venerdì, novembre 11, 2005

Cin-cin (e allora dillo).

La Cina, questo misterioso polipone giallo. Fa pensare, come sempre e come tutto, più l'immagine che se ne fa in Europa che il fenomeno in sè.
Mi spiego: dunque, si tratta di un feroce capitalismo moderno, inscritto in un sistema dittatoriale e repressivo. Niente diritti sociali, niente libertà di parola, niente di niente. In Cina non puoi essere socialista, non puoi essere liberale, non puoi essere anarchico, non puoi essere monarchico. Puoi essere solo Cinese, "malpagato frustrato".
Quanto di più lontano insomma da quell'immaginario che fino a ieri animava i sogni e le speranze del medio democratico occidentale. Un sistema tanto penosamente becero, tutto dirigenti e sbirri, che dovrebbero odiarlo tutti.

E invece, ci credete? Non solo non la odiano, ma gli piace: ai noglobal, ai giovani DS, ai libertari, agli anarchici, ai giovanotti doppiopettati di FI, AN e UDC. Non a tutti, certo.
Una mente inquieta come Jean Cau avrebbe detto che si tratta di una subdola e naturale ammirazione verso il più forte, il più crudele, il più virile.
E invece io non riesco a togliermi dalla testa una cattiveria: quando gira il potere, anche l'anarco-insurrezionalista ci riflette su.
Questo non esclude, chiaramente, le fantasie masochiste.

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