mercoledì, ottobre 31, 2007

La moda scorsa.

Il tema dell'anno, la notizia del giorno, l'evento della stagione: pare che il nostro secolo sia scandito dall'ossessione cronica di fissare nel tempo qualcosa di sè; simboli, fatti, immagini, concetti, e celebrarli in fila, di continuo. L'anno dell'ambiente, il mese della prevenzione, la settimana della musica, il giorno della lotta al fumo, la notte bianca, l'happy hour, i dieci minuti di silenzio.
Bislacco destino, per un secolo che si proiettava nell'era umana come il rinnovatore. Adesso che ha rinnovato, e quindi ha (bene, o male, è un'opinione) svolto la sua funzione, non vuole più andarsene.

martedì, ottobre 16, 2007

Acquiedotto.

Ah, fantastico. Adesso anche i blog che dovevano essere una roba libera si inquinano di clericalismi politici. Il gestore di questo strumento mi ha chiesto di scrivere un post sull'ambiente, e lo ha fatto con i toni di chi ti domanda se sei una persona perbene.
Non mi ha detto "noi riteniamo importante questo problema, pertanto le domandiamo, se lo ritiene giusto, di esprimere un parere in merito". No, niente di tutto ciò: mi ha domandato di scrivere un articolo sull'ambiente, punto, come se il catastrofismo verde sia un dato assodato sul piano scientifico (vi rinfresco la memoria: no che non lo è; casomai è assodato il contrario, scientificamente), come se ci fosse una qualche forma di necessità morale nel farlo.
Aih, aih; brutta e vecchia abitudine, questa di postulare "doveri universali". Cominciano col chiedere una doverosa testimonianza, proseguono pensando a come sconfiggere l'indifferenza generale, e vent'anni dopo ti ritrovi nel tuo bel ghetto, nella parte dello spregevole mostro.

Egregio signor Google, si rivolga al mio legislatore se vuole leggi di suo gusto. L'idea di utilizzare il mio blog per testimoniare a furor di popolo progetti fumosi e poco chiari su come gestire montagne di risorse, è una idea che mi sconvolge. Se ritiene, considerata la sua gratuita disponibilità e la sua gentilezza tenute finora, può cancellare il mio blog senza che io abbia a pretendere altro da lei.
Tenga conto che in questo stesso momento vado ad aprire tutti i rubinetti di casa. Perchè non mi risulta, ad oggi, che l'acqua che risparmio vada a dissetare altri che il mio vicino. Rimando alla costruzione dell'acquedotto unico mondiale scelte più responsabili.

domenica, ottobre 07, 2007

Libertà di starnazzo.

Tanti e troppi processi mediatici rovinano la nazione.
A questo punto diventa difficile tutto. Persino sapere chi ruba, persino sapere se il corrotto ha dei corruttori. Infilata tutta e a forza nel baccano, ci sta la parodia di un processo penale: indagini condotte dal giudice stesso, l'accusa che siede ora sullo scranno alto ora fuori dell'aula (tra la gente! immaginiamo..), avvocati da sentire in separata sede, difese dopo la sentenza, sentenza spiccata dal branco e in branco.
In tutto questo i due tribuni di turno, Santoro e Travaglio, a rivestire ora le parti dell'agnello pubblico, ora del boia popolare, ora del giudice terzo, convinti sinceramente che questo funzioni, il che rende la nostra democrazia drammaticamente lontana da sè stessa: perchè una condanna del genere non uscirà mai dall'improvvisata aula. Il suo posto non è tra i giudizi, ma tra i sospetti. La sua divisa non è la legge, ma la chiacchiera. E il condannato, ove se ne freghi delle sue responsabilità, avrà ragione di riderne; perchè nel guazzabuglio nessuno è davvero sicuro di chi ha fatto cosa.
Ma a Travaglio non interessa che chi ha sbagliato paghi, altrimenti andrebbe in procura a paventare anche un reato di peculato a carico dell'Inpdap. Altrimenti, è strano credere che gli risulterebbe difficile considerare la sottovalutazione di beni pubblici da vendere ai ministri come un caso di concussione e di condizionamento ambientale. Ed è strano pensare che poi non debba proseguire su questa via, leggendo "peculato" in quasi tutti i fenomeni di consulenza pubblica, di nomina a cariche parapubbliche, di gestione del patrimonio statale, di finanziamento delle realtà associative, di fenomeni anche passati di gestione monetaria, di finanziamento di infrastrutture senza adeguati studi sulla loro utilità. Niente, al signor giudice interessa stare sulla notizia, e intrerpretare il bisogno di sfogo macabro dell'invidia sociale; e basta. A Travaglio interessa che Mastella vada in pensione.

E invece Mastella, con buona pace (anche) di Veltroni, ci farà la cortesia di rimanere sullo sbrindellato trono del magna-magna, ancora un pò in attesa di qualche altro processo popolare, magari condotto da qualche brillante giornalista d'assalto di Mediaset, che lo processi in un momento più consono alle speranze degli elettori dell'altra parte.
Anche la gogna, io credo, vuole la sua equità; perchè le lattughe in faccia al mostro sono uno sfizio che ci dobbiamo levare tutti: belli e brutti. Micromega ti voglio bene.