancora spopola nei salotti bolognesi.


"Venticinque anni fa, il 28 agosto 1980, venivano spiccati ventotto mandati di cattura. L’operazione, ideata e guidata dal dott. Russomanno, dirigente del servizio di controspionaggio del ministero degli interni, Sisde, ed avente come obiettivo la destra radicale, fu la prima del dopo strage.

Quel depistaggio non durò a lungo: era stato costruito troppo male. Tutti e ventotto fummo prosciolti nel giro di pochi mesi. Fu il primo di tre depistaggi dei quali io stesso fui oggetto.

Il più importante si concretizzò qualche mese più tardi: il Sismi – servizio segreto militare – mise (e ritrovò…) in uno scompartimento del treno Taranto-Milano un mitra, due biglietti aerei a nome falso ed una borsa contenente lo stesso esplosivo utilizzato a bologna. Come mai massimi dirigenti del Sismi che avevano costruito quella pista (e furono poi condannati, rei confessi, in un processo nel quale noi fummo parte civile) avevano utilizzato proprio quell’esplosivo, se la perizia relativa alla strage non era stata ancora depositata? Come facevano a sapere quale esplosivo era stato usato alla stazione di Bologna? Nessuno glielo ha mai chiesto. Così come nessuno si è mai domandato come mai quella pista era stata ideata agli inizi di luglio, ovvero un mese prima della strage. Chi commissionò quella pista prima ancora di compiere il massacro?"


Com'era quel fatto? "Se il popolo non è d'accordo col partito, il partito chiede le dimissioni del popolo".
Addirittura in questo caso è la realtà accertata a non andare d'accordo col partito. Ma tant'è...

giovedì, agosto 25, 2005

Edwige, chi voti?

Lo si temeva. Anzi, lo si doveva temere: la DC sta nascendo dalle proprie ceneri, ma stavolta non sembra essere il solito falso allarme lanciato ad ogni muso democristiano che apparisse troppo nelle cronache politiche.
Stavolta ci sono i fatti.

Secondo alcuni le malelingue di centrodestra avrebbero preparato una vendita a trance dell'attuale premier, al di là del voto di aprile, e in pieno stile "prima repubblica". Cade uno, si avvicenda l'altro, e chi ci guadagna è la piovra (altro che balena bianca!).
E come pensano di arrivarci, al potere, col sistema maggioritario? Ma è semplice!
Hanno chiamato Tronchetti Provera, Montezemolo, della Valle e soci e si sono detti:
"Raga, l'Italia fa schifo! Adesso basta".
Ah la democrazia! Questi qua se si candidano non prendono nemmeno un consigliere di circoscrizione, a Montezemolo non lo vota nemmeno la moglie!

Pare che l'unico vantaggio della democrazia, di questi tempi, sia che ci solleva dal peso di occuparcene.

martedì, agosto 16, 2005

Libertà di dirlo.

Finito il colonialismo molti paesi hanno trovato la libertà.

Ma invece di ritrovarsi alla pari con i grandi si sono trovati peggio di prima.
Allora hanno capito che quel: "siete liberi" stava per "siete licenziati".

Azzo, e mò li fai fessi agli Inglesi...

Il peccato di Ezra.

Come poeta, Ezra Pound è stato probabilmente uno dei pochissimi grandi dell'ultimo secolo: la sua poesia, terribilmente complessa e profonda, un labirinto di ricordi, reminiscenze e riflessioni, è decisamente una primizia per pochi eletti.
Ezra Pound essenzialmente rivive tutta la sua percezione del mondo in due o tre attimi di genio, e questa così eccelsa (e inavvicinabile) arte non sarebbe nemmeno tanto divulgata, se non fosse per quei quattro gatti tristi e snob che amano farne sfoggio per dimostrare di esserne all'altezza.
Ezra Pound affascina per la dottrina e la misteriosa sicurezza; Ezra Pound convince, anche chi dalla lettura dei suoi versi non capisce niente. Un pò come Dante.
E infatti, proprio come il sommo poeta, anche Ezra Pound non ha bisogno di critici, professori o dispensatori di opinioni.
Diceva Eliot, praticamente suo devoto discepolo più di tutti, che di lui tutti parlavano e pochi capivano.
Diciamocelo, la poesia di Pound non è una robetta da scuole superiori, nè da esame universitario; chi la capisce è bravo.

Eppure, qualcosa Pound la dice, fuori dal turbinio dei ricordi e dalla furia creativa del poeta. Pound, pure internato come pazzo al manicomio dalle truppe alleate, al loro arrivo a Pisa, in realtà pazzo non era. Nemmeno un poco.
Pound diceva che non è la lotta del proletariato a muovere la storia. No no.
La storia è mossa dall'usura. Solo le grandi spinte speculative muovono le guerre immani, i traffici tentacolari, le trappole civili. Solo chi crea denaro dal nulla può costringere il padre ad assassinare il figlio e viceversa, perchè chi fa usura diventa padrone anche dell'acqua, anche del pane, anche dei figli che avete in grembo. Ragionevole, no?
Invece no. Non lo era affatto.
Lo era piuttosto il socialismo reale, il maoismo o lo stalinismo, lo era la politica coloniale e cripto coloniale, lo era il mondo pazzo dei santoni della FAO o dell'Unesco. Tutto, ma questa storia di bloccare il prestito a interesse agli stati proprio no.

Occorre fare un passo indietro, per chi queste cose non le mastica: da un paio di secoli i nostri stati non producono da sè la moneta, ma devono chiederla alle rispettive banche nazionali, che sono enti a partecipazione privata e solo a controllo statale. Cosicchè gli stati, per emettere moneta, sostanzialmente devono chiederla a dei privati.
E, va da sè, quando la chiedono si indebitano.
Il debito pubblico poi lo pagano i cittadini con comode tasse periodiche.
Inoltre i cittadini, se chiedono un prestito a una banca, si indebitano a loro volta secondo un interesse deciso dalla stessa (e la regola è quella della cravatta).

Ezra Pound pensava (ecco il nocciolo della sua idea) che i prestiti potevano essere fatti direttamente dagli stati, senza usura, emettendo moneta dagli stati stessi prodotta, ad interesse molto più agevole, senza creazione di debito pubblico; ma avrebbe avuto risposte durissime: "gli stati? Buona questa! Cosa hanno fatto per noi gli stati? Dove era lo stato quando la gente aveva bisogno? E poi come si fa?".
Ezra Pound avrebbe forse provato a ribattere che il meccanismo bancario era perverso e inutile, assurdo, suicida; che arricchiva parassitariamente un intermediario, la banca, soffocando l'economia sana (quella che produce, coltiva, costruisce, inventa, sogna), che la storia dell'economia lo dimostrava.
Ma quegli altri lo avrebbero sbattutto tra i pazzi comunque.

Forse lui avrebbe domandato, già stretto in manette e prossimo alla cella: "ma, scusino, lorsignori sono forse banchieri?".


Questa insolenza non gliela perdonarono mai.
Come non gli perdonarono mai nemmeno quel saluto fascista al processo che gli confezionarono gli anglo-americani. Plateale, sconvolgente e scaldaloso, ma soprattutto inopportuno, in quei giorni di voltagabbana e delatori.
Ma poichè era un poeta maledettamente affascinante si inventarono comunque un modo per non sembrare dei soldatacci ignoranti. Si inventarono una usura sull'immagine.
Cioè loro continuarono a stampare i suoi libri, e la sua memoria continuò a rimanere chiusa in quel manicomio, come un capitale che non si vuole mai riscuotere, per continuare a campare di interesse.

E lo sapete come funziona questo truffaldino dilazionamento, questo eterno rimandare il confronto con il suo pensiero? State a leggere:
"Forse, esiste un bisogno d'infamia connaturato allo scandalo poetico", cioè era pazzo, masochista e pure un pò stronzo, sebbene grande poeta.
Il che, evidentemente non significa un bel niente, come il nome di chi ha scritto questo profondissimo pezzo di psicanalisi d'accatto. Tale Giorgio Manganelli.

sabato, agosto 13, 2005

Un brodo di riso.

Bella storia quella cinese.
Sono più di cinquant'anni dell'era contemporanea che ci provano. Hanno provato con la rivoluzione, quando da noi si portava, ma essendo poco avvezzi all'uso della mediazione, della moderazione tattica e alla pratica cristiana della temperanza, hanno fatto praticamente un macello. Un inutile e immane macello.
Poi hanno provato con le armi, con le truppe l'artiglieria e i missili terra-aria. Niente pure lì, perchè nessuno li provoca, nessuno dà soddisfazione; per capire che la guerra è una balla ci hanno messo mezzo lustro.
Poi la bomba atomica, manco a dirlo.
Recentemente i servizi segreti francesi hanno svelato che dietro i disordini del maggio francese, la culla del "68", forse c'erano loro. Fomentavano movimenti culturali sovversivi per prendere il potere nelle fabbriche e nelle università? O miravano ad indebolire i governi francesi fino a svuotarli di legittimità, per piazzare infine un governo-fantoccio? Beh, in ogni caso era una idea del cazzo.

Adesso ci provano con il villaggio globale. Ma perchè non glielo andate a spiegare che per governare gli altri stati bisogna prima governare il proprio, in un modo o nell'altro?
Andateglielo a dire per carità, perchè nella stanza dei bottoni cinese, sono anni ormai che alla pausa pranzo non si mangiano che lacrime.

venerdì, agosto 05, 2005

Imagine there's...

Col terrorismo per le strade il diritto è morto.
Non solo perchè i terroristi sono capaci di tenere in scacco la legge stessa, nei suoi momenti istituzionali e civili, ma soprattutto perchè i terroristi non hanno una patente.
Chi è terrorista lo è e basta, senza bisogno di iscriversi a qualche albo, nè di fare concorsi nè di fare trafile burocratiche per ottenere autorizzazioni.
Questo significa che un terrorista abusivo non esiste; e poichè il terrorismo conviene agli sciacalli più che ai bombaroli e alle loro impossibili rivoluzioni, c'è da temere che la "piazza" sia affollata più da banchieri che da paranoici.

Immaginate se Al-Zarqawi ammazzasse Di Canio. Tutti i laziali si schiererebbero con Bush e Sharon.
Immaginate.

mercoledì, agosto 03, 2005

Il dio degli arabi ha un caratteraccio, ma pure quell'altro...

Oh insomma, diciamola! I terroristi ci uccideranno tutti.
Sempre che non arrivino prima le api assassine.

Scusate, mi fa ribrezzo passare per un emulo di Moore, ma a fare l'amerikano proprio non ci riesco.

martedì, luglio 26, 2005

Pensiero per l'estate.

Osserva Jean Cau quanto sia ridicolo che la massima espressione architettonica dell'evo moderno sia stata considerata per molto tempo la metropolitana di Mosca:
"La Grecia di Pericle il Partenone, il medioevo Chartres (la cattedrale di, n.d.r.) e i Russi una metropolitana. Ridiamo fino alle lacrime."

Grande verità: l'architettura disegna l'anima di un secolo.
Purtroppo per noi.

domenica, luglio 24, 2005

Declino!

Azz.
I pacifisti hanno sfilato a Verona contro la violenza. Hanno tirato un paio di bombe carta e hanno sfasciato due o tre vetrine. Che caratterino!
E non vanno nemmeno in galera.

In realtà fare i pacifisti sul serio è eroico, quindi esclusivissimo, aristocratico, raro. Il pacifista vero si presenta nudo e disarmato davanti ai suoi carnefici.
Il pacifista accetta di morire per dimostrare che lui, che pure potrebbe, non risponde con la stessa moneta; il pacifismo non è mai della massa, ma sempre, a suo modo, dell'eroe.
Mentre oggi si fanno passare per pacifisti chiassosi assembramenti di ragazzetti, che menano alle guardie finchè gli danno spazio, salvo poi lamentarsi in coro coi giornalisti quando ad essere menati sono loro.
Eppure non è colpa, credo, delle famiglie radical-shic che li hanno allevati.
In realtà giocare d'azzardo senza scrupoli per poi lamentarsi dei fallimenti, oggi lo fanno tutti.
Lo pretendono anche dai soldati: "missione di pace", ad esempio, è una specie di lagnanza preventiva, pronta per l'eventuale disfatta militare.
In parole povere, se il generale fallisce oggi non ha perso la guerra, ma ha perso "un'occasione per aiutare un popolo oppresso". Quindi è una vittima.

Geniale, no?

sabato, luglio 23, 2005

AAA Foglie di fico vendo.

Questa è bella: in un caffè di Roma, tanti anni fa, una bella signora scollacciata venne insultata da un giovinotto arcigno e minuscolo. Al sanguinoso affronto rispose, non potendo certo la signora, un gentiluomo con modi aristocraticamente spicci: venne domandata una riparazione a duello.
All'insolita ma nient'affatto stupida proposta il castigatore di costumi volle accampare scuse meschine come la sua persona e, rifiutando, non si fece più vedere.

L'episodio è successo davvero: il castigatore di signore era Oscar Luigi Scalfaro, il galante (e, probabilmente, furbo) paladino era il principe Antonio de Curtis (in arte Totò).

Questa, fino a che ha potuto, era la DC.
Una "mappata" di fanatici della forma cristiana, cui piaceva tralasciare la sostanza. Una confraternita potentissima di tutori del buoncostume più feroce e vigliacco. Degni figli di quegli Eliot che ragionavano libri interi sulla necessità del cristianesimo nelle leggi, dimenticandoselo però nei cuori.
Costoro hanno scristianizzato l'Italia con lo stesso errore con cui i fautori della Riforma hanno scristianizzato la Germania: la mancanza di buon senso.

Perchè una cosa sola nausea gli italiani, da buoni cattolici, più di una sconcezza: un censore di professione.

venerdì, luglio 22, 2005

Realtà virtuale.

Via, diciamola tutta.
Con il muro in Palestina (in Palestina sì, perchè in fatto di concessioni millimetriche, agli israeliani non la si fa), gli abitanti dello stato di Israele sono più sicuri.
E infatti sono diminuiti gli attacchi suicidi, sono diminuiti i presidi dell'esercito e i terroristi rimangono impotenti e beffati.
E via diciamolo che col muro in Israele si sta meglio!

E dopo averlo detto però, diciamo pure altre cose: il fatto che gli uni (piuttosto che gli altri) debbano stare sicuri è assolutamente un partito preso. Muro in Palestina? E allora perchè non un muro in Israele, a protezione dai voracissimi coloni ultranazionalisti?
Mi pare che le violenze, le invasioni, gli accaparramenti e le strategie bombarole non le abbia inventate Arafat. Certo, anche lui non si è fatto pregare, per prendere subito (cattivo) esempio; magari poteva fare come Ghandi. Chissà se lo avrebbero ascoltato.
Oppure poteva sopportare cristianamente.
Ma che importa poi... il problema non lo si risolve invero perchè Israeliani e Palestinesi, oltre ad essere due soggetti in lotta, sono due pretesti.
E badate bene, sono pretesti di due soggetti molto più grandi.

Questo è il problema.
Ma la gente, coglionata e fessa, ancora si studia di cernere, tra corpi insanguinati e pallini di ferro, i buoni dai cattivi.

lunedì, luglio 18, 2005

A pensar male ci si azzecca.

Adesso i Curdi mettono le bombe, proprio adesso!
Caspita i Curdi, i partner privilegiati dell'Occidente socialdemocratico, i paria perseguitati (o quantomeno discriminati) da ogni stato canaglia che si rispetti.
Adesso, i tempi delle bombe islamiche, integraliste, pan-arabe...
Dice che sono separatisti.


In realtà, stamattina Bush ha chiamato Putin e gli ha detto: "Senti, se vuoi litigare dillo".
Putin ha riattaccato, spernacchiando una risata strozzata.

domenica, luglio 17, 2005

L'aria di montagna.

Il papa ha detto che le vacanze sono una necessità, per chi vive nel traffico e nel rumore.
Si trova lo spazio per la solitudine, il silenzio e la riflessione.
Eccellenti riflessioni, se non fosse che per un motivo: d'estate, la gente per lo più va al mare.

Come si sa, il papa è infallibile solo quando parla ex cathedra.

sabato, luglio 16, 2005

Blob

Ha detto Bush che lui rappresenta l'Occidente.


Bella, no?

Vitelloni a mandorla.

Oggi guardavo un paio di belle scarpe "made in China". Mi chiedevo cosa ha provato quello che le ha cucite, a lavoro finito. Sono colorate, inutilmente tecnologiche, estetiche, ma per lui forse inarrivabili, incomprensibili, spudorate...

Poi mi sono ricordato le parole di Ciampi al suo viaggio in Cina: "anche noi nel boom economico eravamo così".
A parte il fatto che noi negli anni '60 non cucivamo le scarpe per gli americani (casomai in quegli anni ce le iniziavamo a comprare, le scarpe americane), andrebbe ricordato che noi lavoravamo essenzialmente per il mercato nazionale.
Eravamo metalmeccanici, operai edili, artigiani, braccianti, e questa non è una differenza di poco conto: noi lavoravamo per la nostra ricchezza in cambio di salari spillati a suon di scioperi ai datori di lavoro.
I cinesi producono per la nostra ricchezza, sottopagati e stipati nelle catene di montaggio che lo stato amministra con i metodi di una dittatura socialista. I cinesi rovistano nella pattumiera dei nostri scarti tecnologici, per recuperare mercurio e rame a mani nude. I cinesi vengono licenziati se si infortunano e uccisi senza processo se si ribellano, complici le leggi, lo stato, l'industria, e gli investitori stranieri.

Ciampi dice che quegli anni li abbiamo passati pure noi. Mio nonno, invece, si ricordava tutt'altro.
Mio nonno si ricordava delle canzoni di Claudio Villa, del posto fisso che si trovava facilmente, del dignitoso vivere borghese dell'"uomo qualunque", delle spiagge affollate, dei film all'italiana.
Niente, Ciampi dice che è lo stesso.

martedì, luglio 12, 2005

La Cassa del Mezzodì (corso accelerato di persuasione alla lobotomia votante).

