martedì, dicembre 29, 2009

Un testacalda col turbo.

Che genio Gianfranco, che innovatore! Il suo non è un libro, è la rivoluzione fatta libro, è talmente moderno che sembra scritto per un episodio di Star Trek.
Strano che nessuna ragazzina col ciuffo sull'occhio gli abbia chiesto, ciancicando una gomma a bocca chiusa, se i Pink Floid sono ancora vivi.
Eppure lui era lì, in compagnia dei giovani, preparato di tutto punto col berretto con l'elica, i roller-skates e una mazzafionda nuova di zecca. Niente; nessuno gli ha chiesto nulla del suo libro.
Qualcosa non ha funzionato tra lui e i nati nel 1989.
Forse perchè qualcuno ricorda che Star Trek ed Eminem danzavano insieme nella balera della libertà democratiche, mentre altri ricordano solo che sono morti in ere geologiche diverse.

Se continuano ad essere così incostanti, i giovani d'oggi, Gianfranco darà loro dei fascisti.

mercoledì, novembre 04, 2009

Le belle famiglie.

Se non la smettiamo di parlare sempre di politici che vanno a troie, non diventeremo mai un paese onesto, agli occhi delle inglesi. E questo è male, in proiezione internazionale.

lunedì, ottobre 05, 2009

Lacrime, baci e sangue.

Mi impressiona molto il fatto che Silvio Berlusconi riesca in qualche modo a far sempre la figura del presidente capace, mentre dall'altro lato si sia smesso quest'abito da più di un decennio. Mi preoccupa, moralmente dico, che l'opposizione, per spiegare alla gente com'è che questo fatto sia, dicono che quello lì è un mafioso impotente e lussurioso.
Forse, dopo Berlusconi, andrebbe ripensata l'idea stessa che servano inquadramenti precostituiti al dibattito. Destra, sinistra... Se avessimo tutti la dovuta sincerità, non avremmo problemi a trovare posizioni comuni su molte cose, a dare ragione o torto a questo e a quell'altro, e ci potremmo fluidamente polarizzare verso questa o quella opinione, di volta in volta. Si litigherebbe per dissenso, non per ripicca o piaggeria. Se ci fosse qualche vero giurista, si potrebbe ripensare la stessa Costituzione (scusate, era solo per dire).
La smetteremmo di parlare anche, sempre e solo, di Berlusconi, manco fosse il Cavaliere l'oggetto del bene pubblico definito dalla Costituzione.
Purtroppo, però, c'è una generazione, vegliarda e imbruttita, rattusa e disonesta, che non vuol chiudere nessuna guerra, a cominciare dal Rinascimento (Rinascimento, ho scritto bene, di chiudere il Risorgimento non se lo sognano nemmeno i più evoluti discepoli, figuriamoci). E' gente che sta in guerra da prima di nascere.
C'è gente come Eco, in Italia. Credono di essere loro l'Italia: una nazione perennemente scontenta e arrabbiata.
Edoardo de Filippo avrebbe consigliato a mogli simili, invece d'inseguir fantasmi, di prendere un pò di mazzate dal marito.

domenica, settembre 06, 2009

Vintage sex film festival.

Questa noiosa faccenda di Dino Boffo, oramai ex-direttore di Avvenire, ha prodotto uno squarcio nella storia del XX secolo italiano. Uno squarcio enorme, quasi osceno per la sua ampiezza.
Si vede oramai, dentro questa ferita sulla pelle del secolo passato, la consorteria tra pretastri e progressisti che tutti hanno sempre conosciuto bene e che nessuno tuttavia ricorda di nominare quando si fanno i conti tra chi detiene i media e chi no.
E il fatto che lo sputtanamento generale del XX secolo sia storicamente cominciato il secolo successivo, da un episodio di turbolento amore omosessuale di cui è sospettato il classico potente scapolone democristiano, beh... anche questo rivela sfacciatamente un sacco di cose.
Persino la barbetta di Boffo: arcigna, vanitosa e demodè, sembra la firma dello sceneggiatore.

lunedì, aprile 06, 2009

Vecchi poeti bellimbusti.

