mercoledì, maggio 09, 2012

Dio stramaledica i Tedeschi.

La crisi (non viene detto troppo spesso) ha condotto a una situazione tipica di tutte le crisi: c'è chi si impoverisce rapidamente, e c'è chi si arricchisce con la stessa rapidità. Vale per gli uomini, vale anche per gli Stati.
La Germania, per esempio, oggi è nella felice condizione di vendere in Euro e comprare in Marchi.
Mi spiego: la Germania esporta in tutto il mondo con una moneta (l'Euro) svalutata rispetto al passato, ma acquista denaro (mediante l'emissione dei titoli di Stato) pagando interessi molto bassi (i famigerati Bund), in base alla solida credibilità finanziaria della sua storica finanza nazionale.
Gli altri, cioè noi, si trovano invece nell'infelice condizione opposta. Noi Italiani (insieme ai Greci, agli Spagnoli e non solo) esportiamo con una valuta (sempre l'Euro) supervalutata rispetto al passato, ma ci procuriamo denaro promettendo interessi altissimi, in base alle più o meno disastrate situazioni finanziare nazionali.
Risultato: la Germania, quando vende automobili, riesce a praticare prezzi come quelli delle auto italiane e francesi (grazie all'Euro); quando deve procurarsi denaro paga ai creditori interessi molto più bassi di Italiani e Francesi (come se avesse ancora il Marco).

Questo è inaccettabile per un motivo semplicissimo: è vero, e bisogna dirlo, che la Germania si è guadagnata da sè il diritto di promettere ai suoi creditori interessi più bassi di quelli Italiani, in cambio dell'acquisto dei suoi titoli di Stato, perchè è più solida, più produttiva e più stabile. La Germania ha il diritto di essere Germania.
Ma non si è guadagnata da sè, va parimenti detto, anche il diritto di vendere all'estero con una moneta più svalutata dell'ingombrante Deutsch-Mark. Se l'Euro è una moneta più vantaggiosa per l'export tedesco è solo per un motivo: è una moneta calmierata (o se preferite zavorrata) dalla compartecipazione di paesi poveri come la Spagna, il Portogallo e la Grecia. Senza di loro, e magari senza l'Italia e la Francia, un'automobile tedesca costerebbe molto, ma molto, di più.

Orbene, si può dire che, in quella che si definisce ottimisticamente "Unione", la Germania usa l'economia greca per aiutare la sua bilancia commerciale, ma non vuole che la Grecia usi l'economia tedesca per ripianare i suoi debiti.

Io credo che, pur rispettando i meriti e i demeriti di ciascuno, bisogna sollevare esplicitamente la questione: o la Germania si rassegna a emettere titoli di debito in Euro insieme a tutti gli altri (gli Eurobond di Tremonti), portando a compimento l'unificazione monetaria a vantaggio di tutti, o il progetto intero dell'unificazione monetaria va ripensato. Non possiamo subire la spietata concorrenza tedesca sui mercati, e poi consolidare "fraternamente" i bilanci quando bisogna pagare le spese: o condividiamo sia le spese che i guadagni, o l'unione monetaria si rivela un sistema iniquo e recessivo per la maggioranza degli stati dell'UE, che come tale va riconsiderato in sede politica.



La Germania della crisi è un ospite che non invita nessuno al suo desco, ma si siede volentieri a banchettare in casa d'altri: vorace quando si tratta di allungare il brodo altrui, avara quando è il momento di dividere la sua bistecca.
E quando le si chiede equità, eccola rinfacciare che (come darle torto!) il suo filetto di vitella non vale il nostro magro consumè. Che lei, però, continua a sorbire con appetito.

Nessun commento: