venerdì, settembre 02, 2005

Buon divertimento!

"L'america è avanti!" dicono da cinquant'anni gli intellettuali di casa nostra.
Adesso, trascuriamo pure il fatto che lo hanno detto sempre, prima della Francia, poi dell'Inghilterra, e trascuriamo pure il dubbio che questa sparata sia o meno corredata di quella malafede che politicizza ogni cosa; il punto è:
Ma ci credono davvero? E bastano due lucine colorate a convincerli?

Intanto basta un terremoto, un black-out o un'alluvione a cancellare ogni traccia di civiltà: la polizia spara sugli sciacalli, gli sciacalli allora si organizzano in bande e sparano sulla polizia, gli onesti aspettano una elemosina davanti alla quale ci sono sempre altre priorità (questa volta è la guerra in Iraq, ma in genere è la cronica mancanza di strutture pubbliche), i presidenti corrono ai ripari (nel senso della poltrona) e ingaggiano truccatori da un milione di dollari per rifarsi.
Siamo tutti liberi di considerarli effetti estremi di situazioni estreme, che non dimostrano nulla tranne qualcosa di trascurabile.
Nondimeno io, che pure libero sono, la penso in tutt'altro modo.

Io penso che la libertà dalla paura sia il presupposto della convivenza civile: non per nulla è la ricchezza più difficile da accumulare. E' talmente difficile che se lo chiedete ad un politico, ad un prete, ad un imprenditore non sa nemmeno da dove partire. A noi ci sono voluti migliaia di anni.
Questo non vuol dire, però, che io neghi una verità lapalissiana: se avete tanti soldi, forze e potere, se avete la macchina sportiva e le scarpe di coccodrillo, se avete l'attico a New York e la cena con de Niro, l'America rimane il migliore posto del mondo.

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