giovedì, dicembre 21, 2006

Nessun dolore?

Approfittando del disperato stato di prostrazione di Piergiorgio Welby, i Radicali stamattina hanno deciso di ucciderlo tramite soffocamento. Prima di staccare il respiratore, Piergiorgio Welby è stato sedato.
La "dolce morte" è arrivata finalmente in Italia; previo consenso, presto verrà tolta la possibilità di vivere ai vecchi abbandonati, ai bambini difficili, ai depressi, ai mattoidi.

Benvenuti nel mondo in cui nessuno soffre più.

domenica, dicembre 10, 2006

Una lenza di gay.

Stiamo assistendo ad una truffa politica in pieno stile bulgaro.
L'antefatto è che solo due giorni fa l'Unione ha bocciato un emendamento (presentato da PRC, credo), per ampliare la franchigia esente dalla tassa di successione anche ai conviventi. In poche parole, c'era da destinare fondi alle coppie conviventi, anche gay, e dimostrare così per la prima volta che il governo Prodi ha a cuore la questione "pacs", ammette a godere di benefici fiscali anche in ragione di vincoli affettivi "non convenzionali", e si impegna concretamente per dissipare il pregiudizio e la disparità di trattamento.
Invece no. Fanculo ai gay, l'emendamento non passa.

La truffa però non è qui: il fatto che la Margherita e l'Udeur non vogliono perdere i voti dei cattolici era conosciuto anche prima. La truffa è un'altra: per evitare di spostare i riflettori della polemca sulle divisioni del centrosinistra, i parlamentari e i giornalisti dell'Unione hanno trovato un accordo. L'accordo è: trovare un altro accordo a Gennaio sulla questione "coppie di fatto".

Cioè, intanto per le coppie di fatto l'Unione non mette una lira, pur potendo farlo, per motivi insieme finanziari, ideologici e di benpensantismo cattolico, però in cambio s'impegna ad impegnarsi a gennaio per trovare un accordo ad accordarsi sulle coppie di fatto. Forse.
Poi, siccome così la magagna non è completamente scomparsa, ecco che entrano in scena i giornalisti: non è che "l'Unione non stanzia fondi per le coppie di fatto, ma..."; è che "L'unione ha trovato un accordo sulle coppie di fatto". Su Repubblica il fatto scatenante, cioè la bocciatura dell'emendamento favorevole ai conviventi, addirittura è omesso del tutto. Incredibile.

Comunque, che i comunisti fossero adusi alle bugie lo sapevamo. Adesso sappiamo che anche l'onorevole Luxuria è aduso all'omertà.
Ma tant'è, si sa: a furia di stare a 90°, finisce che uno lo consideri normale...

mercoledì, novembre 29, 2006

E adesso?

C'è un bel vantaggio se muore Berlusconi. Uno solo d'accordo, ma pure da solo basta a compensarci della perdita.
Pensate alla faccia di Fini, nel preciso istante.

domenica, novembre 05, 2006

Nuovo ordine? Tempo perso.

Pensavo, finchè non avete risolto sto' fatto della rieducazione dell'umanità, sarebbe il caso di non fare convivere i rieducati con quelli normali. Sapete come vanno queste cose: è capace che se ne accorgono.

giovedì, ottobre 19, 2006

Eterogenesi fiscale.

Quante storie per una finanziaria...
Insomma non vi volete mettere in testa che il denaro è una produzione dello stato, come le leggi, come le parate. Lo stato toglie, lo stato dà: elementare.
Chi non ha nulla non dà nulla, chi ha tanto, dà tanto: elementare.
Se guadagni, devi pagarla, se non lavori, no: elementare.

Ad ogni modo, ritengo che in Italia bisogna mettersi d'accordo una buona volta sul significato della parola "prendere". Distinguerla soprattutto da tutti quei significati equivoci e volgari che le hanno dato gli egoisti come voi.

giovedì, ottobre 05, 2006

Da maestro diventai discepolo.

La novità politico-economica italiana più importante del secolo, forse, è appena passata in sordina sotto il nostro naso, sotto forma di notiziola da TG economia: Il "made in Italy" diventerà presto "made by Italy".
Dietro il gioco di parole si mimetizza una innovazione esiziale. Un signora ingioiellata lo afferma con tono innocente all'intervistatore della RAI: "forse non saremo più un paese di manifatturieri, ma diventeremo un paese di grandi progettatori".
La signora forse non ha parenti in fabbrica e non può saperlo. Quanti progettatori ci saranno? 20 milioni? Quanti laureati in industrial design? E tra quante generazioni? E soprattutto, tutti questi milioni di progettatori, come potrà smaltirli, non ancora l'Italia (peraltro priva oramai di manodopera e quindi di fabbriche), ma il mondo intero?
Cosa immagina l'Agenzia per il Commercio Estero (presieduta da Emma Bonino): un paese di laureati emigranti? E cosa ce ne faremo dei milioni di laureati ingegneri cinesi e indiani che hanno occupato già stabilmente gli USA e parte dell'Europa? Li buttiamo a mare con la scusa del "made by Italy"?

Non più "fatto in Italia" ma "fatto dall'Italia". Fatto da progettisti italiani in giro per il mondo, venuti su nella competizione per non perdere il posto, cresciuti dopo un pò nelle università straniere, dove avranno imparato le tecniche manifatturiere estere, i materiali e la cura estera per l'assemblaggio, la ricerca, l'inventiva. Italiani che parleranno per lo più un'altra lingua. Fatto da chi?

Si ignora del "made in Italy" la cosa più importante: che esso è il delicato equilibrio della sintonia tra idee e azioni, tra progettazione e produzione. Non ci sarebbe il glorioso marchio Alfa Romeo, nè quello Ferrari (sono solo due esempi) senza il rapporto intimo tra ingegneri ispirati e operai capaci, ex cesellatori e falegnami, tempra di contadini e poeti.
Si ignora del "made in Italy" la cosa più importante: che era roba fatta in Italia.

Il "made by Italy" è un pretesto per dire addio al mercato di chi sogna e produce, per imporre alla poco efficente italianità il mercato di chi arraffa soldi e rifila merce.

mercoledì, settembre 20, 2006

Straccivendoli.

In tutto il suo rutilante fulgore, carico di zoccoloni, giornalisti audiolesi e commendatori da strapazzo, al mercato globale si presenta il capitalismo italiano. Quello di Tronchetti Provera, quel capitalismo indolente e vanaglorioso che per non essere fermato fa finta di parlare al telefonino. Quello che fa le grandi scissioni, poi le grandi fusioni e poi riprende daccapo; quello che si presenta in borsa, vestito da passante, e fa: "Hai capito questi della telecom! Và che operazione che ti hanno intavolato... adesso è ora di comprare!" (è chiaro a tutti, no? Se i tecnici di aziende così grandi inaugurano una operazione colossale è evidente che hanno un bel progetto, che hanno ben calibrato il tiro; il titolo salirà!.. E difatti il titolo sale, ma non certo perchè nell'azienda sia migliorato alcunchè, o sia prossimo un rilancio; il titolo sale perchè tutti ci sperano e lo comprano).
Peccato che, dopo che il solito passante, rivestitosi da riccastro, li ha venduti a cento, il titolo riscende (perchè il rilancio aziendale si rivela una bufala e in più il mercato è pieno di titoli che non si sa più dove buttarli) e lui li ricompra a quaranta. Così si trova coi titoli di prima, i soldi in più e una bella corte che gli fa i complimenti.
E l'azienda? Niente, come prima, anzi peggio. E i risparmiatori fiduciosi? A cagare.

