sabato, maggio 26, 2007

Faccina che piange.

Santoro ha acquistato, mi pare dalla BBC, i diritti di un programma sui presunti piani della Chiesa Cattolica per coprire tutti i preti pedofili del mondo.
Secondo quanto si apprende dai giornali, si tratta di un documentario in cui, con dovizia di particolari, viene descritto il mondo dei pedofili in talare (più che altro clergyman, ormai...), un sistema mafioso, turpe, morboso e ramificatissimo.
Eterogenesi dei fini: dalla lotta di classe alla lotta nel fango.
Pare infatti, e purtroppo per la carriera di Santoro, che si tratti di una specie di programma-spazzatura all'americana, pieno di imprecisioni e improvvisato. Pare infine che tutto il teorema, che vorrebbe la Chiesa Cattolica colpevole nientemeno che di pedofilia globale, poggi su due o tre asserzioni già destituite di fondamento diversi mesi fa. Col gusto un pò provinciale di chi invidia l'estero per abitudine, Santoro proverà quindi a piazzare sulle reti pubbliche una polemica senza nessun futuro, profittando del fatto che gli ascoltatori ci metteranno un pò a metabolizzare le smentite che nel fattempo arriveranno da Oltreceano, dal Vaticano, e forse anche dal resto del pianeta.

Con questa tattica feroce, pretestuosa e frontale, Santoro dimostra finalmente a tutti chi è in realtà il focoso giornalista.
Un vecchio leone in gabbia. Sdentato, naturalmente.

martedì, aprile 17, 2007

Libertà di prostituire gli altri.

I Cinesi sostengono che la polizia italiana è brutale, che sono vittime di repressione, razzismo, discriminazione, intimidazione. Il coro a una voca cavalca la grande muraglia, e unisce Cinesi d'Italia e Cinesi di Cina. Risposta:

1) le leggi si rispettano.
2) chi non le rispetta va punito.
3) essere "a rischio" discriminazione (o sostenere di esserlo) non è una causa di non punibilità.
4) i politici cinesi vadano a lezione di buon senso, una volta in 5000 anni, e tacciano.

Ed è indegno che i figli della borghesia buona del "gauchisme" di casa nostra, mentre trovano il tempo di esecrare due manganellate, non oppongano e non abbiano mai opposto una parola di sostegno ai milioni di morti con cui il governo cinese si è insanguinato e s'insanguina, ogni giorno. Realtà abominevole e ridicola, che tuttavia non meraviglia: giacchè a casa non gli hanno mai insegnato il rispetto per la vita, non c'è nulla di strano che, oggi come ieri, se ne vadano in giro sbandierando immaginari progressi a base di non-sense (ieri le sorti del proletariato, oggi le sorti delle minoranze etniche), spalleggiando questo e quello sterminio di massa e addirittura oggi, omettendo finanche di interessarsi del problema, gravissimo e pressocchè insensibile ad ogni contrasto, della mafia cinese.
Popolo di straccioni e di maniaci, popolo di maledetti visionari dementi, quello dei progressiti. Peggiori dei criminali e mafiosi che fiancheggiano, peggiori di chi dà loro la scusa per illudersi e non ragionare, per continuare a vivere e fare i conti solo con una realtà inesistente e suggestiva, una realtà che li rassicura,che fa loro quadrare i cerchi logici, che gli conferisce un senso effimero e insaziabile di appagamento intellettuale, origine di ogni nevrosi.
Morbosi e alla ricerca del perfetto igiene globale, questi mediocri discepoli dei cattivi maestri non fanno e non pensano nulla che non esiga lo sradicamento totale di ogni altro stato precedente. Si ammantano di nobili ideali per svellere tutto e annegare nel sangue dei loro avversari, emuli involontari del loro primo maestro di vita, quel Lutero che per riformare la Chiesa, e iniziare la sua personale ri-redenzione umana, voleva innanzitutto, come prima cosa e tanto per cominciare bene, dare fuoco a tutti (ma proprio tutti) i contadini tedeschi.
Lontani da ogni quartiere, lontani da ogni cittadino, lontani (ironia della sorte) persino da ogni poveraccio di Cinese, che non comprendono essere solo la vittima di una cultura civile da barbari e di quattro bulli che li obbligano un giorno a delinquere, a non integrarsi, a non collaborare, e il giorno dopo a manifestare.

