sabato, dicembre 15, 2007

Razzismo equosolidale.

Si evita di tirar su presepi, nelle scuole, perchè si postula che gli immigrati, poverini, sono già sfortunati di loro.
O così, o non si spiega.

lunedì, dicembre 10, 2007

Populista ebbene si.

Lavorare sodo non rende più. Lavorare, non rende più.
Pensate ai quattro operai dell'acciaieria di Torino: si fossero trovati nella condizione di migranti, di nomadi, a quest'ora starebbero preparando il loro povero Natale, con qualche bel soldo raggranellato dallo stato e altri spiccioli raccattati con lavoretti da qualche ora settimanale. Poveri ma belli, contenti di poco e sereni, forse.
E invece adesso stanno in quattro bare, immobili e inquieti come fantasmi. Li aspettava un Natale, comunque, alle prese con le tasse di uno Stato ladro e la paura dei padroni.
C'è poco da fare: il sinistrismo postcomunista è diventato ciò che combatteva, e nella parte dei soliti "capitalisti fottuti", i troppo fortunati indegni di chiedere diritti e pace, adesso non esita (involontariamente, ma tant'è) a farci finire i metalmeccanici.
E' vero che la colpa è delle imprese. Ma di chi doveva vigilare, se scopriste che mandava la polizia a scortare la Bellucci (perchè il cinema piace agli intellettuali di sinistra, piace più dei metalmeccanici), cosa pensereste?

giovedì, dicembre 06, 2007

Moderatamente adirato.

Mi meraviglio di come l'Antifascismo sia stato derubricato nell'agenda del buon governo. Dove andremo a finire, senza quell'amorosa corrispondenza tra caste che fece effimeramente felice l'italetta di trent'anni fa? Senza quel sistemone domenicale che consegnava premi e patenti di democraticità a professori anarchici per negarla, chessò io, a Bettino Craxi, o al classico uomo della strada che si lamenta troppo delle tasse?
Si sarebbe tentati di dare del fascista a d'Alema.

sabato, novembre 24, 2007

La maledizione delle donne: diventare pessimi esemplari di uomo.

Una serie di quesiti sulla manifestazione contro la violenza sulle donne. Premesso che si tratta della classica opera altamente meritoria, e premesso che giunge puntuale dopo i recenti fatti, mi domandavo perchè:

1) le più appassionate manifestanti siano visibilmente mascoline;
2) le manifestazioni contro la violenza degli uomini sulle donne si fanno quando si sta generalizzando, mutazione genetica del male, anche la pratica contraria;
3) la manifestazione è anche contro il patriarcato, la chiesa, il fascismo, la presenza di giornalisti maschi e femmine di destra;
4) i pochi uomini presenti stiano attraversando, quasi tutti e nonostante la mitezza da cane bastonabile, l'età di maggiore attività sessuale;
5) si respiri l'aria elettrica, suscettibile e competitiva dei peggiori consessi maschili;

Mettendo insieme tutti questi strani elementi, si sarebbe tentati di pensare a qualcosa di talmente torbido e primordiale da ricordare i riti dionisiaci. E infatti il fallo (o i suoi paranoici surrogati), paradossalmente, la fa da padrone anche qui.
Bacco col Colbacco. Visto che la causa merita, non era meglio una manifestazione tra gente normale?

venerdì, novembre 23, 2007

E intanto a Paperopoli...

Vaticinare la propria rinascita è immensamente più difficile che presagire la propria fine. Per questo Berlusconi se la ride di Fini, e Fini se la ride di Berlusconi.
Perchè uno è cretino e l'altro no.

lunedì, novembre 05, 2007

Il peccato dei peccati.

L'intima essenza della lucanità è comprendere, fino al dolore sensibile, quanta tristezza c'è nel verbo "buttare".

mercoledì, ottobre 31, 2007

La moda scorsa.

Il tema dell'anno, la notizia del giorno, l'evento della stagione: pare che il nostro secolo sia scandito dall'ossessione cronica di fissare nel tempo qualcosa di sè; simboli, fatti, immagini, concetti, e celebrarli in fila, di continuo. L'anno dell'ambiente, il mese della prevenzione, la settimana della musica, il giorno della lotta al fumo, la notte bianca, l'happy hour, i dieci minuti di silenzio.
Bislacco destino, per un secolo che si proiettava nell'era umana come il rinnovatore. Adesso che ha rinnovato, e quindi ha (bene, o male, è un'opinione) svolto la sua funzione, non vuole più andarsene.

martedì, ottobre 16, 2007

Acquiedotto.