Se li tenesse lui, tutti quei quattrini, ci sarebbe da stimarlo, di una stima affilata. Lui no, lui si tiene una parte piccina piccina; il grosso lo dà a quegli altri, quelli sì ricchi, quelli sì capitalisti, che gli imprestarono, una decina di anni fa, i soldi per comprare quella famosa quota maggioritaria di quel famoso colosso della telefonia. A lui basta pavoneggiarsi come un demente tra i dementi, in qualche delizioso porticciolo ligure. A Tronchetti Provera basta un'aragosta al dì e il videofonino.

Guardate il titolo Telecom negli ultimi dieci anni. In quella consapevole e lucida discesa c'è anche il valore d'uso degli yatch. Sotto la vernice bianca c'è legno muffo.

lunedì, settembre 11, 2006

Muoviti questo è stile.

Che signore quello là, Ehud Olmert!
Ha rimandato la vittoria a dopo la sconfitta.

mercoledì, agosto 02, 2006

Come minimo!

Ho fatto un sogno in cui ero liberale, un grande liberale. Mi ricordo che guardavo i poveri per strada e pensavo: "caz che situazione di merda!".
Allora agguantavo un passante e gli ordinavo di avere pietà per loro. Il brav'uomo dal canto suo non sapeva cosa fare, ed era visibilmente imbarazzato, con tutti quei poveracci che avevano preso a guardarlo.

Se non mi svegliavo mi facevano ministro.

mercoledì, luglio 26, 2006

Nazisamba.

Facciamo una bella guerra: Italiani, Francesi, Iberici, Greci, e Sudamericani contro Tedeschi, Anglofoni e Nordeuropei.
Più guardo le mie classi dirigenti, e le loro culture di riferimento, e più mi accorgo che un sano razzismo ci vuole. Totò direbbe che fa d'uopo.

martedì, luglio 25, 2006

Pace israeliana.

Ieri ho litigato con un amico, per certi fatti miei. Fatti gravi, e lui ha torto marcio; ma non si può buttare alle formiche un'amicizia di tanti anni, e non mi sembra giusto litigare. Insomma, ho pensato che la cosa migliore è la pace no?
Così ho fatto io il primo passo: mi sono presentato a casa sua e ho gridato che le cose debbono cambiare.
Stranamente, sbraitando sbraitando siamo venuti nuovamente alle mani, e allora gli ho chiesto: "oh, ma non li guardi i telegiornali?".

domenica, luglio 23, 2006

Godetepianofratelli.

Il Carnevale Perenne, sognato da certi eretici medievali, è quanto di più affascinante e disgustoso abbia partorito la mente dei semplici. Allucinato e al tempo stesso politico, programmatico, il Carnevale Perenne è la promessa sacra, il patto tra degenerati che decidono non già e non più l'assassinio o il furto di cavalli, ma la benedizione finale del delitto.
Una folla immensa squarcerà il silenzio della notte, ubriaca violenta e innamorata, e si riverserà in ogni angolo delle città, usando e godendo di ogni ricchezza, propria o altrui, profittando senza pensiero di ogni frutto della vita, di tutte le situazioni e di tutte le tentazioni. Finirà così la famiglia e il denaro, il padre e la madre e tutto il resto; la terra, anch'essa finalmente libera, produrrà da mangiare per tutti coloro che sapranno cogliere; il cielo, finalmente pulito, terrà le nuvole e il freddo a bada per consentire alla nuova umanità rinnovata di marciare disordinata in maniche di mutande; le montagne si faranno benigne, le pianure diverranno discesa.

Gli eretici spesso arrivavano come branchi di lupi, e assediavano le città. Si fosse di quei tempi, si fosse tutti cittadini di Munster, scrutando l'orizzonte si potrebbe affermare "monta una brutta tempesta" e prepararci alla difesa. Al limite ci si potrebbe anche esaltare. Ma oggi, che quel Carnevale Perenne si è discretamente installato, in qualità di primo consigliere, nei salotti delle classi dirigenti, direi che ci vuole una bella pazienza a non annoiarsi durante la battaglia: ieri sera per esempio c'erano due ragazze in TV che, per obbligo di contratto col regista e con il produttore, per un'ora piena e per una robusta paga hanno dato un moderato scandalo. Uno scandalo timorato.

venerdì, luglio 21, 2006

Sardine e balene.

Le ultime rivelazioni sull'incidente della principessa Diana sono quanto di più emozionante ci sia rimasto. C'è di tutto per tutti: la pornografia, la poesia, la milinconia, la velocità, il sapore inutile del tramonto più fosco; mentre i fatti del Libano, sebbene possano preludere ad una terza guerra mondiale, paiono interessarci poco e nulla.

E' chiaro, certa gente non sa nemmeno morire.

lunedì, luglio 17, 2006

Traguardone!

Vorrei tanto scrivere qualcosa di profondo, in questa fase così tragica del XXI secolo. Qualcosa che sia diretto all'umanità intera, qualcosa che travalichi i nazionalismi e le ideologie del secolo scorso, ma che al tempo stesso ne sappia comprendere l'essenza; qualcosa che possa abbracciare tutto il mondo e la sua storia, una parola che sappia valutare senza giudicare.

Se scrivessi "frecatevi"...

mercoledì, giugno 28, 2006

Il Bel Tempo.

Fa talmente caldo che la gente non sa più dove mettere il buonumore, vero?

domenica, giugno 18, 2006

Il secolo relativamente scorso.

"Non si fanno queste cose, dai!"
"Che ne sapevo io? Pensavo di farti un piacere"
"Ma guarda me lo hai rotto! E poi lo sapevi che era una cosa fragile"
"Oh ma guarda, uno va per fare una cortesia..."
"Ah, dovrei ringraziarti, pure?"
"Beh, ringraziarmi no, certo; ma almeno riconoscere che ti ho aiutato".

Rossana Rossanda, animata anche in punto di morte da devastanti sentimenti di amore per l'umanità, giustamente ci ha scritto un bel librone di giustificazioni per una vita spesa a difesa di ogni regime comunista.
"Ma cosa scrivi, Rossana; tu non devi giustificarti" le dissi io. "E infatti tu non lo devi leggere" disse lei con dolcezza, "ti ci devi schiacciare le balle in mezzo".
Infatti, chi mi credevo di essere, Furio Colombo?

sabato, giugno 10, 2006

Sovversione? Sovversione.

Una volta ero deferente, e credevo a tutti coloro che da un pulpito abbastanza ricco di fregi additassero vizi e spargessero rimedi. Ne avevo piene le mani, di consigli raccolti alla rinfusa, nel frenetico frugare insieme a mille altri; la mia vita era in platea.
Non che io fossi umile, nè che io "sapessi di non sapere"; semplicemente davo per scontato ciò che, denominato astutamente senso comune, mi si proponeva di accettare o rifiutare. Non ero mica stupido, da rifiutare il senso comune.
Del resto una indaffarata folla di maestri mi aveva, più o meno gentilmente, spiegato per anni il valore dell'intelligenza, riconducendone il giudizio puntualmente ai crismi di obbedienza, docilità e reattività. Non certo belve ammaestrate, nella repubblica delle libertà: solo bambini che liberamente decidono di seguire la lezione, o bambini che altrettanto liberamente decidono di non seguirla, per fare altro.
Altro cosa, poi? Boh, allo stato liberale non interessa di dare alternative alle sue risposte, anzi le risposte alternative vengono apertamente demonizzate come "antiliberali". Allo stato liberale basta che lo ringraziate del trogolo, e della libertà di rifiutarlo. Lo stato liberale è un allevatore egoista che non ama le sue pecorelle, e tuttavia ne rispetta le scelte; d'altro canto le pecorelle sono tante.