Il Sud (e la Lucania specialmente) non va, dicono tutti.
Ovvio che non va, se continuate a lamentarvi. Alcuni dicono che c'è, in questa petulante rassegnazione, forse qualcosa di arcaico, ma anche questo è banale.
Di antico, in questo torpore, non c'è proprio nulla ; i contadini erano gente allegra e fattiva.

Gli impiegati in inutili enti da tre generazioni, quelli sì che sono rassegnati e noiosi.
Questa evidenza però non impedisce ai portaborse della coscienza dei vari onorevoli Colombo di ritrovare, complici i soliti Levi e Scotellaro, tale abietta mediocrità nella memoria dei nostri nobili antenati. Ma è, a modo suo, una bestemmia e un suicidio.

La verità è che manca il lavoro. Quello vero, dico, quello che si suda.

giovedì, luglio 07, 2005

Europa o non Europa?

Una gran parte dei giornalisti sembrano concordi su un punto: questo vile attentato ha colpito l'Europa, come a Madrid, nel suo cuore. Nessuno sarebbe più al sicuro.

Precisiamo: è stata colpita una nazione che fa la guerra al terzo mondo, che si chiama Gran Bretagna, non Europa.
Non hanno colpito la Francia e questo non è un caso.
Interessanti però i cerchi logici degli anglofili: adesso l'Inghilterra è Europa.
Ma solo poco tempo fa era tutta un'altra cosa: Euro, Maastricht, politica estera. E non è nemmeno una novità: basti pensare gli "europeisti" inglesi degli anni '30 dovettero arruolarsi con Hitler per salvarsi dall'isolamento politico.
Adesso che non gliela fanno più, dato che non gli basta il premier della Bulgaria e della Polonia, sventolano l'effige di Federico II.
Che lenze!

martedì, luglio 05, 2005

Confiteor.

Però Kofi Annan è salito sul palco, a Londra, per ringraziare tutti.
Giustamente il pubblico gli avrebbe potuto rispondere: "di niente".

E' interessante il meccanismo morale: si ammette il peccato, terribile ed universale; ci si confessa, si fa il mea culpa e ci si dà l'assoluzione da soli.
Decisamente più efficente dei soliti tribunali.

Al limite del pensabile infine, addirittura ci si ringrazia a nome delle vittime.
Purchè il ringraziatore sia d'aspetto etnico, l'immagine non fa una grinza.

Brindo alla sete.

Diceva un tale lord inglese, qualche anno fa: "Gli aiuti consistono nel tassare la povera gente dei paesi ricchi per passare i soldi alla gente ricca dei paesi poveri".
Egli non sapeva ancora delle strepitose evoluzioni della beneficenza del 2000: Non solo i soldi, come trent'anni fa, passano di mano dalla piccola borghesia occidentale ai corrottissimi gerarchi dei paesi poveri; addirittura i poveri bambini africani, un tempo passivi osservatori, oggi vengono reimpiegati in maniera creativa per salvare la carriera di decrepite rock-star.

Buttiamola in politica và, che almeno salviamo la decenza:
Allora, viene cancellato il debito, ma viene lasciato in vita il cappio dell'interesse (e dell'interesse sull'interesse). E' una mossa molto ingenerosa.
E' come tenere in vita un torturato, perchè non smetta di soffrire.
E chi si erge dall'altro lato, con una geniale ricetta politica? Nientedimeno Bob Geldof (il cantante), che ha chiesto a Paul Martin (il premier canadese) di stanziare almeno lo 0,7% del PIL per i paesi poveri.
Il "Toronto Post" gli ha fatto osservare che la cifra, 50 miliardi di Euro, è esattamente la somma che il governo avrebbe in mente di stanziare per la spesa sanitaria.

Ho un'idea: smettiamola di festeggiare, pasteggiare, ballare "a nome" dell'Africa.
O andiamo ad aiutarli, o non se ne parli più.


Grazie, a nome degli Africani.

mercoledì, giugno 29, 2005

Un disco per l'estate.

Le previsioni meteorologiche estive dei TG sono un paradosso terminologico: quando dicono che peggiora vuol dire che arriva un pò di frescura, quando dicono che migliora vuol dire che arrivano i 40 gradi all'ombra.
Ma perchè allora usano i termini "migliora" e "peggiora"? Non possono dire che farà più o meno caldo, che sarà nuvoloso o che pioverà, e basta? Perchè occuparsi di tracciare un discrimine di valore su una cosa per sua natura tanto amorale come il clima?
Non sarà che i loro modelli di riferimento, gli unici di cui conviene curarsi sono giovani, ricchi e in vacanza?

"Bel tempo di merda!" disse il nonno, stramazzando al suolo.

sabato, giugno 25, 2005

E le bollicine?

Dal sito Indymedia.
Sono sempre più convinto che l'unico antidoto anticapitalista e' fare sesso il piu possibile degradando tutto il resto a qualcosa di secondario. Dobbiamo liberarci completamente e vivere la nostra naturale bisessualità per far cadere ogni forma di discriminazione.

Fare sesso degradando il resto... era una opinione molto in voga agli albori della teoria pangermanica (e paganeggiante) della razza, anni '20: "i problemi del mondo derivano tutti, direttamente o indirettamente, dalla repressione del desiderio sessuale", che ricalca poi, l'intuizione del ben più noto de Sade.
Se non fosse, però, che le derive tipiche di una società malata, aggressività, egoismo, competizione, casomai si acuiscono in un contesto sessuomane. Non a caso certo femminismo ha rintracciato proprio nel desiderio sessuale il nocciolo del capitalismo.

L'illusione di "stappare", letteralmente, la felicità è un disordine tipico del giorno d'oggi: "se si eliminano tutte le regole, si sta meglio tutti", questa la sostanza.
I liberisti, più pudichi, si accontentano di applicare l'inusuale ricetta solo all'economia.
Nondimeno, in entrambi i casi, è meglio camminare muro-muro.

venerdì, giugno 24, 2005

Un presidente piccolo piccolo.

Avete visto la visita del Papa al Quirinale, da Ciampi?
Cazzo, manco lo ha fatto entrare, che subito gli ha ripetuto l'articolo 7 della Costituzione: "lo Stato e la Chiesa sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani", riferendosi sotto metafora al referendum malandrino del 12 Giugno.
Poi gli ha detto buongiorno e lo ha fatto sedere.

Che forza, quel presidente: si accoda al leticare più pretestuoso dei radical, si dimentica delle libertà di espressione, si dimentica di sfoltirsi le sopracciglia...
E pensare che in mezzo ai Cinesi, or non è guari, era così contento.

Lei non sa chi sono io / secondo tempo.

Come se non bastasse poi, a giudicare dalle anticipazioni sul nuovo film, Benigni ha smesso di fare il comico per passeggiarci sui testicoli.
Anche lui, traditore.

Lei non sa chi sono io.

Si parla tanto di crisi del cinema italiano, e non si dice mai che la crisi non viene dalle stelle.
Ma come fa un pubblico internazionale educato a Monicelli, Fellini, ad Albertone, Totò, Gassman o de Sica a guardare Pieraccioni, Accorsi, Moretti?
Ciprì... Ma che cazzo di nome è Ciprì?

La commedia all'italiana non è una dittatura artistica, ma certamente in quel sapiente intruglio di amarezza e nostalgia, di gioia, ilarità e macchiette, noi italiani riuscivamo davvero bene, perchè siamo gente allegra di cuore e profonda di testa.
Siamo creativi, geniali, noi, e brilliamo nella recita a braccio, nell'osservazione, nell'improvvisazione.
Ma questo nuovo stile, questo edulcorato sentimentalismo sui travagli dei passaggi e sui passaggi dei travagli, quanto vale? Quanto vale un involtino primavera preparato a Napoli?

Abbiamo dimenticato il palcoscenico e il pubblico per l'accademia, abbiamo formato centinaia di attorucoli a metà strada tra Albertazzi e Costantino, abbiamo innalzato autori pallidi e mediocri. Ci siamo reinventati copiando e dimenticando.
La verità è che da sempre la classe culturale Italiana non ha stima di sè.
E' matematico, prima o poi si vergogna.

mercoledì, giugno 22, 2005

Bruciooooo

Due stupri in una manciata di giorni, a Milano e Bologna. Stessa dinamica: due immigrati picchiano lui e violentano lei.
Negli stessi giorni pare che un tentativo identico sia andato a vuoto per un pelo, alla periferia di Milano. Inoltre non è la prima volta.

Chi soffia sul fuoco e chi dice di non soffiare.
Se le leggi fossero applicate tutte intere non avremmo bisogno nè di piromani nè di pompieri.

Ma, a giudicare dalle acutissime osservazioni del procuratore di Bologna ("è colpa del lavoro in nero"), direi che c'è poco da sperare.
Ben vengano allora piromani e pompieri, con la speranza sottintesa che i primi, per qualche breve tempo, facciano tremare di sano ravvedimento quelli che discettano ancora, davanti all'incendio, sui se e sui ma.

Avanti noi, come al solito.

Sul Foglio di Ferrara si comincia a sparare troppo in alto.
Adesso il nostro se la prende (pagina intera dell'inserto) a pieni polmoni con le tentazioni eugenetiche degli organismi ONU.
Politiche di denatalità contrabbandate come "diritti riproduttivi", gravidanze nei paesi terzi conteggiate come "malattie sessualmente trasmesse", chiusure delle tube praticate mediante incentivi in Africa e America latina.
E si cita, tanto, troppo: femministe (Naomi Kleyn è solo una) sul piede di guerra con la "retorica rubata" dei diritti delle donne, cattolici e laici sulle tracce delle illegalità delle ONG del "family planning", dati alla mano sulla scarsa protezione medica della mortalità infantile e delle patologie legate al parto.

Insomma, si muore di parto, ma Emma Bonino non trova di meglio che un condom.
Come a dire: colpa vostra.


Siamo daccordo, ad ogni modo una domanda: è possibile mutuare tutto il fardello del rispetto della vita e compagnia bella, senza tirarsi dietro pure quel fetente protestantesimo laico amerikano?
Domando questo perchè, e qui la religione non c'entra che in parte, morire in una provetta e morire di mancanza di assistenza medica non è mica poi così diverso.

domenica, giugno 19, 2005

Adesso il popolo fa schifo.

Nientedimeno 25,9 %.
Si diceva addirittura 58 %, si prevedeva il riscatto di un mondo scentifico e femminile scalpitante, si immaginava la sonora sconfitta del medioevo antiscentifico. Niente.

Secondo me: i radicali sono riusciti nell'impresa disperata di accreditare una possibile vittoria, ben sapendo, furbacchioni quali sono, che tanta sinistra e certa destra, sempre a caccia di voti emotivi, di paroloni antroposofici e di chiacchiere impreziosite da scenziati, attori e soubrette, si sarebbero venduti non dico l'anima loro, ma certamente l'anima di tutti gli altri, pur di cogliere un successone scandaloso (o finto tale) e rumorosissimo.
Se la sono giocata tutta, carpendo la buona fede e la dabbenaggine di tutti gli idealisti che ancora cialtroneggiano con le parole della contestazione sessantottarda.
A tale bisogna ha giovato loro la profonda conoscenza del palazzo e dei vizi del potere, le importanti sponsorizzazioni in alto loco e i giochetti mediatici dell'industria referendaria.

Ma, purtroppo, tutto è andato per aria: la gente non ha ritenuto di inoltrare alcuna protesta.

Vattimo è disperato, ha detto che tutta l'Italia, se si levano quei due o tre come lui, è "un paese marcio".

sabato, giugno 04, 2005

Gianfranco finiscila!

Lo so, il tema è banale: il lento disfacimento della politica italiana (e di AN) sotto le grinfie di Gianfranco Fini. Ma è quantomai tornato attuale, dopo l'ultima maratona di incongruenze del Nostro. Allora, non parliamo del suo Fascismo-Antifascismo, che riesce a conciliare (o almeno ci prova) i voti dei nostalgici con le uscite partigiane: lui ha tutto il diritto di essere bifronte; il problema casomai è di AG, che accompagna, complice la cocaina, gli osanna al "leader" ed alle sue "aperture" alla lettura di Evola e Junger.

Parliamo di strategia politica, invece. Dunque, Fini si situa senz'altro a destra, "il nuovo che avanza", quindi; il partito di quelli che "l'inciucio" non lo hanno mai fatto, l'antipartitocrazia per eccellenza ecc. Piano piano, un passettino alla volta, adesso si trasforma e prende nuovo corpo. Cosa ne è uscito fuori? Incredibile! Una DC, però sfigata.
Prima fa quadrato con Berlusconi contro le sinistre, poi fa comunella con Follini contro Berlusconi. Prima collabora al progetto della grande destra, poi a quello del "grande centro".

Atto primo: assilla, insieme ai DC, il premier per sostituire un ministro dell'economia piuttosto nazionalista che non piace ad Andreotti. Poi, accortosi dell'errore, per evitare il peggio (cioè la sostituzione col democristianissimo bancario Mario Monti), accetta il vice di Tremonti.

Atto secondo: alla prima avvisaglia di sconfitta elettorale (le regionali) batte i piedi per sostituire il vertice della CdL, d'accordo con i vecchi DC. Dopo si accorge che i DC hanno due strade per arrivare al potere, mentre lui ne ha una sola e, quando vede Follini fare l'occhiolino a Rutelli, dichiara la ritirata ai suoi. A quel punto rompe l'amicizia con Follini, rimanendo così isolato, e si becca pure Tremonti come compagno di banco.

Atto terzo: a causa del calo di voti di AN, è costretto ad aderire al progetto di partito unico fondato dal (e sul) Cavaliere. Ma la proposta (quella che gira in questi giorni) è: lui segretario, Casini premier e Berlusconi presidente della repubblica. Un bel pasticcio all'italiana, con un cavallo vincente, uno in sorpasso e uno parcheggiato (indovinate chi è?).

Finalino: alla disperata ricerca di consensi a poco prezzo, si spaccia per tutto (avete presenti quelle ragazze che l'hanno già data una volta, e quindi...): libertario, partigiano, sindacalista, radicale. In una girandola di illusioni prima sostiene la candidatura di Emma Bonino all'alto commissariato UE per i rifugiati e poi se la dimentica (facendola infuriare); prima sostiene la linea cattolica del partito, fino a fondare addirittura una commissione interna per le questioni cattoliche, poi si dichiara contro la legge sulla FMA (che lui stesso, in preda ad un pio furore, aveva fatto votare); prima si dichiara di destra, poi apre alle strumentali richieste del sindacato sul "contratto degli statali". Insomma ci prova con tutti.

Un ultimo particolare: qualcuno ha spettegolato su di lui a proposito della incredibile scelta sul referendum. Fini se la farebbe con la Prestigiacomo. Come ha risposto lui? "E' una calunnia maschilista..."
Questa è davvero bella. Sarebbe maschilista se la Prestigiacomo fosse stata costretta ad andare a letto con lui. Qui si è parlato invece di un accordo più che paritario tra amanti in barba alla correttezza istituzionale, che c'entra il maschilismo?
Attenzione, nessuno aveva ancora affermato che la bella ministra gliel'aveva data in cambio del voto, ma solo che un flirt preesistente aveva influenzato il leader di AN. Fini insomma poteva uscirsene con una battuta elegante e cavalleresca. Invece, praticamente ha affermato: "no, la Prestigiacomo non sì è prostituita con me per farmi votare si", tradendo, forse, addirittura una fantasia erotica. Quella sì maschilista.

E adesso la Prestigiacomo non gliela dà nemmeno da morta.

venerdì, maggio 20, 2005

L'epopea di cartapesta

Si sa, non dico nulla di nuovo. Voglio solo farvi osservare una differenza di stile tra due mondi, due visioni.
Come durante il Trionfo, l'apoteosi tributata ai condottieri nell'antica Roma dopo una grande vittoria, vi era un uomo accanto al protagonista a ricordargli "sei solo un uomo", così la storia dell'elezione dei Papi ha sempre previsto la figura del Camerlengo, colui che intronizza il nuovo Vicario di Cristo e, dando fuoco davanti ai suoi occhi ad un pezzo di stoppa, pronuncia la frase "sic transit gloria mundi".
E' vero: il potere, che pare assaggio d'eternità, porta con sè un grande senso tragico. Esso non pare esser fatto per l'uomo, che non può mai possederlo fino in fondo.
Il condottiero romano e il Vescovo di Roma. Ma ricordate il "Cid campeador" e l'epopea mediorientale di Ghilgamesh? Oppure la saga nordica di Sigfrid? Eh si, il potere brucia in un lampo come quel pezzo di stoppa, e "la gloria dell'uomo non è che vento".

Adesso tornate ai giorni nostri: avete visto quanta compostezza nelle nostre vittorie elettorali, vero? Omacci in doppio petto, con la faccia rossa e contornati da biscazzieri brindano e brindano. Fino a notte fonda. E si tratta pure di vittorie "a termine"; quattro, cinque anni. Mah!

Ma allora mi domando: qual'è il senso del potere? Quel senso amaro che costringe alla gravità delle scelte, o la semplice evasione forsennata del più forte?
Ognuno trovi la sua strada, tantopiù che oramai hanno mollato tutti: anche gli ultimi Cardinali fatti a Roma, dopo la nomina, se ne sono andati a festeggiare nei superattici di Trastevere.
Domine non sum dignus...

mercoledì, maggio 11, 2005

Ma l'amor mio non muore...

Il senato americano ha approvato nuovi stanziamenti per la guerra.
I giornalisti si lamentano e dicono che la gente è stufa.
Bush risponde che la gente, fino a prova contraria, lo ha votato.
Qualcuno azzarda che lo hanno votato solo i fanatici, e che se i fanatici sono tanti questo non giustifica la guerra.
Bush, allora, dà del "fascista" a quelli che mettono in dubbio il sistema "democratico".
Quegli altri si fanno forza e gli danno del criminale. In più gli danno del cretino.
Bush allora progetta seriamente di far approvare altri stanziamenti...

Lo avrete notato. La democrazia smette di funzionare quando tutti (deputati, giornalisti, fruttaroli ecc.) pretendono di essere riconosciuti come democratici, appropriandosi del patrimonio terminologico liberale e inserendolo in tutti i contesti per legittimarsi.
Se la si smettesse di spacciare la guerra (e la pace) come una questione di diritto e libertà, forse cambierebbe qualcosa. Ma poichè i nostri politici e i nostri giornalisti hanno fatto il callo a spacciarsi per sant'uomini, la democrazia, o una sua accettabile approssimazione, continuano ad andarsene in vacanza.
In Ucraina.

mercoledì, maggio 04, 2005

Mal di Pansa

Oggi sull'Espresso (libera nos) è uscito un articolo di Pansa (ve lo ricordate? Il comunista che ha scoperto le foibe; beh certo, un pò tardi, ma non abbastanza da perdere l'ultimo treno del "quasi berlusconismo", così in voga a sinistra), in cui diceva, in sostanza:
"Si, certo, l'antifascismo va bene, ma per il primo Maggio servirebbe anche qualcos'altro..."
"Che cosa, Giampy?"
"Bah, non saprei. Qualcosa tipo cena fredda: tartine, pizzette... sai, cose così..."


Bravo, le crisi di contenuti è bene prenderle per tempo...

domenica, maggio 01, 2005

Primo Maggio festeggiato, lavoratore coglionato.

I lavoratori gridano a gran voce la rabbia per la precarizzazione del lavoro: oramai nessuno ne è immune. Non bastano infatti le nuove assunzioni "atipiche"; anche coloro che sono entrati in fabbrica con un contratto a tempo indeterminato adesso rischiano di ritrovarsi per strada.
Dicon tutti: "il Berlusca, da bravo oligarca quale è, se ne frega altamente dei lavoratori".

Io ricordo un misterioso oggetto di qualche anno fa: se ne parlava tutti senza sapere di preciso cosa fosse, e al solo nominarlo si accalcavano nei crani vuoti di noi poveri elettori atmosfere burocratiche e tecniciste che mettevano a disagio: "pacchetto Treu". Cos'era? Praticamente l'uovo di Colombo della "new economy", in versione spaghetti: delegificazione del collocamento, via libera al "mercato" delle assunzioni, ampia libertà nella stipulazione di contratti "atipici" di lavoro subordinato. Il problema, si osservò allora, è che il lavoratore non ha alcun potere contrattuale per poter scegliere o rifiutare un lavoro precario. Spesso è obbligato ad accettare condizioni vessatorie, per questo i contratti devono essere equi e standardizzati.
Invece niente. Si andò avanti per quella strada, a nulla valendo le giuste proteste, assecondando la tendenza (forse inevitabile) dell'economia globale di tagliare il costo fisso più "maltrattabile": la manodopera. Oggi quella "novità" alla povera gente piace sempre meno.

Niente di strano, se non fosse per un particolare: il "pacchetto Treu" lo ha inventato il governo Prodi. Berlusconi lo ha solo "gradito".

mercoledì, aprile 20, 2005

Ratzi Papa/2.

Non è mancato nemmeno all' "habemus papam" il tormentone di questi ultimi anni: "volevo un papa nero". Seguito a ruota dai meno gettonati "volevo un papa latino", "volevo un papa simpatico", "volevo un papa con l'orecchino", "volevo un papa sprint" e "volevo un papa alieno".
Si è detto, insomma: "Facciamo un papa come piace al signore!".
Solo che stavolta non è il Signore che sta nei cieli, ma quello che sta al tavolo, come in pizzeria.
"Ci vuole anche le acciughe, signore?".
"Si, grazie".
"Arriva subito".

Ratzi Papa/1.

Diversi giornali inglesi hanno sottolineato i trascorsi nazisti del neo eletto. Il giovane Ratzinger aveva 14 anni e faceva parte della gioventù Hitleriana, come tutti gli altri suoi compatrioti, sicchè un giornalino di sua maestà ha titolato addirittura "da Hitler a S. Pietro". Ma quanta pretestuosità e malafede... Come se non lo sapessimo tutti che il papa anglicano, cioè la regina Elisabetta, rincorre da sempre il sogno osceno di farsi benedire da Roma. Ve lo ricordate Enrico VIII?
Giù la maschera, fratelli Inglesi! La verità è che ci piace farvi incazzare.

martedì, aprile 19, 2005

Ratzinger Papa!

Cominciamo col dire subito quello che è: questo papa piace di sicuro al conclave (che lo ha eletto con una rapidità pari solo a quella di Pio XII, che però al conclave "ci entrò già da papa"), mentre non piacerà a tutti i "nuovi cristiani", scopertisi tali sull'onda emotiva e sull'impatto mediatico degli ultimi anni.
I motivi? Ai cristiani di oggi non piace Cristo; piace piuttosto il Cristianesimo in generale, come vaga aspirazione di pace e giustizia, come partito trasversale dei diritti umani, come co-protagonista (o correo, fate voi), insieme ad altri, di quella "globalizzazione umana" in cui la destra da sempre e la sinistra da Tony Negri sembrano credere.

Ma la Chiesa non è globalizzazione, la Chiesa è universalismo.
La differenza è la stessa che passa tra Cristo e Anticristo: il secondo è una imitazione oscena del primo, al quale pare che somigli, ma in realtà non può che contrapporsi mortalmente.
I cattolici, prima o poi, la finiranno di accomodarsi sull'equivoco e sceglieranno la "pietra d'inciampo".
Una scelta scomoda certo, ma la santità non è roba da turisti.

Questo Papa, allora, potrebbe fare al caso.

lunedì, aprile 11, 2005

Ci ho due lauree.

Una tonante voce critica si è levata in questi giorni, a rompere l'"odore di santità" che ha circondato (a tratti un pò ipocritamente) la morte di Giovanni Paolo II: TG3, Margherita Hack, esimia laureata in Astronomia (nientedimeno), ha detto che il Papa è stato dottrinariamente incoerente, e certamente meno importante, per la Chiesa, di Giovanni XXIII. Incoerente perchè ha prima sottolineato il "genio femminile" e poi non ha fatto le donne-prete (Ma se lei a messa non ci va, che gliene frega? Così, per principio? Ma poi se fanno i preti come li vuole lei, a messa ci viene?).
Poi ha detto che Giovanni XXIII, lui sì che era un innovatore.

Rimane il dubbio che i suoi "innovatori" di riferimento abbiano l'imbarazzante tendenza a passare di moda un pò troppo rapidamente, per una istituzione bimillenaria come la Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Rimane il dubbio che lei abbia vissuto in maniera comprensibilmente migliore i pontificati della sua gioventù e maturità, piuttosto che quelli della menopausa.
Rimane, sopra tutti, il dubbio sul suo titolo a parlare. In televisione, intendo, su questioni storiche.

mercoledì, marzo 30, 2005

Chi per questi mari va...

Ed è di questi mesi la statistica sull'omosessualità in Europa.
Il paese col più alto numero percentuale di omosessuali è l'Inghilterrra. Pare, inoltre, che l'Inghilterra, in questo, superi anche gli USA.

Per forza, ho pensato.
Si comincia così. Prima si perde il gusto, poi il senso.
Fategli un corso di cucina, torno a dire.

Esame orale.

Che forza, i liberali!
Fanno un corso per tutto: Le giovani inglesi rimangono incinte troppo presto, sui 14 anni? "Allora facciamogli un corso, per imparare a non rimanere incinte". Questo succedeva negli anni '70, l'educazione sessuale nelle scuole, ricordate?
Oggi si scopre che, rispetto a trent'anni fa, le ragazzine inglesi rimangono incinte ancora prima, sui dodici anni, e che il fastidioso record europeo si è addirittura consolidato.
"Azz' -avranno pensato gli scenziati di sua maestà- allora facciamogli un altro corso". Questa volta, e la notizia ha fatto il giro del mondo, il corso non è più incentrato sulla "gestione della femminilità", ma è progettato per insegnare il più "inoffensivo" rapporto orale, accettabile surrogato del più pericoloso "rapporto completo".

Quali i motivi del fallimento? Difficoltà nell'uso del condom (beh, a dodici anni è pure normale), difficoltà di apprendimento, probabilmente anche stimolazione morbosa di una curiosità innaturale e disordinata.

Ma col nuovo corso i tecnici giurano che le cose miglioreranno. Speriamo.
Mi domando come mai in Italia, paese notoriamente godereccio, il problema non sia mai diventato così grave. Sarà che i nostri sveglissimi ragazzi, generalmente a queste scoperte vi approdano da soli? Sarà che, ad arrivarci da soli, si prova anche il gusto di farlo, fattore coessenziale all'aumento dell'irrorazione sanguigna nelle parti basse? Sarà che la libertà sessuale è anche libertà di non porsi il problema a tutti i costi?