Ah, fantastico. Adesso anche i blog che dovevano essere una roba libera si inquinano di clericalismi politici. Il gestore di questo strumento mi ha chiesto di scrivere un post sull'ambiente, e lo ha fatto con i toni di chi ti domanda se sei una persona perbene.
Non mi ha detto "noi riteniamo importante questo problema, pertanto le domandiamo, se lo ritiene giusto, di esprimere un parere in merito". No, niente di tutto ciò: mi ha domandato di scrivere un articolo sull'ambiente, punto, come se il catastrofismo verde sia un dato assodato sul piano scientifico (vi rinfresco la memoria: no che non lo è; casomai è assodato il contrario, scientificamente), come se ci fosse una qualche forma di necessità morale nel farlo.
Aih, aih; brutta e vecchia abitudine, questa di postulare "doveri universali". Cominciano col chiedere una doverosa testimonianza, proseguono pensando a come sconfiggere l'indifferenza generale, e vent'anni dopo ti ritrovi nel tuo bel ghetto, nella parte dello spregevole mostro.

Egregio signor Google, si rivolga al mio legislatore se vuole leggi di suo gusto. L'idea di utilizzare il mio blog per testimoniare a furor di popolo progetti fumosi e poco chiari su come gestire montagne di risorse, è una idea che mi sconvolge. Se ritiene, considerata la sua gratuita disponibilità e la sua gentilezza tenute finora, può cancellare il mio blog senza che io abbia a pretendere altro da lei.
Tenga conto che in questo stesso momento vado ad aprire tutti i rubinetti di casa. Perchè non mi risulta, ad oggi, che l'acqua che risparmio vada a dissetare altri che il mio vicino. Rimando alla costruzione dell'acquedotto unico mondiale scelte più responsabili.

domenica, ottobre 07, 2007

Libertà di starnazzo.

Tanti e troppi processi mediatici rovinano la nazione.
A questo punto diventa difficile tutto. Persino sapere chi ruba, persino sapere se il corrotto ha dei corruttori. Infilata tutta e a forza nel baccano, ci sta la parodia di un processo penale: indagini condotte dal giudice stesso, l'accusa che siede ora sullo scranno alto ora fuori dell'aula (tra la gente! immaginiamo..), avvocati da sentire in separata sede, difese dopo la sentenza, sentenza spiccata dal branco e in branco.
In tutto questo i due tribuni di turno, Santoro e Travaglio, a rivestire ora le parti dell'agnello pubblico, ora del boia popolare, ora del giudice terzo, convinti sinceramente che questo funzioni, il che rende la nostra democrazia drammaticamente lontana da sè stessa: perchè una condanna del genere non uscirà mai dall'improvvisata aula. Il suo posto non è tra i giudizi, ma tra i sospetti. La sua divisa non è la legge, ma la chiacchiera. E il condannato, ove se ne freghi delle sue responsabilità, avrà ragione di riderne; perchè nel guazzabuglio nessuno è davvero sicuro di chi ha fatto cosa.
Ma a Travaglio non interessa che chi ha sbagliato paghi, altrimenti andrebbe in procura a paventare anche un reato di peculato a carico dell'Inpdap. Altrimenti, è strano credere che gli risulterebbe difficile considerare la sottovalutazione di beni pubblici da vendere ai ministri come un caso di concussione e di condizionamento ambientale. Ed è strano pensare che poi non debba proseguire su questa via, leggendo "peculato" in quasi tutti i fenomeni di consulenza pubblica, di nomina a cariche parapubbliche, di gestione del patrimonio statale, di finanziamento delle realtà associative, di fenomeni anche passati di gestione monetaria, di finanziamento di infrastrutture senza adeguati studi sulla loro utilità. Niente, al signor giudice interessa stare sulla notizia, e intrerpretare il bisogno di sfogo macabro dell'invidia sociale; e basta. A Travaglio interessa che Mastella vada in pensione.