Poi però, ad un certo punto, la pecorella decide di farsi lupo, di rifiutare il senso comune e di sventolare centinaia di assurdità come fossero Vangelo. Il pastore grida agli altri animali ma le pecore, si sa, con l'addomesticamento hanno perso il carattere... La pecorella, in questo caso, proprio perchè cresciuta ai margini, ha assimilato poco ma è divenuta frugale. E' spelacchiata e sporca, ma è viva e sparge confusione, e incredibilmente non segue più il senso di marcia, pur non essendo nè stupida nè cieca.
Decide di creare un senso alternativo, e di sforzarsi per farlo diventare comune. Che ci riesca o no, che cosa importa? Non è uno spettacolo anche solo questo? Chi lo decide adesso chi è il pastore e chi l'animale? Chi decide chi è il lupo?
Io dico che il lupo è quello su due zampe.

martedì, giugno 06, 2006

L'agnellino e il pecorone.

Il miliardario David Rockefeller, nel 1991, durante una riunione del temutissimo e arciblindato circolo "Bilderberg", ebbe a dire:
«il mondo oggi è più sofisticato e preparato ad avanzare verso un governo mondiale. La sovranità sovrannazionale di banchieri mondiali ed un’èlite intellettuale è preferibile all’autodeterminazione praticata nei secoli passati». Egli si riferiva, manco a dirlo, al mondo migliore di domani.

David Rockefeller appartiene alla fortunata schiatta di quei ricchi talmente schifosamente ricchi da guadagnarsi le simpatie e le deferenze di sindacalisti, mendicanti e disoccupati, ma forse egli, meschinello generoso filantropo, sopravvaluta le possibilità del suo salvifico (francescano?) Verbo.
La gente, sapete, è tanto ignorante; guardate Chavez, guardate Putin, tutta gentaglia che non sembra avere la minima intenzione di aprire le porte del cuore.

domenica, giugno 04, 2006

Finalmente soli...


Walter Bonatti: l'uomo che scalò una vertiginosa montagna di piatti traballanti, per arrivare su una vetta che conosceva, sfidando la notte e il vuoto, la morte e tutto il resto. Perchè?

Bonatti cercava, credo, la propria paura, la tremenda bestia che ci accompagna, distante due metri dietro, per tutta la vita. Bonatti sapeva, forse, che tra quelle rocce taglienti, nel freddo più squallido, la paura se la sarebbe trovata finalmente davanti.

venerdì, giugno 02, 2006

Brucare o non brucare.

Di questi tempi siamo tutti sollevati dall'impiccio di occuparci di politica.
Se fosse il caso ancora di precisarlo (e siccome a suo tempo votai contro la democrazia, non sono sospetto di populismo): non è una buona notizia, comunque.

Ci rimane, come annunciato dai mille pulpiti della cultura dominante e pecoraia, un sacco di altra roba.

mercoledì, maggio 31, 2006

L'illusione del meglio.

A: "Sai che ti trovo bene?"
B: "Non essere futile."

Si respira tanta edificante serietà, al governo ma non solo, che i cagnolini la fanno al bar, dopo aver ordinato caffè.
In tutto questo maturo guazzabuglio uno come me fa solo brutte figure, ne convengo.

venerdì, maggio 19, 2006

Pane e volpone.

Un esercito di persone credibili; aggiornati sulle ultime novità della medicina ginecologica, aperti e per nulla prevaricatori, gente che prende sul serio anche la richiesta di "mettersi sopra", e gentilmente passa il turno (per non sembrare...). Sono i donnisti, una specie di sindacalisti delle dinamiche dell'accoppiamento, non guardano le zinne ma la cultura, non le natiche ma lo sguardo, e sono sempre pronti a mettersi in difesa (garbata) delle inevitabili sorti e progressive dello scambio dei ruoli neo-matriarcale.
Guarderanno voi, sudici animali da bar, con la commiserazione e la vergogna di chi osserva un parente alla gogna. E la gogna ve la prepareranno loro stessi, anticipando, ruffiani, il giudizio della corte, tirando in ballo la decenza e la vostra ottusità e la repressione che vi fa aggressivi eccetera eccetera. Lembi di veste per tutte le parti...
A sera poi, torneranno sazi e soddisfatti all'ovile di qualche Valchiria, qualche Grande Madre all'ombra della quale non c'è guerra e non c'è fame, laddove tutti hanno tutto e nessuno sa cos'è la gelosia.


Volevano fare i furbi, ma nel letto troveranno un altro, che li pregherà molto poco gentilmente di cambiare aria.
Nel mentre la Valchiria, mezza nuda come mai e spettinata, tacerà imbarazzata.

mercoledì, maggio 17, 2006

Photoshop!

I colori sono una entità relativa. Perlomeno, relativa è la nostra percezione dei colori.
Mi è capitato di rendere trasparente, con un programma di grafica, un colore, o meglio: in una immagine in cui avevo più "livelli", cioè più oggetti distinti che si possono sovrapporre o posporre, ho provato a far leggermente trasparire un oggetto rosso. Al 10, poi al 15 % il rosso ha rivelato lo sfondo sottostante, bianco. Aumentando la trasparenza, e approssimandomi al 100% il rosso era diventato quasi impercettibile, mentre risaltava sempre di più il bianco che c'era dietro.

In effetti, questo è un inganno dell'occhio. Il computer non può far "trasparire" il rosso, ma può darmi l'illusione che sia così, presentando al mio occhio tonalità sempre più rosa, fino al rosa chiarissimo e infine al bianco.
Morale: il rosso non c'è più, sostituito da un altro colore della scala dei "rosa", ma il mio occhio percepisce esattamente il contrario, cioè l'illusione di un rosso trasparente, un parossistico rosso che non è rosso. Morale della morale: il rosso non esiste, come non esiste nemmeno il bianco dello sfondo, ma io riesco a cernere entrambi, situazione mentale cosciente e decisamente visionaria.

Utilizzo quel programma da anni; chissà perchè solo adesso mi è venuta questa pensata. Lo scandalo di "calciopoli", forse, o magari la nomina di Napolitano a presidente della repubblica.

lunedì, maggio 15, 2006

"P' cient'ann" (Augurale:"per cento anni").

"I giovani dicono... i giovani sono il futuro... i giovani pensano".
Quanto più il tribuno è vecchio e raggrinzito, consumato e sclerotizzato nella sua durezza, tantopiù i toni si fanno entusiastici e ammiccanti: è il feticcio giovanilista.
E' come il femminismo peloso di chi corteggia una donna dalla quale si speri di spuntare solo una notte d'amore: proposte niente, complimenti tanti. Così: "Ho fiducia nei giovani", "credo nelle future generazioni".
Se gli chiedete di che, per cosa, nessuno vi risponderà. La risposta è fuori luogo: non serve una risposta, serve un pretesto.