Agli Inglesi fategli un corso di cucina, uno per vestirsi ed uno per lavarsi, piuttosto.
Perchè "il piacere" è un'arte, non una droga.

giovedì, marzo 24, 2005

Non si arriva a fine mese.

Al supermercato, tempo fa, fui fregato sul tempo davanti alla cassa. Quando me ne accorsi era tardi, il posto che nella fila mi ero meritato era bello che andato, e per colpa di una signora maleducata ero sceso in classifica di un posto.
Poco male, pensai: minuto più minuto meno, sarei comunque uscito da lì. Pertanto, per ingannare il tempo, mi misi a curiosare con gli occhi tra gli acquisti della mia maleducata e vittoriosa "avversaria".
"Cipolla Tritata", marchiata GS, surgelata.
Prezzo: 0,47 Euro.
Peso: 100 G.

Questo vuol dire che, al Kg, la cipolla tritata surgelata GS costa 4,70 Euro.
Lo sapete quanto costa la cipolla fresca dal banco verdura? Ve lo dico io: costa 0,45 euro AL CHILO!

Porca puttana, ma sono 10 volte di meno!
E tutto questo per evitare di sbucciarla. Attenzione, non si tratta di prodotti difficili da pulire (calamari, alicette, oppure cardi, o carciofi, o chessò io)... si tratta di una banalissima cipolla, praticamente la verdura più facile da pulire in assoluto.
La cipolla va sbucciata (operazione elementare, che praticamente si fa da sola, e che vi risparmia anche di lavarla), e poi tagliata come qualsiasi cosa tagliabile. Ci vuole un coltello qualsiasi, ma potete anche romperla con le mani.
Avendo spazio in casa, potete anche tritarla a sediate.
Purtroppo, unico difetto, quando la tagliate fa venire le lacrime. Questo è un effetto spiacevole sì, ma evitabile: basta scostare la testa.

Poi dice che "non si arriva a fine mese".
Però, dico io, spiegatela tutta, come mai due anni fa ci arrivavate e adesso no: "Non vogliamo più i soldi. Oramai ci basta illuderci di essere dei gran signori, che la cipolla la fanno sbucciare agli altri, mentre loro se ne stanno mollemente adagiati sul sofà".

mercoledì, marzo 23, 2005

Cortile delle risate.

Nel "cortile delle statue", all'università di Napoli "Federico II", sul lato di fronte all'ingresso principale, ci sono quattro statue:
Pier delle Vigne (non so se mi spiego), Tommaso d'Aquino (scusate se è poco), Giovanbattista Vico (nientedimeno), e sull'estrema sinistra... Giordano Bruno.
Scusate, ma scherziamo? Giordano Bruno vicino Pier delle Vigne? Per non parlare degli altri, poi.

Ma l'avete mai letto Giordano Bruno, voi? Dice che lo hanno bruciato.
Ditemi piuttosto che la legna costa.

Poi ho visto un punkabbestia che chiedeva "l'elemosina" davanti alla Chiesa del Gesù Nuovo. Passato un sacerdote, il punk ha chiesto: "Padre, una preghiera per Giordano Bruno".
"Una preghiera? -ha chiesto il sacerdote, un pò distratto- Si, si, va bene. Magari accendo un cero..."

Ops!

lunedì, marzo 21, 2005

Natiche parlanti. Che rivoluzione!

Dice Bush: "Bisogna fare la guerra, se volete la pace".
Risponde Seattle: "no, la guerra porta altra guerra".
E Bush: "ma no, se è fatta bene, la guerra porta la pace".
Seattle: "ma allora che senso ha, distruggere per ricostruire, il problema è distruggere o no".
Bush: "Conservatori!".
Seattle, di rimando: "Assassino!".

Come sarebbe facile invece se il discorso partisse così, da G.W.Bush: "Vogliamo il petrolio".
E Seattle: "Schiatta!"
E allora il presidente: "E allora la vedremo!"
E seattle, di rimando: "E vediamola".

Questo hanno fatto i moderni utopisti della "teoria dello stato di diritto": hanno costretto i politici ad inventarsi pretesti per i loro soliti appetiti, a rispettare il copione liberale, il cerimoniale codificato dell'amministrazione del potere.
"Una volta il potere mangiava a sbafo!" Certo, perchè oggi no?
Forse il problema non era quello.

Noleggio Tsunami.

Tempo fa venne inviata una lettera al sito di Ida Magli (quella che parla male del Papa, degli immigrati, degli Arabi, dei comunisti; una Oriana Fallaci senza seguito), dove si stigmatizzava la "bagarre buonista" per lo Tsunami: troppe chiacchiere e spiccioli senza valore.
Si notava altresì come questo fosse tipico dei liberali. La carità senza la pietà, la pretesa che un atto d'amore possa essere imposto dalla legge, dall'educazione e dalle tribune politiche.
Risultato: sono arrivate quattro lire, se le è pappate quasi tutte la malavita locale, e adesso gli alluvionati sono abbandonati. Coscienza pulita: esiste un business migliore? A conti fatti, ci è costato pure poco.

La lettera non è stata pubblicata, evidentemente non si è ritenuto opportuno che una simile grave "sparata" potesse inquinare il clima di progressiva fiducia di quei giorni.
E allora abbiamo capito: liberale pure lei, ma della specie peggiore. La specie di quelli che inneggiano alla pace bombardando notte e giorno, i Giacobini propriamente detti. Quelli che si compiacciono del loro "pensiero forte" e affrontano le cadute degli avversari con la durezza di un bruto, ma che con i fallimenti dei loro "luminosi principi" poi, dimostrano una tolleranza addirittura oscena.

A questo punto preferivo Bertinotti.

martedì, marzo 15, 2005

Che stile!

Menefreghismo, qualunquismo, cerchiobottismo.
Sono le tre tappe evolutive delle politica italiana dell'ultimo settantennio.

La prima identificò un periodo spavaldo e fiducioso, forse pure troppo. Sulle note di: "Giovinezza"

La seconda fu una reazione immediatamente successiva alla chiusura del conflitto mondiale, e incarnava il desiderio di astinenza dai grandi temi della politica, per interessarsi della sola "qualità della vita" dell'uomo qualunque. Sulle note di: "Se potessi avere... 1000 lire al mese"

La terza è la fase degenerativa, direi preagonica, del qualunquismo. Ognuno per sè, frega il prossimo tuo ecc. Naturalmente, date le condizioni di salute, una canzone sarebbe inopportuna. Al massimo: "A se rejè..."

lunedì, marzo 14, 2005

L'importanza della sincerità.

Senza il soccorso di una volontà, qualsiasi atto diventa una frode.
Insomma, vi rendete conto di quanto siano finte tutte le manifestazioni attuali dell'autorità? E quanto pare che ci siamo abituati a questo gioco?
Il premier che attacca, l'opposizione che risponde, le parti sociali...
C'è qualcuno che non faccia per finta? Che abbia, non dico unicamente, ma almeno necessario senso della politica? Che agisca per altro che non sia il potere in sè?

Qui sembra di stare a teatro, ma la rappresentazione è talmente brutta che ancora non si capisce se sia una commedia, una farsa o un dramma.
So per certo, però, che queste sbrodolate da guitti non sono la realtà; per questo, consiglio a tutti la visione de "l'arte della commedia" di Eduardo de Filippo. Ne rimarrete di sasso.

Ciampi non è il mio presidente.

Leggete la gustosa strocatura dell'immagine politica del nostro amato Presidente, trovata su NoReporter.

Nessuno, proprio nessuno, ricorda i danni che Ciampi ha ripetutamente fatto all’Italia durante la sua permamenza a Bankitalia e, peggio, come capo del governo sostenuto dalle sinistre. Ciampi ha dilapidato almeno 60 mila miliardi di lire (denaro nostro) in una “difesa della lira” stolta, incompetente e dissennata. Fu quando lo speculatore George Soros, utilizzando la leva dei derivati, attaccò insieme lira e sterlina: data la tecnica della manovra, qualunque economista capiva che Bankitalia non poteva farcela da sola. Il governatore (Ciampi) avrebbe dovuto fare una cosa: telefonare alle Banche Centrali d’Europa, Bundesbank e Banca di Francia, e chiedere il loro aiuto. Ad una risposta negativa, avrebbe dovuto immediatamente smettere di spendere soldi italiani per una difesa senza speranza. Per un atto di simile incompetenza, il governatore della Banca Centrale thailandese finì addirittura sotto processo.