Ma la verità, in fondo, è che la Cina piace: piace perchè è forte, piace perchè è cattiva, sporca e sanguinolenta. Piace perchè avanza senza ascoltare nè sapere nulla. Piace perchè ci ricorda, grottescamente, una tensione naturale dell'uomo europeo: la tensione ad espandersi e cambiare il mondo. Piace a tutti come piaceva, in fondo in fondo, la Russia di Stalin, come piacevano (guarda un pò) gli Stati Uniti di Bush "primo mandato", piace come piaceva l'Inghilterra schiavista del 1910 o la Francia imperiale del 1800. Inutile girarci intorno, piace come piaceva (a tutti, sissignore, persino alle orgogliose figlie di Francia) Hitler e i suoi biondoni in divisa, quando in tre giorni mettevano in ginocchio un impero.
Certe puttane non cambiano mai.

venerdì, aprile 06, 2007

Il tramonto del XX secolo.

Eccolo lì, come cambia il mondo. Credevate che cambiasse piano piano, o magari che si rivoltasse in violente rivoluzioni? Sbagliato.
Il mondo cambia, ma cambia davvero, a piccoli scatti; ci sono momenti, a volte ere, in cui niente cambia. Poi d'un tratto, senza preavviso, un macchinosissimo "tac", scatto di un meccanismo rugginoso ma di immane pesantezza. Quel "tac", impresagibile, inarrestabile, irreversibile, è davvero qualcosa da togliere il respiro.

Agli altri, naturalmente; perchè io, da un pò, me la godo un mondo.
Auguro buona fortuna a tutti quelli che ne avranno bisogno: gli idealisti bianchi, quelli rossi, quelli neri, gli atei, i bigotti, i figliuoli prodighi dei vari stati padrini-padroni, le femministe, gli animalisti, i paladini delle giustizie inconcludenti, i Silvio Pellico, i Carlo Levi e tutti gli eroi senza macchia. Di qui a poco, senza capirne il motivo, senza conoscervi e nemmeno immaginare quale strano destino comune vi contenga e perchè, passerete una porzione sempre maggiore della vostra giornata a pensare che, a parte voi, gli altri fanno schifo.

domenica, marzo 11, 2007

La tua virtù.

Si vergognò di vergognarsi. La gente parlava alle spalle e lui, per non essere tagliato fuori dai posti che contano, si arrangiò a tacere, e se ne fece una ragione.
I suoi giorni? Un godere stanco che gli portò via l'amore e la ragione. Le sue notti? Un preludio di vuoti. La sua vecchiaia? Una ripassata di ricordi inutili.

Povero fesso; libertino per obbligo sociale.

venerdì, marzo 02, 2007

Gli inventori della democrazia.

Bipolarismo si-bipolarismo no, fiumi di parole.
Tutto per giustificare il vecchio pregiudizio cattolico secondo cui se uno lo prende, un'altro lo dà.
Ma dove sta scritto?

Facciamo un pò per uno. Come gli antichi Greci, no?

martedì, febbraio 27, 2007

Crollo della borsa cinese: il primo di una lunga serie.

"Non abbiate paura della Cina"...
Piuttosto rilassatevi, non sentirete nulla.

.:faccina scabrosa:.

domenica, febbraio 25, 2007

Mi basta il tempo di morire.

E' confortante scoprire, in questi tempi di precarietà della famiglia, del lavoro, della stessa vita, che c'è fior fiore di cervelloni, di primedonne, che non ha la più pallida idea di come tirare a campare non già il mese prossimo, ma addirittura domani.
Prendi Follini, uno che fino a ieri pareva saperla lunga più del diavolo: senza elettori, senza partito, senza lavoro, aggrappato ad un fiorellino con le gambe nel vuoto.

Credete di essere i soli ad avere paura di finire male? Rilassatevi e fate un sorriso sornione, il segreto è tutto lì.

lunedì, gennaio 29, 2007

Parole in libertà.

"Quello che ha fatto è degno della più grande riprovazione, lei è un razzista!"
"Prego? Guardi che forse ha sbagliato persona..."
"Ma la finisca, ladro! E mi levi le mani di dosso"
"Ma non la sto toccando! E poi razzista, ladro, ma che dice?"
"Ecco, adesso se la prende anche con lo stato..."

