sabato, luglio 14, 2007

Tramezzino e caffè.

Che gusto strano affezionarsi alle cose vecchie. Man mano che il tempo passa, si avvicina il momento in cui, in un modo o nell'altro, ce ne dovremo privare. E più quel momento si avvicina, meglio e più spesso riusciamo a catalizzare in esse sentimenti di dolcezza, di appagamento, di serenità.
Strana idea del mondo, per cui ciò che è prossimo alla sua fine, diventa desiderabile.
Una fortuna davvero, allora, che l'era moderna sia venuta a porre un freno culturale alla malinconia. Amate il nuovo, e gettate il vecchio; riconoscete nel nuovo il feticcio di voi stessi, predicato genetico (a sua volta) di un nuovo ancora più nuovo. Si, ma fino a dove?
Semplice: fino al nuovo assoluto, al nuovo in quanto tale, al nuovo senz'altro.
Un modo come un'altro (insomma) per passare il pomeriggio, ma soprattutto una raccomandazione: il nuovo che avanza non lo buttate, che è peccato.

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