sabato, giugno 04, 2005

Gianfranco finiscila!

Lo so, il tema è banale: il lento disfacimento della politica italiana (e di AN) sotto le grinfie di Gianfranco Fini. Ma è quantomai tornato attuale, dopo l'ultima maratona di incongruenze del Nostro. Allora, non parliamo del suo Fascismo-Antifascismo, che riesce a conciliare (o almeno ci prova) i voti dei nostalgici con le uscite partigiane: lui ha tutto il diritto di essere bifronte; il problema casomai è di AG, che accompagna, complice la cocaina, gli osanna al "leader" ed alle sue "aperture" alla lettura di Evola e Junger.

Parliamo di strategia politica, invece. Dunque, Fini si situa senz'altro a destra, "il nuovo che avanza", quindi; il partito di quelli che "l'inciucio" non lo hanno mai fatto, l'antipartitocrazia per eccellenza ecc. Piano piano, un passettino alla volta, adesso si trasforma e prende nuovo corpo. Cosa ne è uscito fuori? Incredibile! Una DC, però sfigata.
Prima fa quadrato con Berlusconi contro le sinistre, poi fa comunella con Follini contro Berlusconi. Prima collabora al progetto della grande destra, poi a quello del "grande centro".

Atto primo: assilla, insieme ai DC, il premier per sostituire un ministro dell'economia piuttosto nazionalista che non piace ad Andreotti. Poi, accortosi dell'errore, per evitare il peggio (cioè la sostituzione col democristianissimo bancario Mario Monti), accetta il vice di Tremonti.

Atto secondo: alla prima avvisaglia di sconfitta elettorale (le regionali) batte i piedi per sostituire il vertice della CdL, d'accordo con i vecchi DC. Dopo si accorge che i DC hanno due strade per arrivare al potere, mentre lui ne ha una sola e, quando vede Follini fare l'occhiolino a Rutelli, dichiara la ritirata ai suoi. A quel punto rompe l'amicizia con Follini, rimanendo così isolato, e si becca pure Tremonti come compagno di banco.

Atto terzo: a causa del calo di voti di AN, è costretto ad aderire al progetto di partito unico fondato dal (e sul) Cavaliere. Ma la proposta (quella che gira in questi giorni) è: lui segretario, Casini premier e Berlusconi presidente della repubblica. Un bel pasticcio all'italiana, con un cavallo vincente, uno in sorpasso e uno parcheggiato (indovinate chi è?).

Finalino: alla disperata ricerca di consensi a poco prezzo, si spaccia per tutto (avete presenti quelle ragazze che l'hanno già data una volta, e quindi...): libertario, partigiano, sindacalista, radicale. In una girandola di illusioni prima sostiene la candidatura di Emma Bonino all'alto commissariato UE per i rifugiati e poi se la dimentica (facendola infuriare); prima sostiene la linea cattolica del partito, fino a fondare addirittura una commissione interna per le questioni cattoliche, poi si dichiara contro la legge sulla FMA (che lui stesso, in preda ad un pio furore, aveva fatto votare); prima si dichiara di destra, poi apre alle strumentali richieste del sindacato sul "contratto degli statali". Insomma ci prova con tutti.

Un ultimo particolare: qualcuno ha spettegolato su di lui a proposito della incredibile scelta sul referendum. Fini se la farebbe con la Prestigiacomo. Come ha risposto lui? "E' una calunnia maschilista..."
Questa è davvero bella. Sarebbe maschilista se la Prestigiacomo fosse stata costretta ad andare a letto con lui. Qui si è parlato invece di un accordo più che paritario tra amanti in barba alla correttezza istituzionale, che c'entra il maschilismo?
Attenzione, nessuno aveva ancora affermato che la bella ministra gliel'aveva data in cambio del voto, ma solo che un flirt preesistente aveva influenzato il leader di AN. Fini insomma poteva uscirsene con una battuta elegante e cavalleresca. Invece, praticamente ha affermato: "no, la Prestigiacomo non sì è prostituita con me per farmi votare si", tradendo, forse, addirittura una fantasia erotica. Quella sì maschilista.

E adesso la Prestigiacomo non gliela dà nemmeno da morta.

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