Questo succede quando ci permettiamo il lusso di dare a parlare ai libertari.

sabato, gennaio 27, 2007

Igienismo da zozzoni

Apprendevo da un editoriale di Furio Colombo sull'Unità, che ad una recente apparizione televisiva, tale editorialista e Fedele Confalonieri erano venuti alle parole spicce sulla questione della ricchezza di Berlusconi. Confalonieri avrebbe domandato, pungente: "come fa a scandalizzarsi del danaro di Berlusconi, lei che ha passato tanti anni accanto a Gianni Agnelli?". Al che il dritto editorialista avrebbe sfoderato una lapidaria risposta, un risolutivo colpo di scure a troncare il discorso: "Gianni Agnelli aveva rispetto per le istituzioni, e inoltre non si sarebbe mai sognato di governare".
La risposta è mal posta. Il defunto Avvocato se lo è sognato eccome, di governare, come tutti gli uomini di potere e di carattere. E gli è riuscito, a conti fatti, assai meglio di tanti esecutivi balneari e governicchi lobbisti; gli Agnelli, si sa, se la sono passata fin troppo bene, vivente l'Avvocato.
La risposta era un'altra: l'Avvocato, questo si, non si sarebbe mai sognato di candidarsi.
Ma questo, in democrazia, è casomai una torbidità, e chissà perchè non gli è venuto in mente.

giovedì, gennaio 18, 2007

Acqua calda, mezz'ora fa.

"Umanità gaudente e disperata", ci ha descritti il cardinale Ratzinger. Solo non si capisce se siamo alcuni gaudenti e altri disperati (così da formare un insieme genericamente gaudente e disperato: criterio del costo medio), o se siamo tutti quanti entrambe le cose.
Potrebbe poi essercene una terza, di interpretazione, sintetica delle due precedenti: c'è una sola zona grigia di gente via via sempre più disperata e meno gaudente.

La frase così com'è, è molto vaga. E' come dire che Dio ti ama.

mercoledì, gennaio 17, 2007

La pedofilia impotente dei politici incapaci.

"Uguali solo se diversi: questo il messaggio che il sindaco di Rivoli, Guido Tallone, lancia per il Giorno della Memoria. E quella mattina tutti i bambini delle elementari e delle medie arriveranno a scuola con una Stella di Davide sul petto.
In realtà manderemo a casa dei ragazzi uno dei segni di distinzione usati dai nazisti per discriminare i diversi, spiega Tallone, e insieme anche a una lettera per spiegare ai genitori il senso di questo evento e chiedere la loro adesione. Infatti, i papà e le mamme non solo dovranno dare il loro assenso, ma potranno anche partecipare.
Perchè vorremmo che l'ingresso nelle diverse scuole, quel giorno, fosse un momento importante, prosegue il sindaco, per non dimenticare. Così la mattina di venerdì 26, circa 3200 bambini delle scuole di Rivoli e Rosta avranno sul petto la gialla Stella di Davide con cui i nazisti indicavano gli ebrei, o il triangolo rosa rovesciato con cui indicavano gli omosessuali, o rosso per i politici, o nero per gli asociali... Tutti i colori dell'intolleranza."

(Da la Stampa del 17 gennaio 2007)

Ci sta pure la propaganda antinazista. Personalmente la mia è di diverso tipo, ma sta bene anche questa: è cretina, è sostanzialmente più dannosa che utile, ma va bene. Solo mi domando: quali i motivi di tanta foga? Questa iniziativa serve a ricordare che l'Italia è antinazista o piuttosto a dare del nazista a chi ha qualcosa in contrario? Tipo qualcosa da ridire sulla scelta del distintivo assegnato al pargolo (per esempio, quello rosso è figo, quello rosa mica tanto, addosso a un bimbo, poi...), o peggio ancora: qualcosa da ridire su tutta la retorica che si sfodera a scuola per evitare in ogni modo che i futuri adulti di domani distinguano (che è diverso da "discriminino") ciò che è normale da ciò che non lo è?
Cioè, in parole strette strette: è una iniziativa per la discriminazione razziale, per la discriminazione politica, per gli asociali o è un'altro modo per incipriare qualche flaccido culo di onorevole?

mercoledì, gennaio 03, 2007

Carnascialescum

Non lo dico con trionfalismo, perchè non sono di destra.
Il carrozzone politico della sinistra è una macchina perdente. Non si muove decreto legge senza che si debbano scomodare sottosegretari messi lì per meriti di partito e tuttavia senza nulla da dire, senza che si debbano ascoltare pensatori noiosi eppure intoccabili, senza che si debbano interpellare miriadi di minoranze, quote rosse, rosa, quote etniche, l'associazionismo al guinzaglio e quello randagio.
Le parole fluiscono stanche, senza senso, vaghe fuori dalla tv, e tutto per non offendere, per non smuovere, o per non concludere senza preavviso le questioni aperte. Precipitano, le solite parole, scivolano verso il bersaglio come gocce di unto. Ci sono dentro Che Guevara e le aragoste coi diritti, la moda gay e i ricordi del nordest sindacalista, gli esperimenti genetici di Vattimo e il primitivismo più spinto, e tutti stanno insieme in qualche modo, tutti ripetono un cerimoniale via via sempre più adeguato, riaggiustato, sempre più ridotto e lubrificato.
L'immaginario che la sinistra italiana riesce ancora a smuovere è una celletta mentale, affollata di esseri che non si conoscono nemmeno.

giovedì, dicembre 21, 2006

Nessun dolore?