Non c'è cosa più nauseante di una vecchiaia giovanile: mille antri abitati da predatori, parassiti e non voglio immaginare cos'altro.

venerdì, maggio 12, 2006

Capotavola

Rousseau, alla veneranda età di 300 anni è morto. Era ora; non è per cattiveria, ma non ho mai compreso perchè c'è gente che campa tanto poco mentre altri ci rimangono sul groppone così tanto.
Sono diverse generazioni che la mia famiglia, come ogni famiglia occidentale del resto, mantiene Rousseau: tavola franca, alloggio, gli abbiamo demandato persino la gestione, via via sempre più generale, degli affaracci nostri.
"L'uomo è buono per natura, è la società che lo corrompe". E via così, a fiducia. Signor Rousseau, l'autorità osta, vero? Signor Rousseau, che faccio seguo il cuore? E' giusto così vero?
Abbiamo sviluppato la fiducia dell'atleta: sono il migliore, ce la farò. E con quel "ce la farò" noi si dovrebbe intendere, grossomodo, che riusciremo a migliorare il mondo e cose del genere. Senza l'aiutino di uno stile, di un'etica, di un'autorità.
E invece poi arriva internet; strumento di difesa (dicevano) che invece si dimostra un maledetto strumento di attacco. Girateci un pò, c'è roba terribile; c'è la prova del nove della nostra bontà. Nostra, di noi che navighiamo.
E l'uomo (quello buono per natura) guarda gli altri e vede sè stesso per ore, ma dopo un pò, invece di fare qualcosa di edificante, e nonostante non ci sia nessuna società a corromperlo nel chiuso egotico della sua multimedialità, sbadiglia.

Pam!

Rousseau stamattina giaceva riverso nel cesso di casa mia, con una mano aggrappata al bordo del sanitario. Abbiamo sfondato la porta; sullo specchio una parola, che immagino abbia voluto dedicare a noialtri: "maledetti".
Quindi non solo ha occupato il bagno per un'ora, ma si permette pure il lusso di fare l'offeso.

mercoledì, maggio 10, 2006

Zio Giorgio

Mio zio ha lavorato tutta la vita e odia tutti. Odia i suoi colleghi di lavoro, odia la noiosa moglie e i figli profittatori, odia i parenti me compreso, odia i vicini di casa e i vicini di sedile sul tram.
Ma è, il suo, un odio senza passione, è una indifferenza, una insofferenza soffocante. Mio zio si sente buono solo quando va con le prostitute, meschina consolazione di un uomo senza sangue.
Non che lui ami le donne che gli si vendono: lui odia tutti allo stesso modo. Ma ama ancora tutti i suoi sogni falliti, i suoi smarrimenti nella voragine delle competizioni. Mio zio non ama nemmeno più sè stesso; ama soltanto ciò che sarebbe dovuto diventare e non è diventato.

Per dire, mio zio è una candidatura istituzionale.

Germania arriviamo!

Napolitano è una candidatura istituzionale. Lascia stare che pochi mesi fa era uno dei decani del comunismo italiano, lascia stare che è iscritto all'internazionale socialista, lascia stare che ha capeggiato una corrente politica interna del partito comunista, lascia stare che fino a qualche anno fa se la litigava amabilmente con Cossutta su squisitezze tutte istituzionali come la rivoluzione, la lotta di classe e la forza progressiva delle repubbliche socialiste, lascia stare.
Lascia stare poi che lo hanno votato solo quelli che hanno firmato l'accordo di coalizione con Romano Prodi, converrai che, escluse queste trascurabili casualità, non c'è nulla che faccia pensare che si tratti di una candidatura politica.

E poi scusa, dimostrazione: cosa credi che tiferà ai mondiali? Ehbè, più istituzionale di così...

sabato, maggio 06, 2006

Digerselz

E dateglielo 'sto cazzo di colle a D'Alema. Ma che vi frega dico io, tanto non è nemmeno vostro. Una volta che uno può fare il signore...
E poi, davvero vi piaceva Ciampi? Oh dico: si vive così dalle vostre parti, tanto per passare il tempo?

Amato, dicono. Ma quale Amato, qui a forza di russare si odiano tutti!

lunedì, maggio 01, 2006

Allegria dipinta

Festa dei lavoratori. Ma vi siete mai soffermati sul significato del termine "festa"? Celebrazione o ricordo, la festa è la ripetizione simbolica di un qualcosa: evento, antefatto o semplicemente atto creativo.
E il primo maggio? Si ricordano i lavoratori, ma quali? Non quelli della tradizione cattolica, quelli che si votano a S. Giuseppe, no. Questi qua di norma non hanno bisogno di votarsi a nessun santo, perchè in teoria le "progressive sorti" sarebbero loro assicurate da una regola storica. E mica tocca essere marxisti per pensarla così, questo è oramai patrimonio pubblico.

E allora, festa! Come al sabato sera, dove si festeggia nient'altro che il rito della spensieratezza, ci sia essa, o ci abbia abbandonati, o non ci abbia mai conosciuti.

sabato, aprile 29, 2006

Il circo delle pulci, o del parlamento.

Le mie pulci ammaestrate. Sapeste come saltano, come tirano i pesi. E' tutto quasi invisibile, ma se vi ci mettete, se appuntate lo sguardo, potete vedere tutte le macchine muoversi per effetto della spinta miracolosa di queste straordinarie creature. Ed ecco il trenino che cammina, l'altalena che oscilla, la luce tremula di quella lanternina che si alza e si abbassa.
Ecco, le vedete? No? Dite che sono io a far muovere i congegni?
E allora si vede che non siete abbastanza democratici.

mercoledì, aprile 26, 2006

25 Aprile

Parliamone perchè senò non se ne esce più. Insomma si stabilisca una volta buona se per questo decennio si intende farne la stessa cosa che se ne è fatta in quello precedente, tenendo conto che gli ex, i post, i neo e i cripto-fascisti sono oramai di casa a Montecitorio.

25 aprile
a chi ti vive dai la bile
se ti ignoro mi rendi solo
se tu fossi una ragazza
ti darei della pazza
se tu fossi una vecchia
saresti tanto racchia
se io fossi una bigotta ti darei della marmotta

Ditemi che marmotta va bene, per carità e amor di patria.

domenica, aprile 23, 2006

Eritis sicut nei...

Il card. Martini ha detto che in Africa, per combattere l'aids, servirebbero i profilattici.
Poi ha detto che per combattere la fame ci vorrebbero alimenti disgustosi, per combattere la sete ci vorrebbe l'acqua salata e per arginare il freddo ci starebbe bene un'anestesia. Locale, se possibile.

venerdì, aprile 21, 2006

Fastidio per il prossimo...

Le armi di distruzione di massa non sono moralmente qualificabili. Dico, vi siete visti?
Poniamo il caso ce le abbiano le persone sbagliate; cambierebbe molto, una volta usate, nell'economia complessiva delle proporzioni tra brava gente e gente malamente, a questo povero mondo? No che non cambierebbe.
Dico di più: al limite, per ambiti ristretti e situazioni contingenti, le cose potrebbero addirittura migliorare.

Scusate ho mangiato pesante.

giovedì, aprile 13, 2006

Sapore di sale.

Il guaio di Furio Colombo è che ce ne sono pochi in giro.
Ce ne fossero a bizzeffe, potremmo passare l'estate a prenderli per il culo.

martedì, aprile 11, 2006

Faccina che ridacchia...

Oh. Finalmente. La serietà è arrivata al governo, suo in realtà da tempo, ma ancora non consegnatole per via di quella nauseate diffidenza, tipica di voi Italiani, per la gente che ha studiato, diffidenza che ha inquinato una campagna elettorale altrimenti signorile e compassata.

Ad ogni buon conto, aspetterò un pò prima di buttare queste frivole mutande rosse.

sabato, aprile 08, 2006

E se domani.

Dice che la serietà forse va al governo. Meno male, non ne potevo più: pensate che stamattina ho visto un cane che annusava il sedere ad un gatto.

domenica, aprile 02, 2006

Cartunari.