E invece Mastella, con buona pace (anche) di Veltroni, ci farà la cortesia di rimanere sullo sbrindellato trono del magna-magna, ancora un pò in attesa di qualche altro processo popolare, magari condotto da qualche brillante giornalista d'assalto di Mediaset, che lo processi in un momento più consono alle speranze degli elettori dell'altra parte.
Anche la gogna, io credo, vuole la sua equità; perchè le lattughe in faccia al mostro sono uno sfizio che ci dobbiamo levare tutti: belli e brutti. Micromega ti voglio bene.

martedì, settembre 18, 2007

Promesso.

Che lezione questo partito democratico. Porca miseria che batosta.
Quello che temevate dei democristiani, insieme a quello che restava dei comunisti. Tutti insieme, muffa e tutto, a fare quello che hanno sempre fatto, per altri venti anni. Credevate di farla franca, vero? E invece adesso ve li sorbite, i sagrestani che cianciano di libertà e i sindacalisti che biascicano di valori. Adesso ve li pappate e zitti.
E senza fiatare, anche: la fraseologia moralistica delle vecchie prostitute parlamentari, le mummie fritte sullo scranno, i giovani alzadito d'allevamento, la mafia e gli immigrati e tutti i giustificati a priori del mondo "quasi" nuovo. Tiè.
Quello tra l'Italia e gli Italiani è un matrimonio celebrato che non si consuma mai; manca sempre il modo o il tempo.

giovedì, settembre 06, 2007

Merende e compagni.

Tolleranza zero, ma un momento: come diavolo è successo che il civile criterio della "certezza della pena" è diventato il trucido concetto sceriffesco "tolleranza zero"?
Insomma per applicare ad uno strupratore omicida la legge, così come la applicano a me, il giudice deve diventare un farabutto senza cuore, il padre un aguzzino e la legge un cercere politico? Ah, Hegel, stramaledetto visionario (e quante te ne direi), ecco cos'hai combinato: al mondo non c'è da rottamare un'ideologia, un'opinione che sia una, nel 2007. In un modo o nell'altro, per quanto il cittadino se la possa passare male, c'è sempre una nuova sintesi dietro l'angolo per risolvere le questioni. Ideologia vecchia, più soluzione dell'ultim'ora, diviso due.
E se per avventura un bruto gli si rivolta contro, al povero cittadino, bisogna fare un tavolo di concertazione tra il bruto (...ebbene si, sono il bruto, ma chi non lo è, almeno un pò?...), la sua infanzia difficile (...a me mi ha rovinato un altro...), le ultime scoperte della pedagogia (...se avesse avuto, se avesse potuto...), i rappresentati delle ultime sei o sette ideologie in materia (...la galera è fascista, la galera è solo per i fascisti, la galera è meglio dei fascisti...), un rappresentate -è d'ufficio- del'68 (...è colpa della società...), il brutalizzato (...almeno sbrigatevi, a me mi duole stare seduto...), un ministro (...dobbiamo, liddòve, ecc...).
Giustamente, in mezzo a tanta cultura e serietà, se qualcuno estenuato si alza sulla sedia, alla fine, e consiglia uno sbrigativo contrappasso, gli danno del mostro a lui.

Un consiglio a quelli che hanno studiato: giudicate biologico, e salvatevi le cervella.

lunedì, settembre 03, 2007

Salva di cannone.

Dico qualcosa che non mi fa comodo. Walter Veltroni è il risultato di un'evoluzione genetica che spiega tutto del comunismo italiano.
Passano con gli anni gli amici e i compagni, passano (nel senso che cadono) i muri, passano i giustificazionismi (quello poverino sbaglia, quelli non esistono nemmeno, il fine giustifica abbastanza i mezzi, ecc.), passa persino il senso stesso dello stare nello stesso partito. Eppure qualcosa resta.
Resta una roba talmente diluita, un programma politico talmente fungibile, un brodo culturale a tal punto tollerabile, che ogni tipo di reazionario, oggi, dovrebbe scrivere sul diario "del secolo scorso ho capito: tanta preoccupazione per nulla".
Domani esce fuori che alla Mafia bastava aprire un tabacchino.

lunedì, agosto 27, 2007

Principe analfabeta.