Approfittando del disperato stato di prostrazione di Piergiorgio Welby, i Radicali stamattina hanno deciso di ucciderlo tramite soffocamento. Prima di staccare il respiratore, Piergiorgio Welby è stato sedato.
La "dolce morte" è arrivata finalmente in Italia; previo consenso, presto verrà tolta la possibilità di vivere ai vecchi abbandonati, ai bambini difficili, ai depressi, ai mattoidi.

Benvenuti nel mondo in cui nessuno soffre più.

domenica, dicembre 10, 2006

Una lenza di gay.

Stiamo assistendo ad una truffa politica in pieno stile bulgaro.
L'antefatto è che solo due giorni fa l'Unione ha bocciato un emendamento (presentato da PRC, credo), per ampliare la franchigia esente dalla tassa di successione anche ai conviventi. In poche parole, c'era da destinare fondi alle coppie conviventi, anche gay, e dimostrare così per la prima volta che il governo Prodi ha a cuore la questione "pacs", ammette a godere di benefici fiscali anche in ragione di vincoli affettivi "non convenzionali", e si impegna concretamente per dissipare il pregiudizio e la disparità di trattamento.
Invece no. Fanculo ai gay, l'emendamento non passa.

La truffa però non è qui: il fatto che la Margherita e l'Udeur non vogliono perdere i voti dei cattolici era conosciuto anche prima. La truffa è un'altra: per evitare di spostare i riflettori della polemca sulle divisioni del centrosinistra, i parlamentari e i giornalisti dell'Unione hanno trovato un accordo. L'accordo è: trovare un altro accordo a Gennaio sulla questione "coppie di fatto".

Cioè, intanto per le coppie di fatto l'Unione non mette una lira, pur potendo farlo, per motivi insieme finanziari, ideologici e di benpensantismo cattolico, però in cambio s'impegna ad impegnarsi a gennaio per trovare un accordo ad accordarsi sulle coppie di fatto. Forse.
Poi, siccome così la magagna non è completamente scomparsa, ecco che entrano in scena i giornalisti: non è che "l'Unione non stanzia fondi per le coppie di fatto, ma..."; è che "L'unione ha trovato un accordo sulle coppie di fatto". Su Repubblica il fatto scatenante, cioè la bocciatura dell'emendamento favorevole ai conviventi, addirittura è omesso del tutto. Incredibile.

Comunque, che i comunisti fossero adusi alle bugie lo sapevamo. Adesso sappiamo che anche l'onorevole Luxuria è aduso all'omertà.
Ma tant'è, si sa: a furia di stare a 90°, finisce che uno lo consideri normale...

mercoledì, novembre 29, 2006

E adesso?

C'è un bel vantaggio se muore Berlusconi. Uno solo d'accordo, ma pure da solo basta a compensarci della perdita.
Pensate alla faccia di Fini, nel preciso istante.

domenica, novembre 05, 2006

Nuovo ordine? Tempo perso.

Pensavo, finchè non avete risolto sto' fatto della rieducazione dell'umanità, sarebbe il caso di non fare convivere i rieducati con quelli normali. Sapete come vanno queste cose: è capace che se ne accorgono.

giovedì, ottobre 19, 2006

Eterogenesi fiscale.

Quante storie per una finanziaria...
Insomma non vi volete mettere in testa che il denaro è una produzione dello stato, come le leggi, come le parate. Lo stato toglie, lo stato dà: elementare.
Chi non ha nulla non dà nulla, chi ha tanto, dà tanto: elementare.
Se guadagni, devi pagarla, se non lavori, no: elementare.

Ad ogni modo, ritengo che in Italia bisogna mettersi d'accordo una buona volta sul significato della parola "prendere". Distinguerla soprattutto da tutti quei significati equivoci e volgari che le hanno dato gli egoisti come voi.

giovedì, ottobre 05, 2006

Da maestro diventai discepolo.