Basta, voto Prodi. Dall'Annunziata ha finalmente convinto: serietà, rigore, onestà.
Tutta roba non sua, ma volete che in Italia qualcuno le reclami indietro?
E poi, a parte gli scherzi, mi pare davvero che Prodi sia una persona perbene: si vede che quando spiega le sua cose è perfettamente convinto e consapevole dei suoi mezzi, Prodi è certamente un padre di famiglia coscienzioso, senza l'amante, risparmiatore.
Al limite, nella miseria Prodi sarebbe una persona migliore di Berlusconi; li vedremmo rovistare nella spazzatura entrambi, ma Silvio si fregherebbe la prima mela dalle mani di Romano, che tornerebbe subito, mesto, a cercarne un altra.
Forse prodi è sprecato in Italia. Lo vedo bene in quei paesi protestanti, dove le virtù polemiche della correttezza, della competenza e dell'efficenza, a costo di scolorire tutto il resto, sono ben remunerate.

sabato, marzo 25, 2006

Ngè permesso?

Una immagine, che mi ricorda sempre mia madre.
San Mauro Forte, Matera, anni '50. L'onorevole Colombo, in giro per la regione a caccia di voti, si fa portare sulle spalle da un robusto contadino tra due ali di folla.
Su quella inusuale cavalcatura il giovane deputato entra in paese, consapevole forse di dover dare, in campagna elettorale, soddisfazione a quello spirito rassegnato e sottomesso che da noi si insegna essere una virtù.
E così, marciando marciando, a cavallo di contadini, di stupidi e ignoranti lavoratori, di poveracci che nel baciare un lembo di veste si sentono figli devoti e protetti, siamo arrivati alla scoraggiante realtà. Chissà, forse nel frattempo persino il figlio di quel generoso (servile, disperato?) è dovuto emigrare. Figli devoti e protetti, ma, aihmè, figli unici e di madre vedova.

Ma l'onorevole Colombo sapeva che l'umiltà, se diventa cerimoniale collettivo, si tramuta in servaggio; l'onorevole sapeva che Gesù, consapevole di entrare in una Gerusalemme amica, vi entrò a cavallo di un umile asinello. L'onorevole sapeva che gli uomini sono tutti uguali, eppure decise che sì, ci avrebbe marciato.

Mio nonno in quei giorni chiudeva le finestre, perchè le quattro figlie non subissero quello "spettacolo disonesto". Un netturbino.
Noi Lucani dovremmo ritrovare l'onestà di saper sputare per terra, quando passa certa gente. E d'altro canto dovremmo imparare ad offrire un sorriso, quando ne passa altra, e tanto basterebbe.

domenica, marzo 19, 2006

Lei è un cretino, s'informi!

Della Valle, te lo meritavi. Sei antipatico, snob, sei di sinistra e fai giacche da 1000 €, sei l'impresentabile degli impresentabili.
Hai creduto di sbilanciarti: "se mi schiero apertamente io, che non sono mica uno così, sai che danno che gli faccio..."

Il danno non glielo hai fatto, hai scoperto che nessuno ti ama, in più ti sei sbilanciato e domani ti voglio, al Berlusconi ter, a trovare un luogo per la faccia.

sabato, marzo 18, 2006

Fallacida.

Mi dà fastidio una cosa: che quella seccata di Oriana Fallaci faccia la guerrafondaia con la mia vita.
Insomma, al di là del fatto che io voglia o meno andare a sparare agli Arabi in una futura mega-guerra di civiltà, potrei al limite anche rassegnarmici, se non perfino accettarlo, se il duce di turno fosse una persona che in questa guerra rischiasse qualcosa.
Una donna schiumante di rabbia dal suo salottino americano, bruciata in tutta la sua ex-femminilità dal suo stesso odio, dal suo stile da bulletto shic, dalla sicumera asfissiante, cosa rischia?

Signora Fallaci, avendo preso atto che lei non ha figli, non ha nipoti e forse non ha amici, appreso altresì che lei in guerra non ci verrebbe, le chiedo: del futuro faccia decidere ai vivi.
Altrimenti, di morti e sepolti da mettere in trono ne conosciamo di migliori di lei.

lunedì, marzo 13, 2006

Evoluzionismi... il futuro è arrivato!

Cosa fa un libertario che si riscopre conservatore?
Poichè si è già preparato il campo con la "libertà di morire", invade il terzo mondo per "esportare la democrazia".
E un comunista che rinasce liberale?
Perseguita il prossimo con la sua superiorità morale, anche nel 2006.
E un fascista che si scopre democratico?
Boh. Vivacchia, credo.

Una bomba diventata d'un tratto filantropa; un moralista diventato vecchio e "morale" come un cadavere; un neo-profittatore in ultima fila.
Allora abbiamo un vincente, un rompiballe e un fallito: e questo è il deprimente specchio dell'attualità.

domenica, marzo 12, 2006

Pe-pperepeeeè

Annunziata, lo sapevo. Lo sapevo che facevi la figura della scema. E pensare che se solo tu non lo fossi, non l'avresti fatta.

mercoledì, marzo 08, 2006

Forza Nuova va boicottata.

Il discorso che bisogna aprire è serio. Forza Nuova, ovvero il movimento legato ad International Third Position che si è affermato come movimento d'estrema destra negli ultimi 10 anni.
Forza Nuova, che non è mai stato un movimento dalla forza esplosiva, ha lavorato in questi anni attirando alla politica persone per lo più giovani e inesperte. Giovani qualche anno fa, dal momento che adesso quei ragazzini sono diventati ragazzi e mantengono una struttura diventata praticamente autonoma.

Poichè l'intero ambiente è oramai maturo per fare scelte politico-istituzionali, mi sembra il caso adesso di parlare di questo fenomeno, che ha preso la sua collocazione ed ha già fatto le sue scelte strategiche. Arriviamo al punto: a me FN non piace.
1) Non mi piace Fiore, per i suoi trascorsi e per l'atteggiamento di dubbia moralità tenuto nei confronti dei tanti militanti di Terza Posizione dopo la strage di Bologna (anche quelli militanti giovani e inesperti, abbandonati ad un clima di linciaggio fisico e morale e dimenticati per sempre a sè stessi, per non parlare della famosa "cassa" di Terza Posizione).
2) Non mi piacciono alcuni esponenti di questo movimento europeo, come delle Chiaie, un faccendiere che ha occupato gli anni 70 e 80 ad arruolare estremisti neri nei servizi segreti americani, e a mandare in galera, in quanto agente della CIA, gli altri.
3) Non mi piacciono gli affari sporchi in cui finiscono giovani militanti in buona fede. Ricordate l'operazione "Runa"? Quelli ed altri guai giudiziari furono certamente una offensiva mediatica lanciata all'indirizzo di tutta l'area identitaria: se Fiore non si fosse messo a vendere cianfrusaglie ideologiche come le coccarde tricolori e il fascismo da taverna, i giudici avrebbero trovato un ambiente molto più evoluto (politicamente e culturalmente, come era la Lega) e non avrebbero avuto gioco così facile.