Nei secoli a venire, sarebbe bene che le persone che tengono al decoro della loro casa se la intendessero solo con persone selvagge e ben educate. Dalle ultime statistiche sull'aumento di quelle civili e malamente educate, invece, deduco che un'umanità come quella di cui sopra, in futuro, sarà roba rara e ricercatissima .
In alternativa, possiamo continuare a mandare i bambini a scuola, illudendoci (o convincendoci) che questo li aiuti ugualmente a venir su.

mercoledì, luglio 25, 2007

Liofilia.

I costi della politica, bah.
E dei costi dell'economia, ne vogliamo parlare? Tutto quel reddito favoloso sottratto alle fasce deboli, tutto quel pattume e quel fumo puzzolente. E poi, tutto quel prezioso tempo levato alla preziosa creatura umana, e non s'ha più tempo nemmeno per fare all'amore o raccogliere i fiori. Diceva bene Horkheimer...
Poi mi vengono a frignare coi costi della politica, ma và! Foste ecocompatibili voi come un c.d.a. dell'acqua pubblica!

lunedì, luglio 23, 2007

EvoModerno Spa.

Se il Vaticano fosse quotato in Borsa, e se la remunerazione del capitale fosse commisurata al grado di successo (e di ritorno) mediatico, e se la qualifica di socio si acquisisse previa autorizzazione parrocchiale (il che presuppone il battesimo) e a condizione di partecipare alle assemblee dei soci domenicali almeno alle feste comandate, di questi tempi converrebbe comprare. Soprattutto perchè, di questi tempi, il mercato è piatto e depresso, a causa del crollo mediatico delle ideologie e di un ciclico abbassamento della fiducia del target di riferimento.

A ben guardare però: pare che in tanti abbiano fatto la stessa pensata, e si registra infatti una frenetica, sebbene prudente, attività di compravendita di prodotti derivati (ad es. la "leva" dell'antiislamismo, o i vari tipi di "pronti contro termine" che scambiano Qualunquismi-di-Vario-Colore su Amor-di-Dio).
Vuoi vedere che qualcuno ha sparso una voce del genere?
Che tempi...

martedì, luglio 17, 2007

Questo è oro.

Elletrostimolatori per la politica, direttamente nell'imbottitura delle poltrone. I deputati stanno fermi, e un fremito pulsante ravviva loro il flaccidume alle natiche, facendo sì che i vasi irrorino di liquido vitale i sonnolenti tessuti. Seduti, zompettano. Grassocci, sgambettano.
Invece di "tagliare i costi della politica" (bla bla bla), da oggi sarà possibile far sì che, senza rinuciare a nulla, i nostri politici muovano, finalmente, almeno il culo.
E' un passo indietro nella battaglia per la moralizzazione della politica? Se ci pensate bene, ma bene bene, no.

sabato, luglio 14, 2007

Tramezzino e caffè.

Che gusto strano affezionarsi alle cose vecchie. Man mano che il tempo passa, si avvicina il momento in cui, in un modo o nell'altro, ce ne dovremo privare. E più quel momento si avvicina, meglio e più spesso riusciamo a catalizzare in esse sentimenti di dolcezza, di appagamento, di serenità.
Strana idea del mondo, per cui ciò che è prossimo alla sua fine, diventa desiderabile.
Una fortuna davvero, allora, che l'era moderna sia venuta a porre un freno culturale alla malinconia. Amate il nuovo, e gettate il vecchio; riconoscete nel nuovo il feticcio di voi stessi, predicato genetico (a sua volta) di un nuovo ancora più nuovo. Si, ma fino a dove?
Semplice: fino al nuovo assoluto, al nuovo in quanto tale, al nuovo senz'altro.
Un modo come un'altro (insomma) per passare il pomeriggio, ma soprattutto una raccomandazione: il nuovo che avanza non lo buttate, che è peccato.

venerdì, luglio 06, 2007

Signora mia.

Scusate mi ero perso un attimo. Com'è finita poi quella dei paesi in via di sviluppo, si sono sviluppati poi, alla fine? E quella del progresso tecnico, li avete già messi a regime i reggipanza elettronici o vi continuate ancora a fare un culo così per campare?
No, sapete perchè, in giro si sentono certe cose.

giovedì, giugno 21, 2007

Lamierato di pane.