Maledetto vecchio cinema italiano! Ecco chi è stato!
E' colpa sua se, al giorno d'oggi, ogni buon cittadino inglese, che sia realista maschio e bianco, ci odia. Maledetta forza del cinema! Nemmeno avevamo finito di perdere la guerra, e già dipingevamo i sogni di mezzo mondo coi colori delle nostre facce di maschera, con le nostre sordide strade assolate, col blu imbroglione del nostro mare.
Nel cinema italiano degli anni 50 e 60 è tutto dannatamente bello. Le donne, gli uomini, le case, le macchine, i colori del bianconero. L'invasione, perchè così deve essere stata vista da nord, delle tradizioni domestiche altrui con la nostra promiscua ed equivoca gentilezza, sfacciataggine, furbizia sociale, è stata la causa prima dell'odio che, un pò tutti ma gli Inglesi soprattutto, provano per noi. E pensare che il modello italiano lo disprezziamo persino noi stessi, ogni giorno, da almeno due secoli!
Quei film hanno violato la sacralità del desco familiare di nazioni ben più evolute della nostra. Quel mondo che i buoni padri fondatori del Commonwelt consideravano debole, corrotto e immorale, divenne, a dispetto delle negative sorti belliche, che avrebbero dovuto estinguerne ogni pretesa, il sogno inquieto di mogli e figli.
Bel guaio avete combinato! Imporre un'estetica così paradossale come la nostra a paesi tanto serenamente diversi da noi.

Adesso, per recuperare il rapporto, toccherà tornare a prima di Sciosciammocca, a prima di Pulcinella; bisognerà convincerli nuovamente che l'italiano è un innocuo (e impotente, mi raccomando) buffone, possibilmente furbo e divertente, che vive in una scenografia da quattro soldi.
Ci vorranno vagonate di Benigni.

martedì, marzo 31, 2009

OGM

Due conti, per presagire matematicamente la successione di Berlusconi.
I voti con cui s'è costruito il primo governo di centrodestra della storia repubblicana sono, nell'ordine di importanza per numero: cattolici, liberali, riformisti. Che rappresentano, poi, tre elettorati-tipo, ben distinti tra loro.
Con quella magica formuletta, datata 1994, "libertà" (nel presupposto che prima non ce ne fosse, e chi vuol capire capisca), il Cavaliere è riuscito a riunire Sud e Nord, proprietari e proletari, intellettuali e lavoratori. L'unica maggioranza possibile oltre il popolo, organizzato e militante, delle forze progressiste. Questo comporta una serie di valutazioni: sarebbe, certamente, un grave errore mettere a capo della destra di domani un cattolico di curia; non saprebbe parlare alle forze produttive e sane del paese, e nemmeno ai ceti istruiti (eh, questo sì che è un bel guaio).
Del pari, sarebbe un grave errore metterci un liberale tout-court. Non saprebbe parlare alle famiglie, alle donne, e forse nemmeno ai ragazzi, nel 2009.
Così come sarebbe madornale fare leader un riformista. La bandiera, se si fa professione, è invisa a mezza nazione: al Sud, al Vaticano, alle mamme, ai liberali. Non è nemmeno italiana, come idea.

Figuriamoci che errore sarebbe, con questi presupposti, se il leader lo facesse uno che è un pò di tutti e tre, e in fondo un pò di nessuno.
Per fare il paio, bisognerebbe dare la sinistra ad un riformista ricco, baciapile e libertino.
Così poi si mettono insieme e ridono di noi, ne sono sicuro.

domenica, marzo 22, 2009

Ovali.

La nazionale italiana di rugby, dopo aver fatto sognare per carattere e forza, rispetto alle "femminucce" del calcio, ha smesso. Calendari e interviste non vanno d'accordo con la fragilità del campione. Perchè il campione, a volte, può essere fragile, e molti di loro lo sono decisamente.
Non gli è convenuta, a conti fatti, la carriera sportiva.
Ai calciatori, almeno, per la vecchiaia rimane una velina da raccontare.

giovedì, marzo 19, 2009

Cassintegrazione.

La clinica Mangiagalli di Milano ha diffuso la notizia secondo cui negli ultimi mesi sarebbero cresciuti gli aborti tra le italiane in maniera preoccupante. Colpa della crisi, dicono alla clinica, e molte famiglie rimandano la gravidanza a tempi migliori.
Al tempo, 1978, dissero che l'aborto doveva servire per una maternità libera e volontaria.
Oggi sappiamo che il senso era molto ampio. Volendo, nessuno può vietarvi di sentirvi liberi e volontari di non perdere l'abbonamento Sky, durante la crisi.
Quando si dice una buona legge. Padronale.

lunedì, marzo 09, 2009

Venerdì, di Repubblica.