Soprattutto non mi piace una cosa: a metà degli anni '90 l'ambiente stava davvero evolvendo verso una forma politica nuova. Si parlava di Briganti, di macroregioni e di Europa, si riscopriva la parte di antagonismo identitario usurpata dalla sinistra, come quello sudamericano. E' chiaro che il gioco poteva franare (nell'annacquamento), ma poteva anche reggere e creare roba nuova. Invece no; escono fuori due ragazzini a digiuno di politica e di chissà cos'altro e cacciano fuori una retorica patriottarda e becera, uno stile trucido e una immagina "all black", nè fascista nè altro, ma solo stupida e vagamente modaiola.
Grazie a Roberto Fiore, sta nascendo in Italia una realtà politica funzionale al sistema liberale: il partito dei brutti. Un 2, 3 %, magari domani un 8 %, altalenante con gli umori della piazza, che fornirà il suo timbro a qualsiasi iniziativa politica.
Come accade in altre parti d'Europa, il partito dei "naziskin", dei "neonazisti" ecc. salta fuori come ricatto delle destre, come alibi delle sinistre, come casamatta dell'addestramento dei rampolli della democrazia. Ogni legge buona, sulla famiglia o sull'immigrazione, che riceva il "timbro", l'appoggio del "partito dei rasati", è automaticamente destituita di autorità.
Insomma, mentre quattro imbecilli senza futuro politico giocano a fare i guerrieri e si perdono nelle loro paranoie, forniscono al potere la consacrazione del "giusto mezzo", della "grosse coalition", del consociativismo. Inoltre, pieni come sono di elementi schizzati e a causa dello stile aggressivo che vogliono darsi, questi partitini possono essere facilmente incolpati di ogni specifica nefandezza.


Il gioco è serio: "fare la politica", entrare nelle stanze del potere ed accettare i suoi giochi e le sue regole. In fondo il sistema accetta volentieri chi non si adegua e rimane nel seminterrato, perchè nella democrazia apparente si rafforza e si legittima. Quello che il sistema non vuole, è che gente perbene si inserisca nella festa all'ultimo piano.
Se domani ci sarà quel partito, anche in Italia ci saranno grosse difficoltà politiche, perchè si finirebbe a cercare alleanze ed a legare il buon nome di battaglie giuste ad una banda di scoppiati.
Se guardate a quello che ha fatto la Lega, negli ultimi anni, capite a cosa mi riferisco. La Lega è un partito identitario e credibile, per questo fa paura a gente come Scalfaro. Forza Nuova, invece, nasce per sottrarre voti a movimenti come la Lega e svuotarli di forza, e per questo va sabotato e boicottato senza tregua.

sabato, marzo 04, 2006

Adesso come mi vuoi.

Dal momento che Prodi ha un trend negativo, regolare e scoraggiante nei sondaggi, mi pare chiaro che a vincere sarà la CdL, tantopiù che gli italiani sono praticamente fatti per adeguarsi ai "trend".
E allora, chissà perchè, Prodi adesso mi torna più simpatico del Berlusca. Mettici poi che, se pure vincesse, Prodi dovrebbe contrastare d'Alema che lo vuole sostituire, Rutelli che lo vuole delegittimare e Mastella che lo vuole far cadere...
Comunque, il punto è un altro. Sono contento di aver dimostrato a me stesso, in base ad un canone di giudizio completamente delirante ma in cui tuttavia credo, una certa virilità. Longanesi diceva: "il popolo odia chi perde; le donne soprattutto."

Anche se, devo dirlo perchè mi sconvolge, questo nuovo sentimento, oltre che una virile difesa del reietto, potrebbe anche essere un conato di istinto materno.
Sono molto confuso.
Chissà se Prodi, quando gli dice male, cerca dei cavalieri o la mamma.

sabato, febbraio 25, 2006

Pregiudicato il recupero del pregiudicato.

Ci ha provato, l'Unità. In ogni modo, come fanno le persone per bene, a chiudere con un passato poco dignitoso. Cosa si fa, usciti dal carcere; ci si rifà una vita, no? Lontani dal vecchio bar, dalla vecchia cricca, dai compagni di merenda.
E difatti l'Unità ci ha provato.
Poi sai com'è, un pò l'abitudine, un pò la società che non ti aiuta, ha girato girato girato e alla fine, contro la sua volontà, è cascata un'altra volta.
E ha fatto scrivere a Saverio Ferrari una lista di esponenti di destra da fare fuori in Italia.
Saverio Ferrari, per chi non c'era negli anni '70, è quello che ha fracassato, insieme ad altri futuri medici suoi colleghi all'università, il cranio a Sergio Ramelli. Quindi, nel mondo del crimine e delle carceri, è uno che desta rispetto.

A proposito, Sergio Ramelli era un pericolo golpista di 17 anni, che quella sera tornava a casa. Uno di quei cittadini pericolosi a tal punto che se li fai fuori, con tutta la premeditazione, con tutto che eravate in tre, che era disarmato e che era minorenne, ti danno 11 anni con lo sconto e uno stipendio da giornalista.
Buttali via...

lunedì, febbraio 20, 2006

Boia, macellaio, burocrate autorizzato.

"Bracci della morte". In America si usa così, si fa un palcoscenico quando si giustizia qualcuno; i riflettori vengono puntati su una decina di muscolosi cittadini in attesa "di giustizia".
La nostra stranissima fissazione di applicare Kant pure alla crostata di mele esige che sì, si uccida pure, ma lo si faccia umanamente. Così si può infangare la vita altrui e tutelarla al tempo stesso: sono felici le zitelle forcaiole e gli animalisti pietosi. Una sintesi paradossale, eppure coerente.
Sicchè mi potrete ammazzare, privandomi di ogni cosa, ma non dovete farmi soffrire come si conviene ad uno che viene ammazzato. Siamo sicuri che sia un regalo?

Prova del nove: se vi dico che io voglio agonizzare per ore, prima di morire, lo fate?
Ebbene io esigo di contorcermi, di lanciare delle urla prolungate e strazianti, e magari, se ce la faccio, pure di tendervi una mano e di aggrapparmi ai vostri calzoni, per ricordarvi che sono esistito, per non andarmene come un ospite garbato all'ora di pranzo.
Perchè il boia vigliacco mi fa più paura di un boia semplice. Parlo da cittadino.

mercoledì, febbraio 15, 2006

Petali canditi.

Anni '60, in una Rio annegata di sole come sempre, e non ancora indurita dalla rovina della sua struttura economica, su di un lungomare in bianconero pieno di ottimismo da nuovo continente, tra i figli degli emigrati d'Europa e d'Africa, passeggiava una ragazza bella, molto bella. Tanto bella che Vinicius de Moraes e Antonio Carlos Jobim, perdigiorno e compositori seduti ad un bar sulla stessa strada, ammirandola buttarono giù dei versi bellissimi ed una musica malinconica e serena come il calore del pomeriggio.

Olha que coisa mais linda mais cheia de graça
É ela menina que vem que passa
Num doce balanço, caminho do mar
Moça do corpo dourado do sol de Ipanema
O seu balançado é mais que um poema

É a coisa mais linda que eu já vi passar

Anche per chi non sa il portoghese non ci vuole molto ad apprezzare, credo.
La ragazza si chiamava Heloisa Pinheiro, e adesso è una bella signora sexy, si è trasferita a Miami, ha un sito nella cui pagina principale campeggia una enorme scritta "la musa ispiratrice della famosa canzone..." (con motivetto monofonico al seguito), si è ossigenata e posa insieme a giovani promesse del periodico Playboy. Credo faccia da sponsor ad alcune di queste "conigliette".
Una carriera da baraccone su un dono d'amore, non c'è molto da dire.
La cosa ridicola, in questo squallido lungomare in technicolor e battone in Cadillac, è che la canzone terminava:

Ah, se ela soubesse que quando ela passa
o mundo sorrindo se enche de graça
E fica mais lindo por causa do amor

Non provate a tradurre: scoppiare a ridere, in questo caso, vi spingerebbe fuori sicuramente almeno una lacrima.
Buon san Valentino, il ritardo è voluto.

domenica, febbraio 12, 2006

Perle ai porci.

