sabato, marzo 22, 2008

Spazzatura o rifiuti?

Non è un problema affermare che Napoli non fa più nè ridere nè piangere. Il problema vero è che, senza Napoli, l'Italia stessa non fa più nè ridere nè piangere.
E se l'Italia smette di recitare la sua secolare parte, reazione etnica istintiva al decadimento dei costumi, del Pulcinella ironico fustigatore di viltà e propagatore eroico di bei gesti, se l'Italia la pianta di essere Italia insomma, l'utilità della sua presenza nel mondo diventa uguale a quella degli altri.

Chi ha fiuto borghese, oggi, guarda i propri figli e poi, per evolverli verso lo stadio finale, decide di mandarli a studiare e a divertirsi all'estero. In questa scelta c'è dentro di tutto, da Darwin ai contratti "future" degli speculatori di borsa.

mercoledì, marzo 12, 2008

Napoli mia.

Il nodo cruciale della governabilità si deciderà, anche quest'anno, a Napoli. Con la scusa, questa volta, della monnezza i napoletani sono riusciti a fare in modo che, nonostante nessuno sia in grado di stornare altra ricchezza dalle casse pubbliche perchè la malavitosità politica locale è sazia, ci si occupi ancora, politicamente e inevitabilmente economicamente, della gente dimenticata dei vasci.

Non è che lo abbiano fatto apposta, i più attivi del popolo napoletano, per diventare, da ultimi della classe, i più decisivi della nazione; è semplicemente che, di recitare la parte della coscienza povera e scanzonata d'Italia, quella che sta sul proscenio e fa ridere e piangere, di contro a quella ricca e trasparente che non importa a nessun pubblico, gli viene naturale.

I napoletani e i milanesi concorrono ad un nobile e unico scopo comune: ognuno come può, è una formidabile macchina di emancipazione dalla casta politica. Se si unissero, potrebbero comandare sè stessi.