Ciampi come capo del governo fece alcune “privatizzazioni” che sarà bene ricordare. Per esempio, vendette un gioiello dell’Iri, con avanzatissima ricerca interna, leader mondiale di mercato nelle turbine a gas- la Nuovo Pignone – agli americani. Più precisamente, al concorrente americano della Nuovo Pignone. E per quanto? Per mille miliardi. Ora, bisogna sapere che in quel momento la Nuovo Pignone aveva in corso ordinativi per…mille miliardi. La ditta dunque fu regalata da Ciampi, così buono e umano, così pensoso dei destini degli italiani, al suo competitore Usa.
Ciampi chiuse l’azienda Enichem di Crotone che produceva fosforo, unica in Europa, perché in quel momento – del tutto temporaneamente - sui mercati mondiali il fosforo costava meno di quello prodotto in Italia. Fu così chiusa una fabbrica che aveva dato a Crotone una classe operaia e tecnica, e aveva una perdita momentanea di pochi miliardi di lire (l’intera produzione valeva 12 miliardi annui, e dava lavoro a 5000 addetti). Poi il prezzo del fosforo si rialzò sui mercati mondiali, e ora dobbiamo comprarlo all’estero: pagandolo in dollari e non in lire o euro. Ma intanto Ciampi aveva dato il suo contributo al degrado del Meridione.
In compenso, Ciampi inaugurò in pompa magna il “modernissimo stabilimento della Fiat a Melfi”. Che non ha dato lavoro, essendo completamente robotizzato, e che la Fiat ha avuto gratis perché è stato lo Stato (i contribuenti) a pagarglielo, con 5 mila miliardi di lire.

La conclusione è una sola: come presidente, Ciampi non è competitivo. Il presidente americano costa molto meno (600 mila dollari l’anno), la Corte d’Inghilterra molto meno del Quirinale. Dovremmo prenderlo in parola, e assumere in sua vece un presidente cinese o indiano.


Ma in fondo Ciampi è quello che ci meritiamo. Egli incarna in pieno i peggiori difetti del politichetto italiano: mediocre, approfittatore e spregiudicato. Non è un problema, di incapaci venduti come lui è pieno il paese.
Dispiace che gli abbiano dato una cattedra che, ahinoi, ci rappresenta tutti.

sabato, marzo 12, 2005

I veri azzurri.

La nostra nazionale, per chi non lo sapesse, partecipa al prestigioso torneo "sei nazioni", la tappa più ambita a livello mondiale. Mi riferisco alla nazionale di Rugby.
Come mai non se ne sente parlare molto? Non fatevi ingannare, il motivo è che la nostra nazionale non ha tradizione, e noi italiani siamo troppo impegnati dietro le "primedonne" del calcio; ma il posto nel "sei nazioni", i nostri ragazzi, se lo sono guadagnato col sudore e con i denti.
Ancora poco tempo fa una nazionale giovane e opaca, oramai sono tra i più "presenti" fisicamente del torneo. Ancora un pò deludono i fondamentali (possesso di palla, senso del passaggio, gioco alla mano e al piede), ma questo rende le loro battaglie ancora più memorabili, perchè sudate e giocate sempre col cuore.
Per farvi capire un pò: anche nella sconfitta, nessuno ha da rimproverare niente a nessuno.
La differenza con la nazionale di calcio è quella esatta che passa tra una serata con estranei ed una tra vecchi amici.

Rispetto al teatrino di Biscardi, ne converrete, è un bel passo in avanti.
Forza azzurri!

Per gli amanti del freddo.

L'innalzamento della temperatura terrestre potrebbe provocare lo scioglimento dei ghiacci perenni in misura tale da sconvolgere l'equilibrio delle correnti oceaniche.
Sapete che vuol dire? Che a fronte di un innalzamento della temperatura media mondiale di 2-3 gradi centigradi (non di più), potrebbe andarsi a far benedire la preziosa "corrente del golfo", che assicura all'Europa un clima assai più temperato del resto del pianeta.

Sapete, per esempio, che a New York, dove pure l'estate fa un caldo torrido, l'inverno si scende facimente a qualche decina di gradi sotto zero? Una rarissima Bugatti Tip.41 "Royale", negli anni trenta, ci rimediò una crepa al blocco del motore, che solo con le tecnologie attuali si è potuta riparare (parliamo dell'auto più preziosa mai costruita).
In Europa, finchè abbiamo la "corrente", a dicembre scendono si e no due fiocchi.
Sapete a che longitudine si trova New York? Credevate quella di Stoccolma?

Andate a vedere. Si trova alla stessa altezza di Napoli.
Prevedo tempi freddi.

venerdì, marzo 11, 2005

IKEA al premier.

IKEA, che ha più di 200 punti vendita in 32 nazioni, teme di offendere i musulmani mostrando donne mentre assemblano credenze o letti. I suoi manuali rappresentano solo uomini o figure stilizzate di sesso incerto.
"Dovranno cambiarli," ha detto il primo ministro Kjell Magne Bondevik, "Non ci sono giustificazioni. E' importante che la parità sessuale venga promossa anche nei paesi musulmani".

Beh effettivamente, raffigurare solo uomini...
Allora si potrebbe raffigurare un uomo che aiuta una donna, così sono contenti anche i musulmani. Però così si incazzano le lesbiche.
Allora un gruppo di donne e un solo uomo, così sono contente lesbiche e musulmani. Però magari si adontano i gay.

Vi prego, fate qualcosa, non ne posso più.

giovedì, marzo 10, 2005

Saluta, c'è gente!

Una commissione apposita ha comminato una multa di 10.000 € al calciatore di Canio perchè ha fatto un saluto romano dopo un gol.
Al di là del merito, mi chiedo quale obiettivo persegua la "penalizzazione" del saluto romano in uno stadio.
Non in parlamento, in un asilo o in un tribunale; pensateci bene...
In uno stadio, il regno per eccellenza della libertà di espressione, di gesto e di parolaccia.

I giudici sportivi avranno pensato: "dove andremo a finire?"
E' quello che dico anch'io...

Jeux sans frontière.

La Lega, a proposito di anarchia, ha chiesto che il "made in Italy" sia protetto dalla concorrenza sleale cinese mediante l'apposizione di dazi alle merci importate.
"Oh! -ho pensato- Finalmente uno che gliele canta"
Purtroppo però non sarà possibile, perchè i dazi -hanno osservato gli altri- sono "antistorici".

Quindi mettere le tasse ai Cinesi è antistorico, mentre metterle agli Italiani non lo è.
Che cosa ti fa la cocaina, nevvero?

Una notizia scandalosa.

Il gigante svedese dell'arredamento IKEA è colpevole di discriminazione sessuale avendo mostrato solo uomini nelle illustrazioni dimostrative dei suoi manuali di montaggio. Lo ha affermato il primo ministro norvegese.

Sentite, non ne posso più.
E' vero, è uno schifo. Una vergogna per la democratica Svezia e per l'Europa. Esigo, pretendo che nei prossimi 35 cataloghi siano raffigurate solo donne, belle o brutte non importa. Ma che non si ripeta più una sconcezza del genere, che offende le donne per prime ma anche gli uomini, e che soprattutto ci riporta alle atmosfere intidatorie e maschiliste di un passato che credevamo chiuso. Va bene adesso?

Ma in Svezia non hanno altro da fare? Del resto lassù, alle mense scolastiche non servono carne, le donne non si radono le gambe, gli uomini hanno la passionalità di un bradipo e c'è uno dei più alti tassi di suicidi del mondo.
Ecco cosa succede quando si pretende di applicare il liberalismo con puntigliosità. Si perdono i sapori.

Anarchia.

In questi giorni si parla di anarchismo, anarchici. Ma chi sono?
Insomma, al di là del giudizio di merito sull'ideologia (su Panorama ieri c'era un articolo sui "transumanisti", a questo punto gli anarchici possono pure fare i ministri), mi chiedo come mai ci si radicalizza così facilmente nell'ambiente politico.
Ma non è meglio andare a fare a botte allo stadio? Lì almeno un motivo buono lo trovi.
Ad ogni modo mi ha sempre affascinato la filosofia degli anarchici: senza la legge, e tramite uno sforzo collettivo di "liberazione" dall'autorità, la società civile si disgrega, e l'uomo raggiunge la piena, ed unica, realizzazione politica possibile.
Quella di sopravvivere senza essere costretto a costruire qualcosa, perchè, va detto, a questa condanna la società non sottrae nessuno.
Finisce così l'obbligo del lavoro e della famiglia, la terra nutre dei suoi frutti chi sa coglierli, e la coscienza si estende fino a comprendere tutto.

Tutto questo, però, se il presupposto fosse esatto: il cosiddetto "uomo buono per natura". Ma io non ho tanta stima per il genere umano da desiderare che sia lasciato libero di fare o non fare alcunchè. Che quando qualcosa di buono si è fatto è stato sempre, in un modo o nell'altro, perchè le circostanze imponevano un ordine ed uno stile. L'unica libertà è scegliere queste due variabili politiche; la libertà di rifiutarle "tout court", entrambe, non è permessa alla povera creatura umana, se non a costo di immani tragedie.
Se non siete d'accordo andate a vivere in una foresta. Ma arrivateci a piedi, se no non vale. E niente cavallo, a meno che non ne trovate uno consenziente.

martedì, marzo 08, 2005

Ottomarzo.

Chi non aiuta la mamma nelle faccende domestiche, non ama la sua donna e le dà tutto quello che una principessa merita, non sostiene ogni ragazza o signora, bella o brutta, con cavalleria, disinteresse e discrezione, non è uomo.
Ma la festa della donna, che orrore! E le mimose, ma fatemi la cortesia...
Schiere di tardone che vanno a tastare le balle a Costantino, stormi di uomini rattusi in cerca di "mogliettine insospettabili", Ciampi che ciarla di quote in parlamento (come alle minoranze etniche, o agli handicappati), femministe che provano le manovre per il golpe, Filippine che continuano a farsi un mazzo così nelle nostre case...