Si parli delle Olimpiadi, per carità.
Bella figura ci abbiamo fatto, con quella cerimonia d'apertura, che è riuscita ad essere più barocca del barocco. E di quel barocco da sbarco poi, quello gay e pidocchioso, quello dei parrucconi, quello da vignetta.
Una caricatura vergognosa dell'Italia, sono riusciti a far passare per pacchiana persino la Ferrari.
Sono certo, il coreografo ha lavorato all'estero.
Non potevamo, mi rendo conto, perdercelo una seconda volta, bravo o mediocre che fosse.

A proposito, spedite le galline in Francia, torneranno col fegato d'oca.

Addio Jean Cau.

Ho visto finalmente Yukoku, rito di amore e morte, un cortometraggio diretto da Yukio Mishima, che prefigura la morte dello scrittore giapponese di qualche anno dopo.
Mishima si suicidò, proprio come il personaggio del suo film, secondo il rito tradizionale dei samurai nel 1970, per protestare contro il disarmo del Giappone. Aveva 45 anni.
Io di questo film lessi su Jean Cau che avevo 18 anni, me lo immaginavo diverso, forse me lo immaginavo ispirato, esteticamente esaltante. Immaginavo di trovarci un tripudio di vita, forse sognavo di essere un samurai e di suicidarmi anch'io, in adesione ad una tragica scelta, virile e dimessa al tempo stesso.
Virile è virile, dimesso ed elegante come si conviene. Estetico, pure, poteva non esserlo?
Ma esaltante no. Ci ho trovato una teatralità vuota, e disperatamente vuota. Se non l'avessi visto, a distanza di dieci anni, avrei lasciato insoluto questo nodo della percezione: esiste un dovere di non avere doveri, in qualche legge morale, nel cervello, nella storia o nella tradizione?

La risposta negativa me l'ha data il sesto senso, ma quanti riescono come me a cavarsi fuori dagli inutili dubbi che gli inoculano i poeti disperati? Bisognerebbe vietare di leggere fino ai 24 anni.
Prima: calcetto, fidanzatine e rutti.

domenica, febbraio 05, 2006

Scusa, che hai detto?

Ah, questa si. I Danesi fanno le battute, i Musulmani si offendono. Polverone da paura, sedie per aria.
Ho trovato una risposta ad una vecchia curiosità: mi ero sempre domandato, infatti, come cominciassero le guerre di civiltà. Pensa la fortuna, io credevo che cominciassero per motivi seri, come idee, visioni della vita, ataviche diffidenze.
Credevo insomma che scoppiassero per una irriducibile distanza, e invece ho scoperto che nascono così, per una insopportabile prossimità. Come le risse.

martedì, gennaio 31, 2006

Viagra.

Oscar Luigi Scalfaro, o dell'imperizia. Abbiamo già parlato di lui in un precedente post; insultava le donne scollacciate, decenni fa, e una volta "mal gliene incolse", si beccò una cinquina dal principe de Curtis in persona (in arte Totò). Il nostro ex-presidente oggi ha dichiarato su un importante quotidiano: "abbiamo commesso un errore a credere che con Berlusconi si potesse trattare, dovevamo fermarlo prima".

"Dovevamo" chi?
L'esegesi del passo sembra piuttosto chiara: nella prima parte Scalfaro afferma, in prima persona plurale, di aver sbagliato a credere di poter trattare. Berlusconi, a quanto pare, non tratta con nessuno di quelli che Scalfaro ricomprende nell'insieme di cui egli fa parte. Poi aggiunge che bisognava fermarlo, e pare riferire chiaramente questo "dovere" allo stesso "noi".
Problema: casomai, al massimo, doveva fermarlo l'elettorato, ma quel "noi" non sembra punto riferito al corpo degli elettori, almeno non in maniera evidente. Lo so, nell'esegesi dei testi antichi dimostrare una interpretazione non significa automaticamente poter dimostrare l'insussistenza della lettura contraria, e infatti è credibile che durante il discorso Scalfaro sia passato con un salto logico dal "noi centrosinistra" al "noi popolo italiano". Sarebbe buffo ma non impossibile; e tra l'altro sarebbe coerente con la visione costituzionalistica tipica di certo socialismo cristiano-illuminato all'amatriciana.

Meglio non pensare a male, meglio non pensare che il nostro ex-presidente abbia alluso a qualche soluzione spicciola da riservare all'odiato rivale, mediante qualche giudice, qualche legge, qualche stratagemma ad hoc. Meglio pensare che egli si sia espresso in maniera rozza e che volesse in realtà solo riferirsi ad una democratica-democratica risposta elettorale sotto il 20%. Meglio pensare così, per carità.
E se proprio questa spericolata ricostruzione non vi convince, vada per il "Putch", ma è meglio pensare che il suo piano fosse solo di gridargli "lei è una prostituta, si copra!", al bar di Montecitorio.

domenica, gennaio 29, 2006

Frena!

Destra e sinistra, perchè? In fondo si tratta di due letture della realtà completamente miopi. Le alternative sono sì due, ma sono: protrarre la situazione d'incertezza degli equilibri internazionali o radicalizzare i conflitti e portarli alle loro naturali conseguenze.
Nel primo caso, scordiamoci il mondo migliore, il diritto umano, la giustizia sociale e tutte le altre leggerezze dell'immaginario comune.
Nel secondo caso potrebbe invece franare tutto, nell'impeto di cambiamento e di soluzione, e scoppiare un conflitto dagli effetti imprevedibilmente gravi.

Niente di strano, in fondo, in questa seconda ipotesi. Lo strano, casomai, sarebbe che l'incertezza presente durasse per sempre.
La domanda di oggi è: il "bilico", se dura più di un certo lasso di tempo, resta ancora tale?

giovedì, gennaio 26, 2006

Tutti così voi Italiani!

Ancora non riesco a capire perchè noi Italiani ci vergogniamo di esserlo.
Evidentemente la bellezza non va a braccetto con la vanità.

E a me, quando ci penso, pare di stare a fine 800; L'Italia è una lavandaia coi capelli ricci che fa innamorare i re. L'Italia, bellezza liberty che non sa di esserlo, confonde l'ordinario concetto di bellezza e di ingenuità.
E' distratta o solo furba? E' appassionata o non ci pensa?
Chi non capisce ha paura di bussare alla sua porta, rinuncia e poi sdegnato: "è una sgualdrina!", giustifica con gli amici.

mercoledì, gennaio 25, 2006

Sportività piccolo-borghese in elegante grigio topo.

Una volta i preti si riconoscevano perchè erano vestiti in talare.
Oggi si riconoscono perchè sono vestiti male.

L'austera ed elegante uniforme non usa più.
Per questo la gente, a pregare e sperare, oggi non va più in chiesa, ma si cerca camerini, separè, anticamere e infinite, silenziose sale d'attesa. Abitate (o affittate) da gente molto molto molto più gradevole.

Quelli che s'inventarono le talari non erano stupidi. Con un taglio solo hanno vestito, ammonito, nascosto, tenuto lontano e avvicinato.

martedì, gennaio 24, 2006

Ma quanto siete cazzoni...