Quando, secoli fa, i pensatori europei reinventarono la democrazia greca, immaginando che un modello cittadino si potesse applicare su scala nazionale (e, di poi, internazionale) avevano, suppongo, una sola idea ben chiara in mente. La trasparenza.
Non interessava loro che ci si potesse sollazzare, un domani, col festival del cinema; probabilmente la loro mentalità era anche non già lontana, ma addirittura avversa ai garantismi processuali, alla tutela delle minoranze, all'ambientalismo gay che ne so... No, era la trasparenza la loro idea.
Ve la spiego: era l'abbattimento del dogma odioso, secondo cui il potere non ha bisogno di spiegare quello che fa. Necessità, invero, manifestatasi in tempi assai vicini a quelli loro; i re romani e i re cristiani, infatti, avevano l'obbligo di giustificare il proprio governo passando attraverso tutta una serie di verifiche di ordine sacrale, morale, religioso, cavalleresco, feudale. Due palle...
E fu così che nacque la fortunata schiatta dei sovrani illuminati di sei-settecentesca memoria: "Basta con questo barboso vivere, ve la illumino io la patria! Ho studiato poesia, popolo, non temere".
I sovrani iluminati, però avevano questo difetto: erano sì illuminati, erano di un raffinato da paura. Erano quel che un medio militante del gauchisme riterrebbe una pacchia di re: cultura, modi gentili, aria di morbida rivoluzione, belle stoffe, bei sentimenti. Ma soprattutto cultura, cultura, cultura. Avevano un difetto, dicevamo, però: facevano un pò il comodo loro.
E allora, come i paterfamilias romani con Tarquinio il Superbo, anche i pensatori europei ritennero di cacciarli a pedate. Non senza mantenere nei ricordi un malinconico rimpianto, certo; rimpianto per la fine di quell'illusione così vicina alla "modernità", certo. Ma li cacciarono dalla storia, e lo fecero in nome della democrazia.
A conti fatti, fu comunque una bella pensata. Fu giusto lottare per un mondo in cui chi comanda dovesse per forza validare le sue scelte in qualche forma intrinseca di coerenza, comunemente riconosciuta.
Ci fossero anche riusciti, era da incorniciare.

giovedì, giugno 07, 2007

Cuor di culatello.

Una società che delira, persa tra la voglia di mangiare e l'esigenza di dimagrire, l'orrore del passato e il desiderio di crederci ancora, la paura di essere poveri e la noia di essere ricchi. Anzi, di far finta di essere ricchi.
Non è un caso che noi, noi fasci, già venti anni fa (ma in realtà molto di più), parlassimo di sostanziale identicità tra comunismo e americanismo: oggi i comunisti non fanno più le battaglie (ad esempio) per la casa, ma favoriscono l'accentramento bancario dei loro finanziatori globali, in cambio di qualche miliarduccio puzzolente, da investire (sempre ad esempio) nelle battaglie per i diritti dei gay, o delle aragoste.
Sono gli avanguardisti del liberismo più cretino, mentre vanno sbandierando un socialismo accademico, barboso e intellettualmente mummificato.
Sono, e consapevolmente, gli alfieri più arditi della carta di credito.

sabato, giugno 02, 2007

Malafemmina.

Partito Democratico, ovvero come impiegare decine di illusi in qualcosa che li distragga, per virare indisturbati verso destra. Serietà cultura e progresso, senza polifosfati aggiunti.

sabato, maggio 26, 2007

Faccina che piange.

Santoro ha acquistato, mi pare dalla BBC, i diritti di un programma sui presunti piani della Chiesa Cattolica per coprire tutti i preti pedofili del mondo.
Secondo quanto si apprende dai giornali, si tratta di un documentario in cui, con dovizia di particolari, viene descritto il mondo dei pedofili in talare (più che altro clergyman, ormai...), un sistema mafioso, turpe, morboso e ramificatissimo.
Eterogenesi dei fini: dalla lotta di classe alla lotta nel fango.
Pare infatti, e purtroppo per la carriera di Santoro, che si tratti di una specie di programma-spazzatura all'americana, pieno di imprecisioni e improvvisato. Pare infine che tutto il teorema, che vorrebbe la Chiesa Cattolica colpevole nientemeno che di pedofilia globale, poggi su due o tre asserzioni già destituite di fondamento diversi mesi fa. Col gusto un pò provinciale di chi invidia l'estero per abitudine, Santoro proverà quindi a piazzare sulle reti pubbliche una polemica senza nessun futuro, profittando del fatto che gli ascoltatori ci metteranno un pò a metabolizzare le smentite che nel fattempo arriveranno da Oltreceano, dal Vaticano, e forse anche dal resto del pianeta.

