domenica, luglio 23, 2006

Godetepianofratelli.

Il Carnevale Perenne, sognato da certi eretici medievali, è quanto di più affascinante e disgustoso abbia partorito la mente dei semplici. Allucinato e al tempo stesso politico, programmatico, il Carnevale Perenne è la promessa sacra, il patto tra degenerati che decidono non già e non più l'assassinio o il furto di cavalli, ma la benedizione finale del delitto.
Una folla immensa squarcerà il silenzio della notte, ubriaca violenta e innamorata, e si riverserà in ogni angolo delle città, usando e godendo di ogni ricchezza, propria o altrui, profittando senza pensiero di ogni frutto della vita, di tutte le situazioni e di tutte le tentazioni. Finirà così la famiglia e il denaro, il padre e la madre e tutto il resto; la terra, anch'essa finalmente libera, produrrà da mangiare per tutti coloro che sapranno cogliere; il cielo, finalmente pulito, terrà le nuvole e il freddo a bada per consentire alla nuova umanità rinnovata di marciare disordinata in maniche di mutande; le montagne si faranno benigne, le pianure diverranno discesa.

Gli eretici spesso arrivavano come branchi di lupi, e assediavano le città. Si fosse di quei tempi, si fosse tutti cittadini di Munster, scrutando l'orizzonte si potrebbe affermare "monta una brutta tempesta" e prepararci alla difesa. Al limite ci si potrebbe anche esaltare. Ma oggi, che quel Carnevale Perenne si è discretamente installato, in qualità di primo consigliere, nei salotti delle classi dirigenti, direi che ci vuole una bella pazienza a non annoiarsi durante la battaglia: ieri sera per esempio c'erano due ragazze in TV che, per obbligo di contratto col regista e con il produttore, per un'ora piena e per una robusta paga hanno dato un moderato scandalo. Uno scandalo timorato.

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