Putin ha tagliato il gas all'Europa. Ho parlato con due o tre persone, e tutti quanti:
"Eh, in Russia quest'anno fa freddo". A parte il fatto che, sebbene le notizia siano contemporanee (il taglio e il freddo), nessun giornalista ha fatto ancora l'equazione. Ma poi mi chiedo: ma che secondo voi i Russi stavano giusto giusto col gas, che quello che non usavano loro lo vendevano a noi? E che un cambiamento di mezzo grado medio abbia bisogno di tutto quel gas? E che la gente che a Mosca muore di freddo, muore perchè non c'è gas in Russia e non perchè non se lo possono permettere?
Nessuno ha pensato alla crisi con l'ex alleato Ucraina (sole due settimane fa), all'antagonismo con gli euro-atlantisti, e nessuno si chiede quali altri mezzi ha Putin per tenere per le palle gli altri. No, dice che fa freddo. L'anno scorso invece...

Come diceva Totò, di ritorno, reduce, dalla Russia: "...e la neve in Russia -che si sappia specie qui in Italia- è fredda!".

lunedì, gennaio 23, 2006

Maledetti Italiani!

A pensarci viene da ridere. Il partito comunista italiano è quello che ha praticato la più massiccia "mungitura" di rubli dall'URSS. Più dei Francesi, più degli spagnoli.
Per stare a tono, allora gli Americani hanno sommerso di soldi la DC, e gli hanno garantito l'impunità dal malaffare e dal peculato per decenni, presso la magistratura.
Eppure in Italia non c'è un partito liberal-democratico nè un partito social-democratico degno di questo nome. Il che vuol dire che non hanno le mani libere nè le lobby atlantiste nè quelle antagoniste e che, sotto aspetti più trasversali, non comandano nè i massoni nè l'opus dei. Dare soldi agli Italiani è come andare a disfarsi dello stipendio in un bordello.

Aveva ragione Mussolini: "Noi non ci frega nessuno". Perchè nella loro schematica intelligenza, fatta di compartimenti stagni (il lavoro, qui; la morale, qui; la famiglia, qui; la politica, qui; etc.), i Russi o gli Inglesi sono invincibilmente ignoranti sulle cose della vita. Solo gli americani potevano fregarci, perchè sono mezzo-italiani.
E invece pure a loro abbiamo "solato" milioni di dollari tra gli anni '50 e gli anni '80. Per mostrargli oggi lo spettacolino di Berlusconi che, dopo la visitina a Washington, va in vacanza da Putin.

Chi ha il coraggio di avere paura?

Si crede comunemente che il coraggio sia assenza di paura. Che idiozia. Solo gli idioti non hanno paura.
Il coraggio è quando hai paura di una cosa, eppure riesci a farla lo stesso. Avete presente Bonatti?
Raggiunta che ebbe la vetta del Cervino, era talmente spaventato che non arrampicò mai più. Quell'uomo vinse, una volta, una paura più grande di lui; una paura che anche senza ucciderlo lo avrebbe schiantato, eppure lui, che lo sapeva, non volle rinuziare.
Adesso torniamo indietro. Ce li avete presenti i Greci di Maratona? Anche loro avevano paura, eppure non tornarono indietro.

Ci vuole un bel coraggio ad avere paura: la maggior parte delle persone, infatti, preferisce non averne. E per questo scappa.

lunedì, gennaio 16, 2006

Il re del nulla che sarà.

Ho dei diritti, sapete.
Ne ho tanti, anche; ne ho talmente tanti che ne faccio quello che mi pare. Mi ferma la guardia, e gli dico "conosco i miei diritti". Qualcuno non mi dà qualcosa, e io: "è un mio diritto".
Conta poco che quei diritti che vanto ci siano o meno; io ho il diritto di rivendicarli, perchè potrebbero esserci, o magari ci saranno. Mi basta il tempo di organizzarmi con altri due o tre e costituirmi parte civile presso qualche corte, tipo quella europea (quelle internazionali sono sempre le migliori), contro il mio involontario nuovo aguzzino.

Di diritti ne faccio un fascio per colpire chi non ne ha (o non ne ha ancora), li affilo e li scaglio contro chi non se li cerca per giustificarsi, li butto in caciara, li pesto e poi ve li faccio mangiare.
Voglio il diritto di vincere, il diritto di perdere senza saperlo, il diritto di pareggiare e di fermarmi quando mi va. Il diritto di decidere il senso alle parole: "amore, lavoro, libertà". Voglio il diritto di non pagare, il diritto di ripensarci, il diritto di cambiare il gioco e di difenderlo ad oltranza contemporaneamente.

Guardate, voglio il diritto di non avere diritti e quello, dopo, di riaverli indietro, che mi frega? Il diritto, per me, è un gioco a costo zero.

domenica, gennaio 15, 2006

Tremate tremate, le befane sono tornate!

Ah, questo sì che ci voleva, per allentare la tensione seriosa dell'ultimo post.
Questo mondo ha un'anima: la situazione internazionale precipita? Onde evitare che noi cittadini possiamo avercene a male, causando seri danni alla società civile stessa, ecco farsi largo un bel carnevale riparatore. A Roma hanno manifestato per i PACS, a Milano contro la revisione della 194.

Nel primo caso erano vestiti da drag queen, nel secondo da befane; ma in entrambi si sono sentiti cori contro il papa, cori a favore della vagina e cori che rivendicavano diritti di proprietà su uteri, mammelle e frattaglie. Hanno litigato Prodiani e Antiprodiani, hanno accusato questo e quello di omicidio, nazismo aggravato, vilipendio del libertinaggio. Insomma un vero casino.
E pensare che, proprio di riaprire i casini, nessuno ne ha parlato.
Mi rendo conto che non si può rovinare l'atmosfera.

venerdì, gennaio 06, 2006

Qualcuno gli è arrivato...

Per una volta non mi va di essere ironico. La morte politica di Sharon, proprio in questo momento storico, e all'apice della sua parabola, è una questione più che seria. E' tragica, e sa di destino.
Va bene, Sharon non era un simpaticone, ma finchè c'era lui eravamo sollevati (tutti, sionisti e non) dal fastidio di pensare cosa sarebbe successo se tutto non fosse andato per il meglio. Era un uomo che si odiava ma che aiutava le coscienze sporche e stanche del nuovo millennio a stordirsi e distrarsi, "ha vinto lui, è troppo forte, è finita e siamo circondati".
Adesso invece, che ci piaccia o no, diventeremo tutti uomini, e saremo tutti responsabili ancora di vita, morte e chissà cos'altro.

Credo che la situazione internazionale non vada normalizzandosi, credo che lo "stato ebraico", come lo hanno progettato i sionisti, abbia perso l'ultima buona occasione per affermarsi, credo che la storia abbia avuto uno scossone e adesso si sia incamminata accellerando in questa discesa ben lastricata che chiamiamo "globalizzazione".
Quella nube che sta montando all'orizzonte è il nostro futuro.
Che vi piaccia o no, credo che tra un pò finiremo di odiarci per stimarci nella lotta.

lunedì, gennaio 02, 2006

Babbo Natale non esiste.

Perchè se esistesse voterebbe Berlusconi, dacchè un prodiano che ride non esiste.
Orbene, un berlusconiano che fa i regali è contro natura, quindi...

domenica, gennaio 01, 2006

Babbo Natale esiste?

Monti ha rifiutato, Draghi no.
Per forza, a Londra come hanno sentito il suo nome lo hanno buttato giù dal letto.
"Che è Natale?" ha chiesto lui ancora insonnolito.
"Ma quale Natale, Natale arriva se fai il bravo" e lo hanno mandato a lavorare qui da noi.