mercoledì, giugno 28, 2006

Il Bel Tempo.

Fa talmente caldo che la gente non sa più dove mettere il buonumore, vero?

domenica, giugno 18, 2006

Il secolo relativamente scorso.

"Non si fanno queste cose, dai!"
"Che ne sapevo io? Pensavo di farti un piacere"
"Ma guarda me lo hai rotto! E poi lo sapevi che era una cosa fragile"
"Oh ma guarda, uno va per fare una cortesia..."
"Ah, dovrei ringraziarti, pure?"
"Beh, ringraziarmi no, certo; ma almeno riconoscere che ti ho aiutato".

Rossana Rossanda, animata anche in punto di morte da devastanti sentimenti di amore per l'umanità, giustamente ci ha scritto un bel librone di giustificazioni per una vita spesa a difesa di ogni regime comunista.
"Ma cosa scrivi, Rossana; tu non devi giustificarti" le dissi io. "E infatti tu non lo devi leggere" disse lei con dolcezza, "ti ci devi schiacciare le balle in mezzo".
Infatti, chi mi credevo di essere, Furio Colombo?

sabato, giugno 10, 2006

Sovversione? Sovversione.

Una volta ero deferente, e credevo a tutti coloro che da un pulpito abbastanza ricco di fregi additassero vizi e spargessero rimedi. Ne avevo piene le mani, di consigli raccolti alla rinfusa, nel frenetico frugare insieme a mille altri; la mia vita era in platea.
Non che io fossi umile, nè che io "sapessi di non sapere"; semplicemente davo per scontato ciò che, denominato astutamente senso comune, mi si proponeva di accettare o rifiutare. Non ero mica stupido, da rifiutare il senso comune.
Del resto una indaffarata folla di maestri mi aveva, più o meno gentilmente, spiegato per anni il valore dell'intelligenza, riconducendone il giudizio puntualmente ai crismi di obbedienza, docilità e reattività. Non certo belve ammaestrate, nella repubblica delle libertà: solo bambini che liberamente decidono di seguire la lezione, o bambini che altrettanto liberamente decidono di non seguirla, per fare altro.
Altro cosa, poi? Boh, allo stato liberale non interessa di dare alternative alle sue risposte, anzi le risposte alternative vengono apertamente demonizzate come "antiliberali". Allo stato liberale basta che lo ringraziate del trogolo, e della libertà di rifiutarlo. Lo stato liberale è un allevatore egoista che non ama le sue pecorelle, e tuttavia ne rispetta le scelte; d'altro canto le pecorelle sono tante.

Poi però, ad un certo punto, la pecorella decide di farsi lupo, di rifiutare il senso comune e di sventolare centinaia di assurdità come fossero Vangelo. Il pastore grida agli altri animali ma le pecore, si sa, con l'addomesticamento hanno perso il carattere... La pecorella, in questo caso, proprio perchè cresciuta ai margini, ha assimilato poco ma è divenuta frugale. E' spelacchiata e sporca, ma è viva e sparge confusione, e incredibilmente non segue più il senso di marcia, pur non essendo nè stupida nè cieca.
Decide di creare un senso alternativo, e di sforzarsi per farlo diventare comune. Che ci riesca o no, che cosa importa? Non è uno spettacolo anche solo questo? Chi lo decide adesso chi è il pastore e chi l'animale? Chi decide chi è il lupo?
Io dico che il lupo è quello su due zampe.

martedì, giugno 06, 2006

L'agnellino e il pecorone.

Il miliardario David Rockefeller, nel 1991, durante una riunione del temutissimo e arciblindato circolo "Bilderberg", ebbe a dire:
«il mondo oggi è più sofisticato e preparato ad avanzare verso un governo mondiale. La sovranità sovrannazionale di banchieri mondiali ed un’èlite intellettuale è preferibile all’autodeterminazione praticata nei secoli passati». Egli si riferiva, manco a dirlo, al mondo migliore di domani.

David Rockefeller appartiene alla fortunata schiatta di quei ricchi talmente schifosamente ricchi da guadagnarsi le simpatie e le deferenze di sindacalisti, mendicanti e disoccupati, ma forse egli, meschinello generoso filantropo, sopravvaluta le possibilità del suo salvifico (francescano?) Verbo.
La gente, sapete, è tanto ignorante; guardate Chavez, guardate Putin, tutta gentaglia che non sembra avere la minima intenzione di aprire le porte del cuore.

domenica, giugno 04, 2006

Finalmente soli...


Walter Bonatti: l'uomo che scalò una vertiginosa montagna di piatti traballanti, per arrivare su una vetta che conosceva, sfidando la notte e il vuoto, la morte e tutto il resto. Perchè?

Bonatti cercava, credo, la propria paura, la tremenda bestia che ci accompagna, distante due metri dietro, per tutta la vita. Bonatti sapeva, forse, che tra quelle rocce taglienti, nel freddo più squallido, la paura se la sarebbe trovata finalmente davanti.

venerdì, giugno 02, 2006

Brucare o non brucare.

Di questi tempi siamo tutti sollevati dall'impiccio di occuparci di politica.
Se fosse il caso ancora di precisarlo (e siccome a suo tempo votai contro la democrazia, non sono sospetto di populismo): non è una buona notizia, comunque.

Ci rimane, come annunciato dai mille pulpiti della cultura dominante e pecoraia, un sacco di altra roba.