Con questa tattica feroce, pretestuosa e frontale, Santoro dimostra finalmente a tutti chi è in realtà il focoso giornalista.
Un vecchio leone in gabbia. Sdentato, naturalmente.

martedì, aprile 17, 2007

Libertà di prostituire gli altri.

I Cinesi sostengono che la polizia italiana è brutale, che sono vittime di repressione, razzismo, discriminazione, intimidazione. Il coro a una voca cavalca la grande muraglia, e unisce Cinesi d'Italia e Cinesi di Cina. Risposta:

1) le leggi si rispettano.
2) chi non le rispetta va punito.
3) essere "a rischio" discriminazione (o sostenere di esserlo) non è una causa di non punibilità.
4) i politici cinesi vadano a lezione di buon senso, una volta in 5000 anni, e tacciano.

Ed è indegno che i figli della borghesia buona del "gauchisme" di casa nostra, mentre trovano il tempo di esecrare due manganellate, non oppongano e non abbiano mai opposto una parola di sostegno ai milioni di morti con cui il governo cinese si è insanguinato e s'insanguina, ogni giorno. Realtà abominevole e ridicola, che tuttavia non meraviglia: giacchè a casa non gli hanno mai insegnato il rispetto per la vita, non c'è nulla di strano che, oggi come ieri, se ne vadano in giro sbandierando immaginari progressi a base di non-sense (ieri le sorti del proletariato, oggi le sorti delle minoranze etniche), spalleggiando questo e quello sterminio di massa e addirittura oggi, omettendo finanche di interessarsi del problema, gravissimo e pressocchè insensibile ad ogni contrasto, della mafia cinese.
Popolo di straccioni e di maniaci, popolo di maledetti visionari dementi, quello dei progressiti. Peggiori dei criminali e mafiosi che fiancheggiano, peggiori di chi dà loro la scusa per illudersi e non ragionare, per continuare a vivere e fare i conti solo con una realtà inesistente e suggestiva, una realtà che li rassicura,che fa loro quadrare i cerchi logici, che gli conferisce un senso effimero e insaziabile di appagamento intellettuale, origine di ogni nevrosi.
Morbosi e alla ricerca del perfetto igiene globale, questi mediocri discepoli dei cattivi maestri non fanno e non pensano nulla che non esiga lo sradicamento totale di ogni altro stato precedente. Si ammantano di nobili ideali per svellere tutto e annegare nel sangue dei loro avversari, emuli involontari del loro primo maestro di vita, quel Lutero che per riformare la Chiesa, e iniziare la sua personale ri-redenzione umana, voleva innanzitutto, come prima cosa e tanto per cominciare bene, dare fuoco a tutti (ma proprio tutti) i contadini tedeschi.
Lontani da ogni quartiere, lontani da ogni cittadino, lontani (ironia della sorte) persino da ogni poveraccio di Cinese, che non comprendono essere solo la vittima di una cultura civile da barbari e di quattro bulli che li obbligano un giorno a delinquere, a non integrarsi, a non collaborare, e il giorno dopo a manifestare.

Ma la verità, in fondo, è che la Cina piace: piace perchè è forte, piace perchè è cattiva, sporca e sanguinolenta. Piace perchè avanza senza ascoltare nè sapere nulla. Piace perchè ci ricorda, grottescamente, una tensione naturale dell'uomo europeo: la tensione ad espandersi e cambiare il mondo. Piace a tutti come piaceva, in fondo in fondo, la Russia di Stalin, come piacevano (guarda un pò) gli Stati Uniti di Bush "primo mandato", piace come piaceva l'Inghilterra schiavista del 1910 o la Francia imperiale del 1800. Inutile girarci intorno, piace come piaceva (a tutti, sissignore, persino alle orgogliose figlie di Francia) Hitler e i suoi biondoni in divisa, quando in tre giorni mettevano in ginocchio un impero.
Certe puttane non cambiano mai.

venerdì, aprile 06, 2007

Il tramonto del XX secolo.