Fatemi una carità, svegliatemi domani mattina.

lunedì, marzo 07, 2005

Come tempra d'acciaio.

Continua a far freddo.
Godetevelo finchè dura, uscite sul balcone a petto nudo e lasciate che la neve vi si posi a scherzare sul petto, sentite i piedi diventare così freddi da riscaldarsi da soli, guardate le colonne di fumo denso ad ogni respiro.
L'acciaio , se immerso ancora caldo nell'acqua fresca, diventa durissimo.

Le cose, o si fanno per bene...

Sarà che non si è mai contenti, sarà che l'abitudine al morbido fa venire nostalgia del duro (in senso buono), sarà che ad un certo punto si esagera, ma mi viene da dire "la Chiesa di una volta..."

Una riflessione da un banale cattolico moderno, mediamente affezionato, tiepido e dubbioso, va bene anche per i non cattolici:

"Pochi problemi pone alla coscienza questa nuova catechesi, che non impone la penitenza, non aspira alla santità e non conosce inferno e peccato. Gli imperativi categorici si risolvono solo in un generico rispetto della vita, il che non è granchè se poi la critica si ferma sull'uscio dello scandalo. La Chiesa non critica gli uomini, li adula; non fustiga i potenti, ma ne esalta il "senso di autoresponsabilità"; non promette la vita eterna, ma prevede un "mondo migliore"; non minaccia nemmeno più la morte dell'anima, piuttosto si preoccupa dell'equilibrio psicofisico. E pertanto, di una Chiesa così inutile, i cattolici stessi non sanno più che farsene; nondimeno continuano a rapportarsi al mondo parrocchiale finchè si trovano a loro agio".
Sarà contento Follini.

sabato, marzo 05, 2005

Prima pensa poi spara.

Ah grandioso, adesso gli americani dicono che la macchina correva. Tra un pò esce fuori che non avevano le cinture e guidavano coi piedi da fuori.
Purtroppo però tutto questo non ha alcuna importanza, perchè l'obbligo di intimare l'"alt" serve proprio ad evitare queste tragedie. Ci vuole un secondo.

Naturalmente, a meno che non eri distratto a fare altro.

New Age.

Stamattina mi girava in testa una canzone: "When the moon is in the seven houses, an' Jupiter..." Ma ve la ricordate l'Era dell'Acquario?
Insomma, se ne parlava da trent'anni (in certi "ambientini" anche da prima), l'era della comprensione, il passaggio cosmico alla pace universale e al sincretismo culturale. Ricordo che ancora nel '99 non potevo fare un passo senza trovare qualcosa di New Age per strada: cene New Age, incontri New Age, conferenze della "Bonne Volontè" mondiale. Adesso nulla più.
Mi dispiace perchè, quasi quasi, mi avevano insinuato il timore (o la speranza...) che, in quella fatidica notte di capodanno 2000, qualcosa potesse davvero accadere a tutto il mondo. In fondo tutto quadrava: il calcolo dei secoli, i segni dei tempi, presagi e profezie in tutto il globo, l'attesa, milioni di entusiasti, e a volte illustri, sostenitori.
Invece è arrivato Bush e ha messo il record di incomprensione con tutti.

Adesso vado in giro e il termine "new age" lo trovo solo nelle locandine dei centri massaggi. Beh, almeno si sono trovati una fatica. Di questi tempi...

Diritto allo studio.

Ho notato che anche gli insegnanti di scuola elementare si distinguono in categorie politiche.
Quelle di destra portano i bambini in gita al Mc' Donald, mentre quelle di sinistra li portano a visitare le moschee.

Poi ho letto sul giornale che una mamma, falsificando i certificati scolastici del figlio, aveva raggiunto l'assurdo obiettivo di farne, agli occhi altrui, un bambino prodigio. Arrivato all'università a dodici anni o giù di lì, e confrontatosi con gli studenti del "college", non è però riuscito a reggere il confronto ed ha avuto un crollo psicologico. Adesso è in una clinica psichiatrica. Lui purtroppo, non la mamma.

Ecco cosa succede: la generazione precedente ha fallito. Adesso, piuttosto che ammetterlo, costringe i bambini a ripetere i riti delle loro illusioni frustrate.
E così, a seconda del caso, i pargoli saranno costretti a sorbire una predica no-global, una cialtronata di destra, una aspirazione professionale mai cercata o chissà che altro. Una specie di libera iniziativa, in cui l'investimento è un minore.
Chissà se qualcuno ha già pensato, davanti ad un bimbo promettente, di quotarselo in borsa.

venerdì, marzo 04, 2005

Ansa.

Quando mancano le notizie tragiche pare che il mondo sia così noioso...
Come se poi ci interessassero davvero le notizie tragiche, per altro che non sia quello strano senso sadico della sofferenza altrui.
Altrimenti come si spiegherebbe "l'onda di solidarietà" per lo tsunami durante l'indifferenza criminale delle nostre città, fin nel più insignificante dei vicoletti?

Mah... magari la troppa sofferenza altrui ci ha resi freddi, e davanti alle tragedie di immane portata rinsaviamo un pò. Magari abbiamo bisogno di stimoli forti. E allora va bene, il cervello umano è una macchina perversa, e il mondo va così; rinuncio a capire e a dare un senso logico ai miei ed agli altrui comportamenti.
Ancor meglio sarebbe però che tutti quanti vi rinunciassero, abbandonando le paroline mielose e pagando l'uomo per quello che è: un lupo e niente più. Probabilmente, dalle tasche rigonfie, ci caveremmo anche qualche altro spicciolo.

Intanto leggo che Steve Fosset, il miliardario americano proprietario della Virgin, autore di imprese "no limit's" mozzafiato, è atterrato sano e salvo raggiungendo il Kansas e il successo della sua ultima impresa: il giro del mondo in 80 ore.
Meno male và, stavamo in pensiero.

Finalmente.

Quanto freddo che fa in questi giorni...
Pare che, almeno per quanto riguarda l'Appennino, si sia arrivati alle medie di venti anni fa, in termini di precipitazioni nevose.
Direi che era ora. Il freddo tempra.

mercoledì, marzo 02, 2005

Dignità.

Ieri sera tra i fiori del Festival di Sanremo non è mancato l'appuntamento, oramai irrinunciabile nelle occasioni dove lo sperpero di denaro è legge, con la riflessione sulla povertà.
Si è parlato di premio Pulitzer, il concorso che premia l'autore della foto più pietosa del globo, che poi potrà comodamente rivendersi il prestigio acquisito per lavorare in accreditate redazioni, o per aumentare il già voluminoso onorario. La foto premiata stavolta ritraeva un bimbo al limite della denutrizione con un avvoltoio accanto.
Quanto ci si sciacqua bene la bocca con le "battaglie per i diritti", in luoghi del pianeta ai quali abbiamo rubato tutto, finanche la dignità della solitudine!
Il simpatico presentatore non ha potuto evitare di spronare con modi spicci il medio cittadino italiano (quello che "non arriva a fine mese"), a "mettersi la mano in saccoccia". Come se bastasse l'elemosina a risolvere un problema che, da anni, di elemosine ci campa.

Perchè è facile parlare di diritti, quando si è abituati alla retorica parolaia delle nostre tribune politiche: "valorizzare le risorse umane", "limitare l'incidenza sociale delle povertà", "garantire costituzionalmente i diritti fondamentali".
Ma quello che abbiamo noi, la nostra civiltà, non l'abbiamo conquistata con l'affermazione dei diritti. Qualcuno ha dimenticato che il diritto segue, e non precede, all'organizzazione sociale.

Quello che manca a quel bambino non sono i diritti fondamentali, come non gli manca una Playstation o le scarpe con le molle. A quel bambino qualcuno ha negato qualcosa di ancora precedente: la dignità. Dal latino "de- ignis", perchè un uomo degno lo è fintantochè ha un fuoco, una casa, un centro.
Quel bambino non ha una terra da lavorare, ma solo una periferia da ingrossare, spazio permettendo.
Quel bambino non ha un tetto, ma una prospettiva più o meno rosea a seconda dei capricci politici di chi comanda e comanderà.
Un uomo che dipende da altri "centri", lontani ed indifferenti a lui, non ha in sè il significato semantico del termine latino "dignitas".

Ma in fin dei conti, la dignità, quella intesa come necessità sacra di "essere centro", si va perdendo pure da noi.
Il diritto alla proprietà della casa è negato ai più, e spesso siamo noi stessi che vi rinunciamo, preferendo le spese folli della vacanza alla sicurezza di un tetto proprio; la famiglia, si insegna dalle cento cattedre del potere culturale, è un limite alla cosmopoliticità; il migliore stipendio è il prestito, al quale si ricorre perfino per i beni più futili.
Non c'è che dire, ci rimangono i diritti. Che però, come quel bambino, non ci salveranno.