martedì, febbraio 27, 2007

Crollo della borsa cinese: il primo di una lunga serie.

"Non abbiate paura della Cina"...
Piuttosto rilassatevi, non sentirete nulla.

.:faccina scabrosa:.

4 commenti:

歩夢 ha detto...

Bisognerebbe riflettere meglio sul "crollo" di Shanghai.
Tecnicamente non è stato un crollo ma una correzione di breve che, su un mercato volatile per via degli speculatori, ha avuto proporzioni piuttosto imponenti: -9% in un giorno.
La cosa buffa è che a scatenare le vendite è stata la voce secondo cui il governo cinese starebbe approntando una tassa sul capital-gain per limitare la speculazione in borsa.
Il gatto che si morde la coda?

Masafuni ha detto...

Una tassa sui proventi da partecipazione farebbe scappare milioni di investitori. Con efetti sulla moneta difficilmente prevedibili.

Il futuro non è affatto chiaro, ci sarà da ridere.


p.s.= ciao Lord, oramai sono latitante, quando ci si vede? Vuoi passare a trovarmi a Roma?

歩夢 ha detto...

La tassa sul capital gain esiste in tutti i paesi "civili", forse potrebbe contribuire a limitare davvero le speculazioni un po' fuori controllo sulla borsa cinese.
In ogni caso resto contrario alla tassazione del capital gain (mi dispiace per i socialisti).

Masafuni ha detto...

Da noi il provento è tassato, ma l'utile in capo alla società non lo è. Una buona norma, che evita la doppia tassazione, ma non lascia indenne la relativa capacità contributiva.
Il problema però, come sempre, non è tassare. Il problema è "quanto" tassare.
Pagare, anche se solo a titolo d'IRPEF, un qualcosa come il 30% è una mostruosità postsovietica, decisamente.