La novità politico-economica italiana più importante del secolo, forse, è appena passata in sordina sotto il nostro naso, sotto forma di notiziola da TG economia: Il "made in Italy" diventerà presto "made by Italy".
Dietro il gioco di parole si mimetizza una innovazione esiziale. Un signora ingioiellata lo afferma con tono innocente all'intervistatore della RAI: "forse non saremo più un paese di manifatturieri, ma diventeremo un paese di grandi progettatori".
La signora forse non ha parenti in fabbrica e non può saperlo. Quanti progettatori ci saranno? 20 milioni? Quanti laureati in industrial design? E tra quante generazioni? E soprattutto, tutti questi milioni di progettatori, come potrà smaltirli, non ancora l'Italia (peraltro priva oramai di manodopera e quindi di fabbriche), ma il mondo intero?
Cosa immagina l'Agenzia per il Commercio Estero (presieduta da Emma Bonino): un paese di laureati emigranti? E cosa ce ne faremo dei milioni di laureati ingegneri cinesi e indiani che hanno occupato già stabilmente gli USA e parte dell'Europa? Li buttiamo a mare con la scusa del "made by Italy"?

Non più "fatto in Italia" ma "fatto dall'Italia". Fatto da progettisti italiani in giro per il mondo, venuti su nella competizione per non perdere il posto, cresciuti dopo un pò nelle università straniere, dove avranno imparato le tecniche manifatturiere estere, i materiali e la cura estera per l'assemblaggio, la ricerca, l'inventiva. Italiani che parleranno per lo più un'altra lingua. Fatto da chi?

Si ignora del "made in Italy" la cosa più importante: che esso è il delicato equilibrio della sintonia tra idee e azioni, tra progettazione e produzione. Non ci sarebbe il glorioso marchio Alfa Romeo, nè quello Ferrari (sono solo due esempi) senza il rapporto intimo tra ingegneri ispirati e operai capaci, ex cesellatori e falegnami, tempra di contadini e poeti.
Si ignora del "made in Italy" la cosa più importante: che era roba fatta in Italia.

Il "made by Italy" è un pretesto per dire addio al mercato di chi sogna e produce, per imporre alla poco efficente italianità il mercato di chi arraffa soldi e rifila merce.

mercoledì, settembre 20, 2006

Straccivendoli.

In tutto il suo rutilante fulgore, carico di zoccoloni, giornalisti audiolesi e commendatori da strapazzo, al mercato globale si presenta il capitalismo italiano. Quello di Tronchetti Provera, quel capitalismo indolente e vanaglorioso che per non essere fermato fa finta di parlare al telefonino. Quello che fa le grandi scissioni, poi le grandi fusioni e poi riprende daccapo; quello che si presenta in borsa, vestito da passante, e fa: "Hai capito questi della telecom! Và che operazione che ti hanno intavolato... adesso è ora di comprare!" (è chiaro a tutti, no? Se i tecnici di aziende così grandi inaugurano una operazione colossale è evidente che hanno un bel progetto, che hanno ben calibrato il tiro; il titolo salirà!.. E difatti il titolo sale, ma non certo perchè nell'azienda sia migliorato alcunchè, o sia prossimo un rilancio; il titolo sale perchè tutti ci sperano e lo comprano).
Peccato che, dopo che il solito passante, rivestitosi da riccastro, li ha venduti a cento, il titolo riscende (perchè il rilancio aziendale si rivela una bufala e in più il mercato è pieno di titoli che non si sa più dove buttarli) e lui li ricompra a quaranta. Così si trova coi titoli di prima, i soldi in più e una bella corte che gli fa i complimenti.
E l'azienda? Niente, come prima, anzi peggio. E i risparmiatori fiduciosi? A cagare.

Se li tenesse lui, tutti quei quattrini, ci sarebbe da stimarlo, di una stima affilata. Lui no, lui si tiene una parte piccina piccina; il grosso lo dà a quegli altri, quelli sì ricchi, quelli sì capitalisti, che gli imprestarono, una decina di anni fa, i soldi per comprare quella famosa quota maggioritaria di quel famoso colosso della telefonia. A lui basta pavoneggiarsi come un demente tra i dementi, in qualche delizioso porticciolo ligure. A Tronchetti Provera basta un'aragosta al dì e il videofonino.

Guardate il titolo Telecom negli ultimi dieci anni. In quella consapevole e lucida discesa c'è anche il valore d'uso degli yatch. Sotto la vernice bianca c'è legno muffo.

lunedì, settembre 11, 2006

Muoviti questo è stile.

Che signore quello là, Ehud Olmert!
Ha rimandato la vittoria a dopo la sconfitta.