Eccolo lì, come cambia il mondo. Credevate che cambiasse piano piano, o magari che si rivoltasse in violente rivoluzioni? Sbagliato.
Il mondo cambia, ma cambia davvero, a piccoli scatti; ci sono momenti, a volte ere, in cui niente cambia. Poi d'un tratto, senza preavviso, un macchinosissimo "tac", scatto di un meccanismo rugginoso ma di immane pesantezza. Quel "tac", impresagibile, inarrestabile, irreversibile, è davvero qualcosa da togliere il respiro.

Agli altri, naturalmente; perchè io, da un pò, me la godo un mondo.
Auguro buona fortuna a tutti quelli che ne avranno bisogno: gli idealisti bianchi, quelli rossi, quelli neri, gli atei, i bigotti, i figliuoli prodighi dei vari stati padrini-padroni, le femministe, gli animalisti, i paladini delle giustizie inconcludenti, i Silvio Pellico, i Carlo Levi e tutti gli eroi senza macchia. Di qui a poco, senza capirne il motivo, senza conoscervi e nemmeno immaginare quale strano destino comune vi contenga e perchè, passerete una porzione sempre maggiore della vostra giornata a pensare che, a parte voi, gli altri fanno schifo.

domenica, marzo 11, 2007

La tua virtù.

Si vergognò di vergognarsi. La gente parlava alle spalle e lui, per non essere tagliato fuori dai posti che contano, si arrangiò a tacere, e se ne fece una ragione.
I suoi giorni? Un godere stanco che gli portò via l'amore e la ragione. Le sue notti? Un preludio di vuoti. La sua vecchiaia? Una ripassata di ricordi inutili.

Povero fesso; libertino per obbligo sociale.

venerdì, marzo 02, 2007

Gli inventori della democrazia.

Bipolarismo si-bipolarismo no, fiumi di parole.
Tutto per giustificare il vecchio pregiudizio cattolico secondo cui se uno lo prende, un'altro lo dà.
Ma dove sta scritto?

Facciamo un pò per uno. Come gli antichi Greci, no?

martedì, febbraio 27, 2007

Crollo della borsa cinese: il primo di una lunga serie.

"Non abbiate paura della Cina"...
Piuttosto rilassatevi, non sentirete nulla.

.:faccina scabrosa:.

domenica, febbraio 25, 2007

Mi basta il tempo di morire.

E' confortante scoprire, in questi tempi di precarietà della famiglia, del lavoro, della stessa vita, che c'è fior fiore di cervelloni, di primedonne, che non ha la più pallida idea di come tirare a campare non già il mese prossimo, ma addirittura domani.
Prendi Follini, uno che fino a ieri pareva saperla lunga più del diavolo: senza elettori, senza partito, senza lavoro, aggrappato ad un fiorellino con le gambe nel vuoto.

Credete di essere i soli ad avere paura di finire male? Rilassatevi e fate un sorriso sornione, il segreto è tutto lì.

lunedì, gennaio 29, 2007

Parole in libertà.

"Quello che ha fatto è degno della più grande riprovazione, lei è un razzista!"
"Prego? Guardi che forse ha sbagliato persona..."
"Ma la finisca, ladro! E mi levi le mani di dosso"
"Ma non la sto toccando! E poi razzista, ladro, ma che dice?"
"Ecco, adesso se la prende anche con lo stato..."

Questo succede quando ci permettiamo il lusso di dare a parlare ai libertari.

sabato, gennaio 27, 2007

Igienismo da zozzoni

Apprendevo da un editoriale di Furio Colombo sull'Unità, che ad una recente apparizione televisiva, tale editorialista e Fedele Confalonieri erano venuti alle parole spicce sulla questione della ricchezza di Berlusconi. Confalonieri avrebbe domandato, pungente: "come fa a scandalizzarsi del danaro di Berlusconi, lei che ha passato tanti anni accanto a Gianni Agnelli?". Al che il dritto editorialista avrebbe sfoderato una lapidaria risposta, un risolutivo colpo di scure a troncare il discorso: "Gianni Agnelli aveva rispetto per le istituzioni, e inoltre non si sarebbe mai sognato di governare".
La risposta è mal posta. Il defunto Avvocato se lo è sognato eccome, di governare, come tutti gli uomini di potere e di carattere. E gli è riuscito, a conti fatti, assai meglio di tanti esecutivi balneari e governicchi lobbisti; gli Agnelli, si sa, se la sono passata fin troppo bene, vivente l'Avvocato.
La risposta era un'altra: l'Avvocato, questo si, non si sarebbe mai sognato di candidarsi.
Ma questo, in democrazia, è casomai una torbidità, e chissà perchè non gli è venuto in mente.

giovedì, gennaio 18, 2007

Acqua calda, mezz'ora fa.