Davanti ad una crisi di liquidità dalle proporzioni colossali, e alla contrazione produttiva peggiore degli ultimi decenni, Obama ha già fatto tre leggi: ha chiuso Guantanamo, ha riattivato i finanziamenti per l'aborto nel terzo mondo e quelli per la ricerca sulle staminali.
Politicamente, solo la prima ha qualche pregio morale. Ma in realtà chiudono a Cuba e riaprono in Afghanistan. Le altre due sono residuati sessantottini: forse discutibili, probabilmente inopportuni, certamente inutili. E che c'entra con la crisi, dirà qualcuno cioè io, questo prologo legislativo? Niente. Una vera programmazione di interventi economici, per la crisi, manca del tutto. E come mai, diranno tutti a questo punto? Sarà mica incapace, l'Obama lì? No.
La ragione è nella Sindrome di Stoccolma.
L'uomo del secolo è una vittima. Voleva soltanto essere un bravo presidente, dimostrare che siamo tutti uguali, non perdere la grande occasione. Liberarsi e liberare.
E invece a quelli che lo incensano, cresciuti a pane e Marcuse, lui piace solo perchè fa etnico, nulla più. E' un mondo intellettuale esangue e sfatto, quello dei democratici americani. Talmente giù, che risente di tutti i fallimenti altrui, senza poter beneficiare delle proprie antiche medaglie. Un mondo che apprezza solo per dispetto, che lusinga solo per rivincita.
Lui, di rimando, non resiste, non può fare a meno di ricambiare lusinghe tanto altolocate, e con amorevole mitezza non osa, non si reputa all'altezza, forse non si pone nemmeno il problema, di fare più di questo. Un meccanismo perfetto di amore e morte.

Vi ricordate la storia di quello che amava tanto il suo cane che quando morì se lo fece riporre nella bara? Commuovente, peccato solo che il cane era (ancora) vivo.

giovedì, marzo 05, 2009

2 novembre.

Se non si decidono, su ad AN, a spiegarci cosa è diventato ed a cosa aspira il partito che fu di Michelini e di Almirante, finirà che sulla lapide dovremo scrivere: "bussare e attendere".

lunedì, febbraio 16, 2009

Ho scritto una lettera al babbo.

Confesso che Franceschini mi piace. Il giuramento sulla Costituzione, il papà partigiano, la bella Ferrara in assetto da gara con la livrea dell'ANPI, le grida all'autoritarismo. Bello.

Con l'esercito americano alle porte, avrebbe fatto un figurone.

lunedì, febbraio 09, 2009

Liquido progresso.

La Corte d'Appello di Milano, innovando il diritto vigente, ha creato l'inedito istituto della rinuncia al diritto di vivere, prima. Poi, ri-innovando, ha ammesso la prova testimoniale di tale rinuncia.
Professionalmente parlando, non hanno badato a spese pur di far fuori la povera, e invalida, Eluana: i tre giudici milanesi hanno creato una novità di diritto sostanziale, che necessitava costituzionalmente dell'approvazione del popolo; ed hanno materializzato una novità procedurale, che dovrebbe (ad esser coerenti) gettare un colpo di spugna su ogni simile preclusione codicistica: da domani, potrete provare con un testimone patti contrari a stipule in forma scritta, e magari anche le ultime volontà dello zio ricco.
Mercè la fortunata carriera mediatica di papà Beppino (il povero boia vigliacco di sua figlia, l'uomo che non l'ha mai accudita, e poi ha vantato diritti sulla sua testa), da domani potrete considerare risolta l'ancestrale domanda "chi siamo". Ecco chi siamo: siamo dei boia, nati al solo fine di dare la morte anzitempo agli altri, per un motivo o per l'altro. E' più forte di noi.

Come se ci fosse qualche utilità certa ad affrettare un esito di cui non sappiamo nulla. Buona fortuna Beppino Englaro, ti auguro di vivere per sempre.

giovedì, gennaio 15, 2009

T.V.B.

La democrazia è una donna bellissima. In quanto tale tutti la ammirano, e pochi la capiscono. Ed è tragicamente normale che sia così. E' sempre stato così.
Infatti ella, poichè promette così tanto in bellezza, inevitabilmente espone gli aspiranti conquistatori alla frustrazione insostenibile di una sconfitta quantomai grave. E più la sconfitta, il rifiuto, sono definitivi (o vengono fatti maliziosamente tali), più diventa difficile per lo spasimante soffocare la ribellione e la disperazione. Ma c'è modo e modo di perdere, in amore.
Per dire, una volta i delusi d'amore si buttavano al fume, o si arruolavano nella Legione Straniera. Davano a sè stessi la colpa del fallimento.
Oggi gli stessi delusi e respinti, figli di un secolo egocentrico e bambinone, si risolvono piuttosto a dare della mignotta, o della racchia, al mai conquistato oggetto dei desideri. Non riescono a considerarsi romanticamente colpevoli di qualcosa, non si sentono altro che vittime.

Furio Colombo, con la democrazia, ci ha messaggiato per un anno. "Io e te tre voti sopra il cielo". Poi un bel giorno lei lo respinse; e fu costretta a cambiare numero.