"Umanità gaudente e disperata", ci ha descritti il cardinale Ratzinger. Solo non si capisce se siamo alcuni gaudenti e altri disperati (così da formare un insieme genericamente gaudente e disperato: criterio del costo medio), o se siamo tutti quanti entrambe le cose.
Potrebbe poi essercene una terza, di interpretazione, sintetica delle due precedenti: c'è una sola zona grigia di gente via via sempre più disperata e meno gaudente.

La frase così com'è, è molto vaga. E' come dire che Dio ti ama.

mercoledì, gennaio 17, 2007

La pedofilia impotente dei politici incapaci.

"Uguali solo se diversi: questo il messaggio che il sindaco di Rivoli, Guido Tallone, lancia per il Giorno della Memoria. E quella mattina tutti i bambini delle elementari e delle medie arriveranno a scuola con una Stella di Davide sul petto.
In realtà manderemo a casa dei ragazzi uno dei segni di distinzione usati dai nazisti per discriminare i diversi, spiega Tallone, e insieme anche a una lettera per spiegare ai genitori il senso di questo evento e chiedere la loro adesione. Infatti, i papà e le mamme non solo dovranno dare il loro assenso, ma potranno anche partecipare.
Perchè vorremmo che l'ingresso nelle diverse scuole, quel giorno, fosse un momento importante, prosegue il sindaco, per non dimenticare. Così la mattina di venerdì 26, circa 3200 bambini delle scuole di Rivoli e Rosta avranno sul petto la gialla Stella di Davide con cui i nazisti indicavano gli ebrei, o il triangolo rosa rovesciato con cui indicavano gli omosessuali, o rosso per i politici, o nero per gli asociali... Tutti i colori dell'intolleranza."

(Da la Stampa del 17 gennaio 2007)

Ci sta pure la propaganda antinazista. Personalmente la mia è di diverso tipo, ma sta bene anche questa: è cretina, è sostanzialmente più dannosa che utile, ma va bene. Solo mi domando: quali i motivi di tanta foga? Questa iniziativa serve a ricordare che l'Italia è antinazista o piuttosto a dare del nazista a chi ha qualcosa in contrario? Tipo qualcosa da ridire sulla scelta del distintivo assegnato al pargolo (per esempio, quello rosso è figo, quello rosa mica tanto, addosso a un bimbo, poi...), o peggio ancora: qualcosa da ridire su tutta la retorica che si sfodera a scuola per evitare in ogni modo che i futuri adulti di domani distinguano (che è diverso da "discriminino") ciò che è normale da ciò che non lo è?
Cioè, in parole strette strette: è una iniziativa per la discriminazione razziale, per la discriminazione politica, per gli asociali o è un'altro modo per incipriare qualche flaccido culo di onorevole?

mercoledì, gennaio 03, 2007

Carnascialescum

Non lo dico con trionfalismo, perchè non sono di destra.
Il carrozzone politico della sinistra è una macchina perdente. Non si muove decreto legge senza che si debbano scomodare sottosegretari messi lì per meriti di partito e tuttavia senza nulla da dire, senza che si debbano ascoltare pensatori noiosi eppure intoccabili, senza che si debbano interpellare miriadi di minoranze, quote rosse, rosa, quote etniche, l'associazionismo al guinzaglio e quello randagio.
Le parole fluiscono stanche, senza senso, vaghe fuori dalla tv, e tutto per non offendere, per non smuovere, o per non concludere senza preavviso le questioni aperte. Precipitano, le solite parole, scivolano verso il bersaglio come gocce di unto. Ci sono dentro Che Guevara e le aragoste coi diritti, la moda gay e i ricordi del nordest sindacalista, gli esperimenti genetici di Vattimo e il primitivismo più spinto, e tutti stanno insieme in qualche modo, tutti ripetono un cerimoniale via via sempre più adeguato, riaggiustato, sempre più ridotto e lubrificato.
L'immaginario che la sinistra italiana riesce ancora a smuovere è una celletta mentale, affollata di esseri che non si conoscono nemmeno.